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Le prestazioni di Davis hanno permesso ai Lakers di mantenersi al sesto posto nella Western Conference dopo le prime dieci partite giocate, con un record sicuramente positivo (6-4). Il numero 0 gialloviola, spronato dal proprio coach J.J. Redick, è attualmente in vetta ai sondaggi dell’Nba sul premio di Mvp, tallonato da un Jokić che ha riportato i Nuggets sulla retta via a suon di triple-doppie.  

Anthony Davis

Il nuovo coach dei Lakers, J.J. Redick, pare abbia fatto una richiesta specifica al lungo gialloviola, ovvero vincere il premio di Mvp. Anthony Davis lo ha preso alla lettera e ha dominato nelle prime 10 partite disputate, con i Lakers che hanno un record di 6 vinte e 4 perse. Davis rimane stabile a più di 30 punti realizzati a partita, conditi da 11.6 rimbalzi, e l’Nba, nel consueto appuntamento con il “Kia Mvp Ladder”, ha deciso di inserirlo al primo posto di questa speciale classifica. Molto dipenderà da quale record avranno i Lakers al termine della stagione, ma Davis sta disputando fin qui un’annata da migliore in campo.

Nikola Jokić

Cinque squilli intensi e consecutivi dei Nuggets hanno rimesso i ragazzi di coach Malone in piena carreggiata (7 vinte e 3 perse). Dopo la sconfitta subita contro Minnesota (2 novembre),  Denver ha sempre agguantato il successo e due delle vittime sconfitte hanno nomi importanti, ovvero Oklahoma City Thunder e Dallas Mavericks. Nel giro di quattro giorni, il Joker è riuscito a battere i suoi due diretti avversari nella corsa all’Mvp, ovvero Shai Gilgeous-Alexander e Luka  Dončić. I numeri di Jokić sono impressionanti (28.9 punti, 13.2 rimbalzi e 11.3 assist di media), soprattutto nelle sfide dirette: 23 punti, 20 rimbalzi e 16 assist contro OKC; 37 punti, 18 rimbalzi e 15 assist contro i Mavs.

Anthony Edwards

Leader è la parola che più si adatta ad Ant-Man, il quale sta trascinando i Timberwolves in questo inizio di stagione e non solo a livello di cifre. Queste ultime aiutano sicuro, dato che l’esterno classe 2001 ha realizzato 28.3 punti di media nelle prime dieci gare giocate, mandando a bersaglio ben 9 triple nel successo settimanale contro Portland – raggiungendo 50 canestri da oltre l’arco segnati in 9 gare, quasi il 46% da tre in questo avvio di annata. Edwards, come detto, è un generale in campo, aspetto sicuramente da non sottovalutare: nel match vinto faticando contro i Bulls (8 novembre), la guardia di Minnesota ha bacchettato i compagni, sottolineando la pigrizia della squadra dal punto di vista difensivo. “Scendiamo in campo pensando di essere una powerhouse, non lo siamo – ha detto il talento dei Timberwolves nell’intervista post partita – Lo scorso anno siamo arrivati alle Finali di Conference, ma ci siamo stati una sola volta, non due o tre. Ci presentiamo alle partite pensando di aver già vinto”. Frasi non scontate e che fanno di Edwards il leader emotivo di questo gruppo, nonché un serio candidato al premio di Mvp.

Shai Gilgeous-Alexander

Negli scontri “faccia a faccia” contro Denver e Golden State, i Thunder hanno pagato dazio, cadendo in entrambi le occasioni. Shai non ha brillato come è abituato a fare: in entrambi i casi ha concluso la partita con più di venti punti segnati (28 contro i Nuggets e 24 contro i Warriors), anche se nella prima sfida ha perso ben 8 palloni e il suo tiro per l’eventuale pareggio è stato stoppato, mentre nella seconda ne ha persi 4 e ha tirato con 6-17 dal campo. Le sue medie rimangono comunque clamorose (26.3 punti, 5.9 rimbalzi e 6.4 assist), così come il record di squadra è stabilmente positivo (8-2), anche se OKC dovrà fare i conti con l’infortunio di Chet Holmgren (fuori 8-10 settimane).

Luka Dončić

5 vittorie e 5 sconfitte, di cui 3 perse nelle ultime 4: è questo il record con cui Dallas entra nella week 4, un bilancio che non può soddisfare a pieno la banda di coach Kidd, con quest’ultimo notevolmente indispettito per le partenze a rilento della sua squadra nei match di questo inizio di campionato. Dončić continua a mantenere medie importanti (28.3 punti, 8.1 rimbalzi e 8.1 assist), avendo sfiorato diverse volte la tripla doppia, per quanto i due recenti confronti secchi siano stati vinti prima da Kevin Durant (vittoria Phoenix di un punto su Dallas) e poi da Nikola Jokić (successo Denver di due lunghezze). I Mavericks dovranno sicuramente sistemare e oliare i propri meccanismi per provare a risalire una Western Conference davvero competitiva.

Giannis Antetokounmpo e Jaylen Brown

Nella serata di domenica è andato in scena un match acceso tra i Milwaukee Bucks e i Boston Celtics, in cui gli animi, tra il greco e l’americano sopra citati, si sono “scaldati”. Giannis ha risposto presente sul campo, segnando 19 punti nel solo primo quarto contro i Celtics e 43 al termine della gara. Non è bastato, dato che Boston ha dimostrato di essere un gruppo troppo completo per poter darla vinta a questi Bucks, fermi ad due sole vittorie in dieci partite giocate. Durante la gara, Antetokounmpo ha anche scherzato Jaylen Brown: dopo un fallo in attacco commesso, il greco è tornato in difesa, facendo finta di avvicinare la mano a Brown per dargli un cinque, ma ritirandola appena dopo. L’esterno fisicato dei Celtics non l’ha presa bene e nel post partita ha semplicemente dichiarato che “Giannis è un bambino”, spiegando che a lui interessava solo vincere, cosa che i Celtics hanno effettivamente fatto.

Jayson Tatum

Il numero 0 dei biancoverdi si sta prendendo tante responsabilità in campo, anche vista l’assenza per qualche partita del suo “partner in crime” Brown, appena rientrato dall’infortunio. Boston è attualmente al secondo posto nella Eastern Conference (dietro solo ai clamorosi Cavs) e Tatum sta segnando 30.5 punti a partita, insieme a 7.6 rimbalzi e 5 assist. Nel big match contro i Warriors ne ha realizzati 32 con 10/20 al tiro, una sorta di rivincita contro coach Steve Kerr, anche se ad agguantare il successo è stata Golden State, guidata da Curry (27 punti). Nell’ultima gara contro i Bucks invece Tatum è risultato decisivo, spegnendo le speranze di Giannis e compagni grazie ad un altro trentello (31 punti, 12 rimbalzi e 6 assist). La “Revenge Season” dell’ala biancoverde è appena cominciata.