Esistono decine di motivi per uscire da casa e cominciare a correre. Tra i più gettonati ci sono ovviamente quelli legati alla propria salute e alla perdita di peso.
Alla luce di questa premessa va sottolineato il fatto che non esiste un periodo dell’anno che si faccia preferire per cominciare, o in molti casi ricominciare, a muovere i passi sui nostri terreni preferiti.
Certo è che la primavera o la fine dell’estate sembrano più adatti ad una decisione di questo tipo, ma se la buona volontà non manca, il meteo è l’ultimo dei problemi.
Decisamente più importante per tutta una serie di motivi, è invece la scelta delle calzature da utilizzare per le nostre scorribande fuori dalle quattro mura domestiche.
Vediamo i 5 consigli più importanti da seguire.
1. L’ammortizzazione, primo obiettivo della scarpa del runner
La prima cosa che deve saltare in mente è l’obiettivo che ci poniamo quando decidiamo di cominciare a correre. Nel caso in cui volessimo intraprendere un periodo in cui vogliamo farlo, dobbiamo distinguere le nostre calzature da quelle che sceglierà chi invece desidera camminare.
Questo tipo di scelta è piuttosto importante, perché i modelli delle scarpe sono notevolmente differenti, rispetto all’uso per i quali vengono acquistati. La scarpe da passeggio sono di regola più rigide, a differenza di quelle da corsa che devono avere la caratteristica della flessibilità.
L’ammortizzazione aggiuntiva dovrà collaborare con il resto della scarpa per raggiungere lo scopo e gestire un impatto maggiore e più deciso col terreno, rispetto alle scarpe da passeggio.
L’ammortizzazione di una scarpa è quella capacità di assorbire impatti, traumi ed eventuali imprevisti, che gioco forza capitano durante la corsa.
Gli impatti, di qualsiasi natura essi siano, si verificano, quando il piede prende contatto col terreno e l’ammortiazzazione ha come fine ultimo quello di addolcire tale contatto, per creare una sorta di cuscinetto che tenga il piede e le articolazioni degli arti inferiori, al riparo da eventuali infortuni.
Una calzatura ben bilanciata nella parte che sarà a contatto col terreno, anche in relazione al disegno della base, va presa sempre in considerazione per cominciare il nostro percorso sulla scelta da prendere.
2. Conoscere il proprio piede e scegliere di conseguenza
Così come per tutte le altre parti del nostro corpo, la natura non ci ha fatti tutti uguali, seppur simili. Conoscere il nostro piede, ci aiuterà non poco nella scelta delle calzature.
Il famoso “Wet test” può aiutare per capire cosa possa servire di più al nostro piede quando cominceremo a correre. Questo tipo di esperimento è piuttosto semplice e si può tranquillamente fare in casa inumidendo la nostra pianta dei piedi che poi utilizzeremo per calpestare un semplice foglio di carta di colore scuro e lasciarne l’orma.
Il test rivelerà quale tipo di incidenza presenta il nostro piede in riferimento alla curva verso l’interno dello stesso.
Un’impronta quasi completamente “piena” sul foglio, rivelerà la presenza dei nostri archi bassi, per cui le scarpe si consumeranno soprattutto al loro interno. In questo caso sarà necessario acquistare una scarpa con una massima funzione di controllo rispetto alle altre e, soprattutto, di supporto, per evitare l’iperpronazione che potrebbe danneggiare nel lungo periodo i nostri talloni.
Al contrario, cioè nel caso in cui riscontrassimo una meno ampia connessione tra avampiede e tallone, i nostri piedi tenderanno a “sfondare” verso l’esterno. Anche le nostre scarpe si logoreranno maggiormente verso la parte esterna delle calzature. Il mignolo e tutta la parte inferiore della zona del piede corrispondente al nostro dito più piccolo, andranno quindi preservati. In questo caso con una scarpa ammortizzata da una intersuola di tessuto molto morbido per equilibrare la spinta sul terreno verso l’interno dei nostri piedi.
3. La tomaia: occhio ai lacci
Conoscere la terminologie delle scarpe da corsa, vi aiuterà a scegliere ciò che fa per voi.
