Presentato a Roma il Giro d’Italia del 2025, la Corsa Rosa che come reazione di consueto ha provocato dichiarazioni positive e favorevoli, attestati di stima e affermazioni d’intenti.
Vero è che tendenzialmente siamo d’accordo con tutte queste considerazioni, però (e non è una critica) ogni percorso porta con sé anche delle osservazioni di tipo contrario.
Ecco dunque da parte nostra una sorta di contro-analisi del Giro d’Italia 2025, fermo restando che saremo come al solito prontissimi a non perderci nemmeno un chilometro.
Giro d’Italia 2025, quanti trasferimenti
Se una Grande Partenza è dall’estero i problemi logistici sono sempre all’ordine del giorno. E meno male che l’Albania tutto sommato è vicina alle coste italiane, obbligando a un primo trasferimento rapido.
Una volta era diverso, quasi sempre una tappa iniziava dove era finita quella precedente, ma il Giro d’Italia 2025 spicca per questi salti, anche brevi, che non dovrebbero condizionare troppo le squadre, comunque.
Ogni settimana tuttavia ci sono almeno 2 grossi spostamenti, fino all’ultimo, il più grande, dalle Alpi piemontesi a Roma, come al solito.
Noi l’avevamo scritto di far finire qualche volta il Giro d’Italia al sud, e quello del 2025 perlomeno ha deciso di battere il Meridione più degli ultimi.
Bello il Colle delle Finestre, ma le Dolomiti?
Non si può avere tutto, è vero: volessimo ascoltare tutti i desiderata il la Corsa Rosa ideale dovrebbe durare due mesi. Quella del 2025 per una volta ha eliminato dal percorso le Dolomiti, teatro sempre di culto per i ciclisti e gli appassionati.
Si sfioreranno, è vero, con il Monte Grappa e la tappa con arrivo ad Asiago, ma non di più. Peccato, ma come detto la Grande Partenza dall’estero del Giro d’Italia 2025 limitava le opzioni in territorio italiano.
Va bene anche cambiare, è giusto così, con il Colle delle Finestre collocato già come Cima Coppi spettacolare ed evocativa (Froome 2018), ma sappiamo bene che a maggio certi fenomeni atmosferici rischiano di provocare tagli al percorso.
Speriamo che il Giro d’Italia 2025 sia immune a questi imprevisti metereologici.
Mortirolo decaffeinato, vale la pena?
Buona la limitata ma interessante presenza delle cronometro (due, una in Albania), davvero eccitanti alcuni arrivi in quota come Tagliacozzo con i suoi 3 chilometri finali spaccagambe, però come al solito si mettono grandi salite in mezzo alle tappe e non come arrivo.
Questa però non è una prerogativa del Giro d’Italia 2025, ma di un po’ tutte le corse a tappe, ormai, con pochissimi arrivi in altura. L’unico vero forse è il Sestriére, alla penultima tappa, ultimo giudice della classifica generale.
Ci saranno il Mortirolo e il Tonale, ma non all’arrivo. Ci sarà anche il Monte Berico, mai banale, e i muri marchigiani dove nel 2023 Roglic mise in difficoltà Evenepoel. Questi sì, molto interessanti, sempre sperando in una corsa senza meteo ballerino.