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Vincenzo Nibali è l’ultimo italiano che è stato capace, per ora, di vincere il Tour de France. Anno di grazia 2014, un’estate straordinaria, la copertina dell’Equipe a incoronarlo come “Le Roi”.

Un mito, solo per questo motivo. In più è stato uno dei sette corridori nella storia del ciclismo ad aver conquistato tutte e tre le grandi corse a tappe (Tour, GIro, Vuelta) seppur in tre anni diversi.

Anche per questa ragione, un simbolo di grandissima classe, la capacità di sapersi adattare alle situazioni più disparate.

Vincenzo Nibali, “Lo Squalo dello Stretto”: semplicemente uno dei più grandi ciclisti italiani di sempre, un corridore unico.

Vincenzo Nibali, sulle orme di Pantani

Nato a Messina nel 1984, come moltissimi di quella generazione Nibali cresce seguendo le imprese di Marco Pantani.

In Sicilia i mezzi per diventare un ciclista sono comunque abbastanza ristretti, ecco perché da ragazzino Vincenzo deve trasferirsi in Toscana.

E agli inizi in effetti, a proposito di Pantani, sembra più un semplice scalatore che non un corridore completo, come invece avremmo imparato a conoscerlo.

Va molto meglio del “Pirata” a cronometro, per esempio, e in generale compie un lavoro di gavetta, di gregariato, che il romagnolo non è che avesse praticato molto agli inizi. E poi a livello di incidenti, Vincenzo Nibali ne ha avuti infinitamente meno.

Fassa Bortolo e soprattutto Liquigas (la Fassa Bortolo con un altro nome) sono le sue due prime squadre, la crescita è netta ma come guardaspalle di capitani tipo Danilo Di Luca o Ivan Basso.

italiani giro d'italia

Il passaggio di testimone comunque è in arrivo e dal 2010 possiamo considerare Vincenzo Nibali come un capitano, un leader assoluto: è l’anno del suo primo podio in un grande giro, al Giro d’Italia vinto da Basso in cui il siciliano arriva terzo.

In quello stesso 2010 “Lo Squalo” va a conquistare invece la Vuelta di Spagna, al termine di un testa a testa con lo spagnolo Ezequiel Mosquera, che verrà in seguito squalificato per doping.

Non vince una tappa, ma sa piazzarsi sempre, Vincenzo Nibali, primo italiano a trionfare alla Vuelta vent’anni dopo Marco Giovannetti. Il siciliano nella corsa spagnola arriverà altre due volte sul podio.

Vincenzo Nibali padrone del Giro d’Italia

Da capitano è tutta un’altra storia per Vincenzo Nibali, che ora trova lui dei gregari strepitosi, disposti a lavorare duro per lui, come Michele Scarponi, di cui il siciliano rimarrà sempre grande amico.

Nel 2013 ecco il primo Giro d’Italia, sostanzialmente dominato, con apoteosi “alla Merckx”, sulle Tre Cime di Lavaredo, quando è già passato all’Astana.

Nel 2016 invece il bis alla Corsa Rosa sarà molto più complesso, grazie a una rimonta formidabile nell’ultima settimana su Esteban Chaves e Stephen Kruijswijk.

Gigantesco il successo nella tappa con arrivo a Risoul, in uno scenario d’altri tempi, con la neve a bordo strada: Kruijswijk si schianta nella discesa del Colle dell’Agnello, mentre Vincenzo Nibali va a vincere riaprendo tutto e piazzando la zampata decisiva il giorno dopo verso Sant’Anna di Vinadio.

Il capolavoro, il Tour de France 2014

In mezzo “Lo Squalo” ha vinto, replicando quindi l’impresa di Marco Pantani, il Tour de France.

Nel 2014 i favoriti sono Chris Froome e Alberto Contador, ma Vincenzo Nibali mette le cose in chiaro fin dalla seconda tappa a Sheffield, in Inghilterra, attaccando nel finale e staccando tutti, conquistando la Maglia Gialla.

Su un percorso rognoso il siciliano, fresco campione italiano, quando si torna in terra francese comincia a macinare mentre attorno a lui i rivali si sciolgono o cadono letteralmente come birilli.

Eccezionale la quinta tappa, una sorta di mini Parigi-Roubaix, con il pavé che assieme alla pioggia miete vittime eccellenti, tipo Froome: Vincenzo Nibali invece danza tra le pietre e consolida il primato.

Alla decima tappa crolla anche Contador, che stava iniziando a dare qualche segno di vita. Mentre Nibali trionfa a La Planche des Belles Filles, sui Vosgi, lo spagnolo si ritira dopo una caduta in discesa.

Vincenzo è troppo più in palla degli altri, andrà a vincere altre due tappe, una per ogni catena montuosa prevista in programma: sulle Alpi a Chamrousse e sui Pirenei a Hautacam.

Gli avversari devono accontentarsi delle briciole e il 27 luglio del 2014 sui Campi Elisi è di nuovo un italiano a sollevare il trofeo per il vincitore del Tour de France.

Un finale solido, e la Milano-Sanremo del 2018

Corridore ideale per le corse a tappe, grazie alla sua capacità innata di leggere le situazioni per poi adattarsi, oltre che per una polivalenza invidiabile e la bravura nel non cadere quasi mai vittima di incidenti, Vincenzo Nibali ha prodotto il suo ultimo grande capolavoro alla Milano-Sanremo del 2018.

Non da buttare via nelle Classiche, il siciliano, vincitore anche di due Giro di Lombardia, ma quantomai “squalo” però quel giorno in cui decide di attaccare sulla salita del Poggio, cesellando poi l’azione con una discesa perfetta.

Nessuno riesce a rispondergli, non c’è accordo, e negli ultimi 3-4 chilometri Vincenzo Nibali è da solo contro un gruppo che finalmente, ma troppo tardi, si mette a inseguirlo a tutta velocità.

Uno degli arrivi più indimenticabili della Classicissima, con la vittoria di un corridore straordinario, il più grande che l’Italia abbia avuto assieme a Pantani negli ultimi 40 anni.

C’è tempo anche nel 2019 per un’ultima vittoria di tappa al Tour de France, a Valthorens. Vincenzo Nibali si ritira nel 2022, dopo un altro podio sfiorato al Giro d’Italia. E ci mancherà tantissimo.