La differenza tra la tomaia e il contrafforte è una di queste. Gli americani chiamano la tomaia delle scarpe con un termine che vi farà capire quanto possa essere decisivo l’apporto della parte superiore della scarpa, “The Saddle“, la sella.
La tomaia è quindi la parte che avvolge il piede e che deve tenere stabile, anche grazie alla presenza dei lacci che chiudono la parte anteriore e superiore del piede. La tomaia interagisce proprio coi lacci della calzatura per tenere il piede compatto, e la scelta dei lacci non può essere fine a sé stessa, ma ben ponderata.
Da evitare occhielli e sistemi di allacciatura che fanno da recinto troppo stretto alla parte superiore del piede. Per questo motivo, prima di acquistare una qualsiasi scarpa da corsa, occorrerebbe provarla, per capire quali problemi ci possa causare nel medio e lungo periodo. L’attenzione va posta soprattutto al modo in cui il piede si adatta alla tomaia, più sensazione di sollievo misto all’assenza di slittamento riusciremo a percepire e meglio ci troveremo con le nostre nuove scarpe da corsa.
4. Il contrafforte
Il contrafforte non è altro che la parte posteriore della scarpa che si eleva fino alla corrispondenza di calcagno prima e astragalo poi.
Concepito con l’idea di proteggere i tendini di quella parte dei nostri arti inferiori, il contrafforte è così chiamato, perché fa da scudo e da protettore ai traumi più pericolosi delle delicate sezioni del retropiede.
Per questo motivo il contrafforte è la parte più solida della scarpa da runner, anche se termina solitamente con una nuova parte morbida, atta ad ammortizzare gli impatti del tallone con il terreno, in modo da non produrre fastidio ed eventuali fastidiose escoriazioni.
Negli ultimi anni si sono sviluppate due “correnti di pensiero” una pro e una contraria all’uso del contrafforte. È infatti risaputo, ormai, che la presenza del contrafforte nelle scarpe da corsa, non permette una adeguata capacità di movimento del tallone, ma è altrettanto vero che essa garantisce atterraggi e supporto ben più stabili.
Anche in questo caso la conoscenza del vostro piede vi aiuterà nella scelta definitiva, ma la ricerca di una scarpa che vi consentirà di sentire il più libere possibile le vostre caviglie, vi porterà alla scelta vincente.
5. Come ti alleni?
Abbiamo già parlato di pronazione e iperpronazione, ma l’obiettivo che ci poniamo per fare la scelta definitiva sulle nostre scarpe, è quello di stabilire in anticipo quali saranno i terreni oggetto delle nostre dolci fatiche.
Le più comuni scarpe prodotte per i runners che non hanno come obiettivo quello di vincere la medaglia d’oro dei 10.000 Metri, sono quelle costruite per correre sull’asfalto e sulle superfici dure in generale. La loro caratteristica sarà quella della leggerezza e della flessibilità, per cui, chiudendo il cerchio, se siete interessati a questo tipo di attrezzatura, riprendete daccapo i nostri 4 punti precedenti e analizzateli in modo da pensare al fatto che sarà l’asfalto il vostro regno.
Se cercate qualcosa di più elaborato, allora la vostra idea è quella di correre in superfici molto meno livellate che presentano un andamento più irregolare. Parliamo ovviamente della campagna, dei terreni dove sassi, ghiaia, fango e sterpaglie le fanno da padrone. In questo caso sarà più importante ricercare la stabilità e il sostegno, per cui massima attenzione alla parte che rimarrà in contatto con il suolo.
Come già accennato, ma qui lo scriviamo a chiare lettere, la scelta ideale delle calzature per la corsa, va fatta con scrupolosa attenzione, possibilmente evitando l’acquisto online, a meno che non si sappia ESATTAMENTE cosa comprare.
Per tutti gli indecisi, che hanno comunque qualche idea sul da farsi, un negozio specializzato farà al caso vostro. Se avete paura della spesa da affrontare, sappiate che nulla costa di più dei problemi alle articolazioni che spuntano dopo qualche mese di scarpe sbagliate.