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Ormai da qualche giorno circolano in rete enormi leaks riguardanti GameFreak, la software house associata a Nintendo e famosa per i videogiochi Pokémon. Lo studio di sviluppo giapponese sarebbe stato infatti hackerato, subendo un grosso furto di informazioni sensibili, diffuse poi online.

Cosa è stato rubato?

Sembra che gli hacker abbiano sottratto a GameFreak 1TB di dati, di cui solo una piccola parte è stata finora resa disponibile in rete. Oltre ai codici sorgente di diversi giochi (Pokémon e non), ci sono loghi di progetti cancellati, informazioni riservate su Switch 2 e il suo nome in codice. Come se non bastasse, a questo si aggiungono i dati sensibili di circa 2600 dipendenti dell’azienda.

La dichiarazione di GameFreak

Poche ore dopo la diffusione di queste informazioni rubate, GameFreak ha rilasciato una dichiarazione ufficiale. Dal lungo documento in giapponese — tradotto e riassunto da alcuni utenti esperti di videoludica su X/Twitter — emerge non solo la rilevanza del danno subito, ma anche che l’attacco informatico non è così recente. Sembra infatti risalire all’agosto di quest’anno.

Le ipotesi

I quasi due mesi trascorsi fra il furto dei dati (agosto 2024) e la loro diffusione (ottobre 2024) lasciano supporre che gli hacker abbiano provato a ricattare la software house. Non avendo ricevuto risposta dall’azienda, gli hacker avrebbero diffuso online le informazioni rubate.

Un’altra ipotesi plausibile, è che si tratti di una ripicca nei confronti di Nintendo. Il publisher ha recentemente iniziato una battaglia contro gli emulatori per Switch e costretto a chiuderne alcuni, ad esempio Yuzu e Riujinx. Questo potrebbe aver generato la ritorsione.

Il problema dei leak

Prima è toccato a Rockstar Games per Grand Theft Auto 6, poi ad Insomniac Games per Marvel’s Wolverine ed ora tocca a GameFreak. Sono tutti furti di notizie che rovinano la pianificazione strategica delle aziende e tolgono al pubblico il gusto dell’attesa/sorpresa degli annunci. Senza contare che il leak dà in pasto ad un pubblico non esperto materiali non ancora definitivi. Un consumatore poco consapevole, infatti, potrebbe non riconoscere una build preliminare e giudicare male a priori quella che sarà poi l’opera finita, arrecando quindi anche un grosso danno d’immagine.

Ma nel caso specifico di GameFreak c’è un problema più grave. La diffusione dei dati sensibili dei dipendenti espone l’azienda a potenziali ulteriori attacchi informatici. La situazione è quindi molto delicata e non è difficile pensare che Nintendo correrà ai ripari, prendendo seri provvedimenti contro chiunque contribuirà a diffondere tali informazioni.

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