Domenica 16 febbraio. Il sipario si alza, la scena è il rettangolo verde dell’Allianz Stadium, e sul palcoscenico vanno in scena Juventus e Inter. Non è una partita, non è nemmeno un derby: è una gara che può semplicemente diventare lo spartiacque della stagione, il confine tra sogno (nerazzurro) e realtà (bianconera) da affrontare, tra chi comanda con il Napoli e chi insegue, di nuovo e soprattutto in posto in Champions.
Al solito, eppure unica nel suo genere: sarà una sfida di muscoli e cervello, di scelte e dettagli, di cuore e tattica. Thiago Motta da una parte, Simone Inzaghi dall’altra, con due filosofie diverse, ma un unico obiettivo: vincere. Il campo parlerà, ma proviamo ad anticiparlo.
I due allenatori
Intanto: per Thiago Motta, questa non è una partita qualunque. Lui, architetto del centrocampo interista che ha sollevato il Triplete nel 2010, oggi è il condottiero bianconero. Da simbolo nerazzurro a stratega della Juventus, pronto a disegnare la sua tela contro la squadra che lo ha consacrato.
Motta porta con sé un’idea di calcio chiara: possesso palla ragionato, difesa alta, linee corte. La sua Juventus sta provando a non essere più quella attendista degli anni passati, ma una macchina che cerca il dominio, che vuole giocare da protagonista. E di fronte c’è l’Inter, la squadra che forse più di tutte sa far male quando ha spazio per ribaltare l’azione.
Inzaghi in fondo ha plasmato un’Inter cinica, capace di soffrire e colpire con una precisione chirurgica. Motta vuole invece una Juve dominante, che imponga il proprio gioco e non si pieghi alle ripartenze avversarie. Sarà un duello di scacchi, una sfida a chi legge meglio i momenti della partita. E l’andata ci insegna come questo match si aperto a qualsiasi situazione.
Chi riuscirà a imporre la propria volontà? E dove si deciderà questa partita? I duelli chiave ci sembrano ovunque, ma saranno specialmente nei dettagli, che trasformano una partita in un capolavoro o in un rimpianto. Sembra una banalità, ma vi assicuriamo che non lo sarà: occhio al centrocampo. Perché qui si scriverà gran parte della storia.
La chiave tattica di Juventus-Inter
La Juventus ha muscoli e qualità, quest’ultima ritrovata con le occasioni finalmente concesse a Douglas Luiz. C’è Locatelli, a dare equilibrio. E c’è McKennie, a creare confusione, però solida, in grado di dar fastidio.
L’Inter? Eh, risponde con un trio da guerra totale: Barella, Calhanoglu e Mkhitaryan. Sarà una sfida di ritmo e intelligenza, con un equilibrio fragile come il filo di una lama. Chi vince qui, comanda la partita. Così come sulle fasce: Dumfries contro Cambiaso (se recupererà), il talento di Dimarco contro la corsa di Weah, reinventato terzino. Le sovrapposizioni saranno oggettivamente un tema, perché sulle fasce si viaggia a velocità della luce, e spesso le partite si risolvono proprio qui. Occhio agli inserimenti senza palla, occhio ai cross velenosi, occhio alle letture difensive: un errore ed è finita.
E gli attaccanti sono pronti ad approfittarne. Lautaro e Thuram (allarme rientrato) da una parte, Kolo Muani e magari Conceicao – decisivo in Champions – dall’altra. Qui non si fanno prigionieri, qui si decide tutto con una zampata, un lampo, un colpo di genio. Lautaro è il capitano di un’Inter che vive del suo istinto, Kolo vuole prendersi lo scettro con la sua fame da centravanti. Ha messo persino Dusan Vlahovic in un angolo.
Chi può essere il protagonista di Juventus-Inter?
Ogni battaglia ha i suoi eroi, naturalmente. E partiamo da un possibile insospettabile, ossia Francisco Conceicao, chiamato a giocare nuovamente dal primo minuto. Il portoghese è il fulmine che squarcia il cielo. Con la sua rapidità, la sua ferocia nel puntare l’uomo, il suo tiro secco e preciso, può diventare la chiave per scardinare la difesa interista. Se la Juventus vuole far male, lo farà attraverso i suoi strappi.
Altro insospettabile, potenzialmente decisivo: Barella è il motore perpetuo, l’uomo che accende la scintilla. Con i suoi inserimenti senza palla, il suo pressing feroce e la sua capacità di dare il cambio di ritmo, può essere il vero ago della bilancia. Se gira lui, l’Inter vola.
L’importanza di questa partita
Juventus–Inter non è mai solo una partita. È uno scontro tra filosofie, tra popoli, tra modi di intendere il calcio. S’incastrano mille situazioni, ci sono troppe variabili in gioco. Dalle più comuni, e dalla percezione della Juventus, signora del pallone italiano, la squadra che più di tutte ha saputo reinventarsi, resistere, tornare sempre in cima. E dall’idea dell’Inter, la rivale per eccellenza, l’eterna avversaria oggi sul trono e vogliosa di dimostrare (ancora) di essere la più forte.
Ogni minuto conterà, ogni errore sarà amplificato, ogni scelta potenzialmente decisiva. Questo non è solo un match: è il capitolo più importante della stagione. E forse, anche di qualcosa di più grande. Il destino del campionato passa da qui, con il Napoli spettatore interessato, oltre alla lotta per il quarto posto. Il calcio, ancora una volta, ha preparato il suo spettacolo più bello. E ora non resta che goderselo.