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Carlo Ancelotti è universalmente riconosciuto come uno dei migliori allenatori italiani di tutti i tempi e il più vincente in assoluto, con un palmarès che conta ben 29 trofei. Detiene un record unico a livello mondiale: è l’unico tecnico ad aver trionfato nei cinque principali campionati europei almeno una volta. Tuttavia, la sua vera passione calcistica è la Champions League, una competizione che ha vinto sia da giocatore, con il Milan (due volte), sia da allenatore, raggiungendo il traguardo in ben cinque occasioni: due con i rossoneri e tre con il Real Madrid.

La carriera da calciatore

Carlo Ancelotti, nato nel 1959, ha avuto una brillante carriera da calciatore, evolvendo da attaccante a centrocampista centrale. Dopo gli inizi al Parma, dove contribuì alla promozione in Serie B, si trasferì alla Roma, vincendo uno scudetto e quattro Coppe Italia, indossando anche la fascia di capitano. Nel 1987 approdò al Milan, dove, sotto la guida di Sacchi, vinse nove trofei, tra cui due Champions League, due Supercoppe UEFA e due Coppe Intercontinentali. Nonostante gli infortuni, si distinse per leadership, forza fisica e gestione dei ritmi di gioco. In totale, ha conquistato 14 trofei tra Roma e Milan, ponendo le basi per una carriera da allenatore altrettanto straordinaria.

Re Carlo

Dunque, la carriera di Carlo Ancelotti è indissolubilmente legata al Milan, non solo da calciatore ma soprattutto da allenatore. Infatti, dopo aver fatto la gavetta, ed essere passato anche dalla Vecchia Signora dove veniva etichettato “eterno secondo“, la ruota inizia finalmente a girare. Ironia della sorte, proprio la Juventus, che lo aveva esonerato dopo due stagioni, è stata la sua prima vittima in Champions League con il Milan. Nel 2003, i bianconeri affrontarono il Milan di Ancelotti nella finale di Manchester, perdendo ai rigori l’occasione di vincere la loro terza Champions League. Ma per Carlo è la prima da allenatore, tutt’altro gusto rispetto a quella vinta da calciatore e con quel sapore di rivincita verso un mondo che fino a qualche tempo prima l’aveva rifiutato. Per il Milan, la vittoria del 2003 rappresentò il sesto trionfo nella Coppa dei Campioni mentre l’anno successivo riuscì a portare a casa anche lo Scudetto, trascinato da uno Shevchenko devastante.

Tra gioie e delusioni

Quattro anni dopo la finale di Manchester, nel 2007 ad Atene, arrivò anche la settima Champions League, ma tra i due successi si colloca la sconfitta più dolorosa della carriera di Carlo: la famosa notte di Istanbul contro il Liverpool del 2005. Da 3 a 0 in favore, i Diavoli rossoneri si fanno rimontare perdendo ai rigori una finale che rimarrà nei libri di storia del calcio recente. Ma si sa a Carlo non piacciono più di tanto le delusioni e riesce sempre, in un modo o nell’altro, a prendersi la sua rivincita. Così, ad Atene porta a casa la sua seconda Champions League da allenatore contro quel Liverpool che a Istanbul l’aveva ferito così profondamente. Di quella finale il protagonista fu solo uno, SuperPippo Inzaghi.

Record su record

Dopo dieci anni sulla panchina rossonera, Ancelotti decide di lasciare l’Italia e si trasferisce al Chelsea, dove vince la Premier League al primo tentativo. Successivamente, guida il PSG alla conquista della Ligue 1, ma l’esperienza parigina gli sta stretta (nonostante la Ligue 1 portata a casa), e arriva la chiamata di Florentino Perez per guidare il Real Madrid verso la tanto attesa “Decima” Champions League. Un obiettivo che raggiunge con la consueta classe nel derby tutto madrileno tra Atletico e Real.  Iconico il goal di Sergio Ramos allo scadere quando ormai le speranze del Real Madrid erano finite. Non solo, perchè a Madrid vincerà anche La Liga.

Dopo la prima parentesi con i Blancos, Ancelotti si trasferisce al Bayern Monaco, dove realizza un’impresa unica: vincere nei cinque principali campionati europei. Terminata l’esperienza in Germania, vive periodi complessi al Napoli e all’Everton, entrambi conclusi con un esonero. Ma, come diceva Venditti, “Certi amori fanno giri immensi e poi ritornano”, e così è stato con il Real Madrid: nel suo secondo ciclo, Ancelotti ha conquistato altre due Champions League, due Supercoppe europee e un Mondiale per club, confermandosi una leggenda vivente del calcio mondiale e guadagnandosi l’appellativo di “Re Carlo”.

Leggenda vivente

La carriera di Carlo Ancelotti è un autentico viaggio attraverso la storia del calcio, un cammino costellato di successi e di momenti che hanno segnato le competizioni più prestigiose al mondo. Da giocatore vincente a leggenda in panchina, Ancelotti ha dimostrato di saper lasciare un’impronta indelebile ovunque sia andato. Con il suo approccio calmo ma determinato, ha saputo adattarsi a culture calcistiche diverse, gestire campioni e vincere in contesti sempre più competitivi.

Dalle glorie con il Milan ai trionfi internazionali con il Real Madrid, passando per le esperienze in Premier League, Ligue 1 e Bundesliga, Ancelotti non è solo un allenatore, ma un’icona del calcio moderno. Il suo palmarès unico e la capacità di scrivere pagine di storia con eleganza e umiltà lo consacrano come uno dei più grandi di sempre. Un maestro che, con il suo immancabile ciglio alzato, ha trasformato ogni sfida in un’opportunità di vittoria.