Vai al contenuto

Dal 2011 al 2013, Campione d’Italia è stata una meta importante per chi ama il poker. Durante quegli anni, il piccolo comune italiano, immerso nel territorio svizzero, ha ospitato una tappa dell’European Poker Tour (2012) e sei tappe dell’Italian Poker Tour, circuito strettamente collegato all’EPT.

Le strade di Campione e del più importante tour europeo di poker si sono poi divise, fino a ritrovarsi di recente grazie al PokerStars Open, il nuovo festival continentale che ha preso il posto di Estrellas, Eureka, France Poker Series e UK & Ireland Poker Tour. Il Main Event, iniziato ieri, ha portato nella sala principale del Casinò di Campione tante giovani leve e anche tanti veterani.

Tra questi ultimi c’era anche Antonino Venneri, giocatore storico del circuito italiano ed europeo, protagonista dei tornei fin dai primi anni Duemila, come dimostra il suo palmares. Venneri è un vero appassionato di poker. E non solo di quello, come ci ha rivelato nell’intervista che segue.

Credits Antonino Venneri

Ciao Antonino e grazie per la disponibilità. Prima di tutto, qual è il tuo rapporto con il poker?

E’ una grande passione, ma non sono un giocatore professionista. A me piace stare in mezzo agli altri, mi piace il contatto umano e giocare dal vivo mi fa sentire a mio agio. Amo la compagnia e amo competere, ma non ho mai vissuto questo aspetto agonistico come un lavoro. Assolutamente no. Questo vale per il poker e vale anche per un’altra passione che, ad essere sincero, mi ha regalato soddisfazioni probabilmente anche superiori…

Ci hai incuriosito. Ma prima restiamo sul poker: come lo hai scoperto?

Un po’ come tanti altri italiani, forse come quasi tutti coloro che hanno iniziato nel periodo del boom post-Moneymaker. Parliamo di vent’anni fa, quando il gioco ha iniziato a diffondersi e ci ha travolti, spesso facendoci mettere da parte altri impegni. È stato qualcosa di coinvolgente e totalizzante. Nel mio caso, tutto è iniziato in un circolo, dove mi aveva portato un amico. Da lì in poi non ho più smesso di giocare a Texas Hold’em.

Che tipologia di giocatore sei?

Mah, non so, io sono scarso! (ride, ndr). Mi baso soprattutto sull’avversario che ho davanti, guardo un po’ meno all’aspetto teorico-matematico e punto maggiormente su quello “personale”. Conosco le basi, le percentuali, però credo che affidarsi solo a questi elementi non sia sufficiente. Spesso ho fatto giocate assurde dal punto di vista teorico che però si sono rivelate vincenti. Dopo tanti anni di poker, sono convinto che l’imprevedibilità sia un elemento chiave del gioco.

E allora parliamo di imprevedibilità, quella che hai messo in mostra nell’EPT di Sanremo 2011 e che ti ha portato fino al 10° posto. L’ultima mano, però, è stata particolarmente strana. La ricordiamo: tu limpi preflop con K♦10♠ e trovi solo Xuan Liu che gioca da BB. Poi betti su flop e turn, lasciandoti dietro poche chips. Al river il board mostra 7♦3♥A♦A♥7♣: la player cino-canadese va all-in e tu chiami, ma ti trovi davanti 7♥8♣, fullhouse…

Ho sbagliato, forse sarei dovuto andare all-in preflop anche se giocavo da utg. La verità è che, poche mani prima, avevo incassato un duro colpo da Massimiliano Manigrasso: lui fivebetta all-in con AJ, io chiamo con i Kappa e al river scende l’Asso che mi lascia shortstack. Quella mano ha distrutto il mio torneo e credo mi abbia condizionato psicologicamente. Alla fine, però, non posso avere troppi rimpianti: è un 10° posto in un EPT di valore, quelli che si giocavano una volta…

In che senso?

Nel senso che in quel periodo non esisteva la re-entry, la seconda iscrizione. I tornei erano freezout (singola iscrizione, ndr) e dovevi accettare quello che succedeva. Era più bello, non ho dubbi su questo. Adesso gli equilibri sono cambiati perché chi può permettersi di rientrare in gioco ha un vantaggio, almeno teorico, su chi invece non può. Il Main Event WSOP, il torneo di TH più importante al mondo, si gioca in modalità freezout. Non è un caso.

Antonino Venneri (credits RIHL)

Dalle tue parole si percepisce giusto un pizzico di nostalgia per quegli anni. Proseguiamo allora con i ricordi, ma spostiamoli in avanti di anno: il 2012. Un’annata importante per te, culminata nell’IPT di Campione…

Vincere il Main Event dell’IPT a Campione è stata un’esperienza incredibile. Il tavolo finale è stato velocissimo: ho eliminato 4-5 giocatori, le carte erano sempre dalla mia parte. È stato un momento davvero magico, anche perché ho dovuto battere avversari di grande valore. Senza dubbio, il mio ricordo più bello legato al poker.

Dal ricordo all’attualità. Dopo tanti anni un evento collegato all’EPT torna a Campione. Il PokerStars Open è appena iniziato, ma quali sono le tue sensazioni caldo?

Fantastico! Ci voleva proprio il ritorno del grande poker in questo casinò, che è una “piazza” importante considerando la vicinanza di Milano. Al casinò mancava il partner importante e adesso c’è. Non escludo che questa operazione possa mettere in moto un circolo virtuoso in grado di stimolare altre iniziative favorevoli al poker. L’unica pecca che mi sento di evidenziare è l’orario di chiusura: le 2:00, troppo presto rispetto alla concorrenza.

Arrivati a questo punto, devi fare showdown: vogliamo conoscere l’altra tua passione competitiva.

Ho sempre avuto una grande passione per la vela. Così, quando ho smesso di lavorare (è stato titolare di una clinica medica ora gestita dai figli, ndr), ho deciso di vendere la mia barca da crociera per acquistare una barca da regata altamente performante: un ClubSwan 42 del 2008. È stata una scelta coraggiosa ma ripagante perché, con un equipaggio giovane ma di grande talento, abbiamo subito ottenuto risultati importanti, vincendo diverse regate, comprese due edizioni del Campionato Invernale a Sanremo.

Nel 2023 è arrivato il colpo grosso: abbiamo conquistato il primo posto alla Giraglia, una delle regate più prestigiose e ambite al mondo. È stato un momento fantastico, forse il più entusiasmante della mia vita.

Devo essere sincero: la vela mi costa più del poker, ma mi dà anche di più. Forse è per il gruppo che si è creato, forse perché ho la responsabilità delle scelte organizzative, ma se devo scegliere tra una regata e un torneo di poker, non ho dubbi: scelgo la regata.

Immagine credits Antonino Venneri

Tutto chiaro. Il resto lo aggiungiamo noi. Lunedì 17 marzo, alle ore 19:00, su Italia 1 vanno in onda 20 minuti dedicati alla Giraglia vinta dallo skipper Antonino Venneri e dal suo equipaggio. Imperdibile.

Credits Antonino Venneri

Immagine di testa: Antonino Venneri (credits RIHL)

Related Posts

None found