Vai al contenuto

Iniziamo la presentazione delle squadre per la prossima stagione di ciclismo con la Uae, il team di Tadej Pogacar, naturalmente.

La squadra degli Emirati Arabi è reduce da un 2024 in cui lo sloveno ha fatto il bello e il cattivo tempo, conquistando Giro d’Italia, Tour de France e Mondiale. Difficile fare meglio.

Ai nastri di partenza del 2025 è la Uae la squadra da battere, con un Pogacar assolutamente tirato a lucido e pronto a ripetersi.

Gli obiettivi della Uae: decide Pogacar

Quando Primoz Roglic ammette che lui “parteciperà solo alle corse in cui Pogacar non sarà presente” dice scherzando una mezza verità. Al momento infatti Pogi è intrattabile e si corre per il secondo posto.

Cosa manca ancora al suo già ricchissimo carniere? La Milano-Sanremo, certo, e la Vuelta. Ecco, al netto di infortuni e contrattempi tecnici questi, oltre al Tour de France come ovvio, saranno alcuni degli obiettivi della Uae e di Pogacar, che non parteciperà al Giro d’Italia.

Chi entra e chi esce

Non ci sono stati molti cambiamenti in rosa, con Marc Hirschi che di fatto è stato sostituito anche come caratteristiche da Jhonatan Narvaez.

Lo svizzero è andato a rimpolpare l’ambizioso Team Polti, mentre Narvaez è stato uno dei pochi in grado di battere la Uae e Pogacar nel 2024, vincendo la prima tappa del Giro d’Italia a Torino con uno sprint mozzafiato.

Uae, i luogotenenti di Pogacar

Nessuno chiaramente si sogna di mettere i bastoni tra le ruote a Pogi, anzi si affinerà ulteriormente il lavoro per quei corridori di altissimo livello chiamati a dare una mano al formidabile sloveno.

La conferma di Rafal Majka, grande “regista” delle corse a tappe, in tal senso rimane fondamentale dopo aver pilotato Pogacar allo scorso Giro d’Italia.

Lui e Adam Yates sono tra i migliori gregari di lusso su piazza, con l’inglese che potrebbe puntare a fare da capitano in qualche corsa a tappe minore.

Ora o mai più: Ayuso e Almeida

Non è in realtà tutto rose e fiori nella Uae, visto che nel team emiratino qualche mal di pancia latente esiste. Il più clamoroso è quello di Juan Ayuso, ritiratosi dall’ultimo Tour in maniera chissà quanto diplomatica e sempre a mordere il freno a caccia di maggiore spazio.

Difficile un atteggiamento del genere nella squadra di un fuoriclasse come Pogacar. Chissà se andrà al Giro d’Italia, cercando di riscattare un 2024 disastroso complessivamente.

volta catalunya
Joao Almeida vincendo in maglia Uae

Deve capire “cosa fare da grande” anche Joao Almeida, sempre al limite tra l’essere un ottimo corridore e una delusione continua, buon gregario di Pogacar ma in crisi se lasciato solo.

Il suo contratto scade nel 2026, quindi non c’è fretta di cambiare aria, ma è indubbio che il 2025 dovrà dirci qualcosa in più sul portoghese della Uae.

Gli italiani: Covi e Baroncini

Nella rosa della Uae, nelle retrovie rispetto a Pogacar e ai tanti altri grossi nomi della squadra, abbiamo due italiani che potrebbero essere spesi nelle corse “minori”.

Il più esperto è Alessandro Covi, abbastanza anonimo pure lui nel 2024, distante anni luce da quella vittoria nel 2022 al Giro d’Italia nella tappa della Marmolada, mentre Hindley “scippava” la Maglia Rosa a Carapaz.

Più giovane, Filippo Baroncini ha chiuso bene alla Vuelta rivelandosi uomo da cronometro, soprattutto.

Da loro la Uae si aspetta soprattutto un processo di maturazione e crescita, magari da mettere in pratica al Giro d’Italia in aiuto non più a Pogacar ma probabilmente ad Ayuso.