Le grandi imprese segnano lo sport.
Lo stesso vale per il Golf che nella sua ultra centenaria storia ha vissuto degli autentici miracoli sportivi. Su tutti però, svetta l’impresa del Team Europa nella Ryder Cup 2012 giocata negli USA: la selezione a stelle e strisce sembra quasi certa del trionfo, dopo i primi due giorni di sfide.
Il terzo giorno però, quasi di biblica memoria, risorge il Vecchio Continente che gela il pubblico di casa e mette a segno una vittoria che ha fatto e continua a far parlare di sé.
Non resta che ripercorrere quel giorno memorabile entrato nella leggenda del Golf, con la più grande rimonta mai vista su un Green. Vediamo nel dettaglio.
Ryder Cup: un breve accenno
Per chi non mastica Golf, è giusto fare una precisazione sulla Ryder Cup. E’ la competizione che mette a confronto 12 golfisti americani e 12 europei, si gioca ogni due anni, alternando la sede fra i due continenti. Dal 1927 al 1971 il torneo opponeva il Team Usa a quello Britannico. Dal 1973, quest’ultima squadra ha allargato le maglie anche all’Irlanda, mentre dal 1979 la rivoluzione totale con l’Europa che sostituisce quella britannica.
Sono 44 le edizioni giocate, l’ultima delle quali nel 2023 a Roma: per la prima volta la nostra nazione ha fatto da cornice a questa storica manifestazione. Gli incontri di Ryder Cup prevedono vari tipi di match play tra i giocatori scelti tra le 2 squadre e affrontati sulla distanza canonica di 18 buche.
La formula attuale della competizione prevede otto sfide foursomes, otto fourball e dodici incontri individuali. Il vincitore o la coppia vincitrice di ogni sfida ottiene un punto per la propria squadra, in caso di pareggio entrambe le squadre ottengono mezzo punto.
Il foursomes oppone due coppie di giocatori, dove però entrambi i team giocano con un pallina a testa e questo significa che i singoli componenti della coppia si alternano a colpire la sfera.
Il Fourball prevede sempre il duello fra coppie, ma ogni componente gioca “da solo” e dunque ci saranno quattro palline sul Green. Infine, i 12 incontri individuali, non sono altro che una dozzina di testa a testa, fra un membro del Team Usa e uno del Team Europa.
Per i non addetti ai lavori: ad ogni Ryder Cup sono in palio 28 punti tra match in coppia (16 punti totali in palio) e singoli (12 punti). Vince chi ne conquista 14,5. In caso di parità a 14, la coppa resta al campione uscente.
Illusione a stelle e strisce
Fatta la doverosa spiegazione sulla formula della Ryder Cup, puntiamo il nostro mirino su quella tre giorni pazzesca del 2012: il Medinah Country Club nello stato dell’Illinois fa da cornice al duello fra i due team e il pronostico della vigilia è tutto dalla parte dei padroni di casa. Un pronostico che sembra trovare fondamenta tra il 28 e il 29 settembre 2012.
I prime due giorni sono praticamente ad appannaggio del Team Stati Uniti che conduce 10 a 6, quando resta un solo giorno di gara: quello destinato ai duelli, o sé preferite ai testa a testa: 8 in totale e considerando che servono 14.5 per portare la Coppa a casa, gli USA sentono davvero vicina la vittoria.
Senza dimenticare nei duelli, ci sarà niente meno che Tiger Woods: considerato il più forte di tutti e tempi. A contendere il duello al “cannibale”, dall’altra parte spicca il nostro Francesco Molinari. Ma su questo testa a testa torneremo più avanti. Insomma, il pubblico di casa è pronto a festeggiare, ma nel Golf le cose possono cambiare alla velocità della luce.
La rimonta impossibile
Il 30 settembre è il day 3 e dunque la giornata conclusiva della Ryder Cup 2012. Il green del Medinah Country Club è tirato a lucido e tutti attendono il verdetto finale, per far scattare la festa. Come detto, il 10-6 per gli USA lascia presagire un trionfo dei padroni di casa, ma il team del capitano Jose Maria Olazabal ha ben altro in mente
I duelli pendono subito dalla parte del Vecchio Continente, con i successi di Luke Donald su Bubba Watson, Rory McIlroy su Keegan Bradley, Ian Poulter su Webb Simpson e Paul Lawrie su Brand Snedeker: poker europeo, 10-10 e il sorriso quasi beffardo che scompare dai volti statunitensi.
E’ l’inizio dell’incubo per loro e l’avvio di una rimonta pazzesca per il team “nostrano”. La Ryder Cup 2012 diventa una partita a scacchi nei seguenti testa a testa, con una vittoria per ambo le parti: Johnson su Colsaerts riporta avanti la compagine a stelle e strisce, con Justin Rose che pareggia i conti su Phil Mickelson.
L’altro Johnson, Zack e capitano USA alla Ryder 2023 di Roma, supera Graeme McDowell, ma Sergio Garcia silura Jim Furyk e siamo ancora pari: 12-12. Jason Dufner firma il momentaneo 13-12 per i locali e Lee Westwood rimette la sfida sui binari della parità. 13 a 13, ma il Team Europa ha un vantaggio non da poco.
Considerando che sono i campioni in carica, basta vincere un duello per assicurarsi il bis di trionfi, visto che a parità di punti il trofeo resta nelle mani dei campioni. La beffa atroce per il Team Usa si concretizza proprio nel penultimo testa a testa, quello che vede il successo di Martin Kaymer su Steve Stricker.
Il tedesco non si fa pregare e nonostante la pressione mette a segno la buca decisiva che manda al tappeto Stricker e la selezione di casa. L’incubo è completo per gli Stati Uniti e rendendo vano l’ultimo duello, tra Tiger Woods e Francesco Molinari. Finirà come mezzo punto a testa e il team Europa che può alzare le mani al cielo per questa vittoria.
La più incredibile, nella storia della kermesse e del Golf, per una leggendaria rimonta. 30 Settembre 2012, il giorno in cui vennero riscritte le regole di uno sport che fino all’ultimo può cambiare il suo verdetto, lungo le 18 buche del torneo.