Ogni squadra della Pacific Division ha un obiettivo ben chiaro in mente, ovvero raggiungere la postseason, non importa in che modo. James Harden, Kevin Durant, Lebron James, Domantas Sabonis e Steph Curry guidano cinque squadre che hanno sicuramente le carte in regola per raggiungere il traguardo dei playoff, magari passando anche dalla porta secondaria del Play-In. Andiamo a scoprirle insieme.
Los Angeles Clippers
La nuova casa dei Clippers, la Inuit Dome di Inglewood, ospiterà una Los Angeles parzialmente rinnovata dopo la partenza di Paul George (a Philadelphia). Inutile dire che la squadra di coach Lue si basa molto su Kawhi Leonard e sulle sue condizioni di salute (ad ora, l’ex Raptors è già indisponibile), oltre alla qualità del gioco di James Harden, anche lui rimasto per tentare l’assalto ai playoff. Il potenziale starting five dei Clippers comprende anche Terence Mann (estensione per tre anni), Ivica Zubac (firmato per altri tre anni) e soprattutto Derrick Jones Jr., arrivato da Dallas dove è risultato una pedina essenziale per raggiungere le Finals. In entrata dalla panchina ci sono Dunn, Powell, Coffey, Batum e Bamba, senza dimenticare Kevin Porter Jr., il quale ha ottenuto una seconda chance in Nba, dopo i problemi extra-campo e l’esperienza in Grecia al PAOK. I Clippers non dovrebbero avere particolari difficoltà a raggiungere i playoff, anche se ovviamente le condizioni di Leonard saranno cruciali per capire le ambizioni dei ragazzi di coach Lue, negli ultimi anni spesso giustiziati da Doncic e i Mavs.
Phoenix Suns
I Suns hanno puntato nuovamente tutto (o quasi) sui big three, ovvero Kevin Durant, Devin Booker e Bradley Beal. La mossa estiva della franchigia dell’Arizona è stata la firma del playmaker ex Minnesota Tyus Jones, che, con tutta probabilità, partirà dal primo minuto per permettere alla second unit di essere più solida. Nelle idee di coach Budenholzer, sarà Grayson Allen a partire dalla panchina – lui che ha viaggiato nella scorsa annata a 13.5 punti di media da titolare – insieme a Monte Morris, Josh Okogie, Royce O’Neal e Mason Plumlee. Phoenix, il cui starting five è completato da Jusuf Nurkic, cerca equilibrio, parola chiave per tentare l’assalto ai playoff e, chissà, magari anche alle Western Conference Finals. La strada però è lunga e, ad ora, realisticamente i Suns devono compiere un passo alla volta, fissandosi come primo traguardo la postseason e la costruzione di una solidità di squadra, bilanciando il quintetto e gli uomini che entrano a partita in corso.
Los Angeles Lakers
Come per i Clippers, anche i Lakers dovranno prestare attenzione alle condizioni fisiche dell’eterno Lebron James e, soprattutto, del lungo Anthony Davis, entrambi cruciali per la città degli angeli. I Lakers non hanno effettuato modifiche al roster in estate – fatta eccezione per l’arrivo di Daulton Knecht, già protagonista con i suoi 35 punti in preseason contro i Suns, e Bronny James, entrambi dal Draft – e il nuovo coach, J.J. Redick, avrà tanto lavoro da svolgere per rendere i giallo-viola una vera contender (ad ora, come i Suns, i Lakers puntano innanzitutto ai playoff senza fasciarsi la testa). Il quintetto è composto da Russell, Reaves, James, Hachimura e Davis, mentre a partita in corso entreranno Vincent, Christie, Reddish, Vanderbilt e Hayes, insomma la stessa squadra che ha vinto la prima edizione della Nba Cup e che ha raggiunto il primo turno di playoff nella scorsa annata.Il gruppo comunque c’è e sembra unito, ma i Lakers dovranno compiere il definitivo salto di qualità se vogliono raggiungere qualche obiettivo importante quest’anno, anche perché la concorrenza è spietata.
Sacramento Kings
La firma di DeMar DeRozan (74 milioni per tre anni) ha alzato le possibilità di postseason dei Kings, che ora hanno una squadra competitiva sotto tanti punti di vista e guardano al presente. Nella scorsa annata, Sacramento ha chiuso al nono posto e poi è stata eliminata al Play-In: in questa stagione la musica può e deve cambiare, con i Kings che vogliono riacciuffare i playoff e soprattutto dimostrare di poter giocare ad un livello superiore. Se Kevin Huerter e Keon Ellis agiranno probabilmente dalla panchina, così come Trey Lyles e Alex Len, a guidare il team ci sarà ancora l’ormai veterano Domantas Sabonis, il quale vuole mantenere i 19.4 punti, 13.7 rimbalzi e 8.2 assist di media della scorsa annata per tentare di guadagnarsi un posto anche nel team dell’All Star Game. Le premesse dunque sono interessanti, anche perché i Kings possono basarsi su un quintetto di tutto rispetto, completato da Fox, Monk e Murray per un gruppo, in definitiva, atletico e di qualità.
Golden State Warriors
Mai sottovalutare il cuore dei campioni. Si potrebbe introdurre così la stagione 2024/25 dei Warriors che, salutato Klay Thompson, hanno accolto Buddy Hield come nuovo “splash brother”, con quest’ultimo che, almeno in preseason, si è già calato bene nella parte. Hield non è l’unico arrivato, dato che la “Sign and Trade” ha portato a Golden State anche Kyle Anderson e De’Anthony Melton, altre due soluzioni che coach Kerr potrà utilizzare o in quintetto o dalla panchina. I Warriors non sono da sottovalutare anche perché nel roster è sempre presente il numero 30, Steph Curry, che ha vinto quest’estate la medaglia d’oro alle Olimpiadi e si accinge a vivere la sua sedicesima stagione nella massima lega americana. Lo “Chef” sarà ancora affiancato da Draymond Green, il suo bodyguard in campo, oltre che da Wiggins, Looney e Payton, senza dimenticare le giovani promesse Podziemski e Kuminga, i quali hanno effettuato enormi passi in avanti nel loro percorso di crescita. Dalla panchina per altro esce anche un giocatore ormai esperto e che è stato l’anima del titolo 2022, Gary Payton II, oltre a Moses Moody e Trayce Jackson-Davis, per cui coach Kerr ha diverse armi a disposizione sia per quanto concerne quintetti “small ball” sia per quelli più classici con un vero centro in campo (Looney). I Warriors hanno intanto l’obiettivo playoff, per poi provare a dare tutto nella postseason, un po’ come è successo nella stagione 2021-22.