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Tra curiosità e polemiche per una ripresa televisiva forse migliorabile, il Six Kings Slam ha già mietuto le prime due vittime: Holger Rune e Daniil Medvedev. Il russo, però, ha parole dolci per il suo “killer” Jannik Sinner.

Il Six Kings Slam e le riprese della discordia

Dopo i primi due match, la ricchissima esibizione del Six Kings Slam non ha mancato di scatenare polemiche. Sotto accusa sono le riprese televisive, per le quali è stato scelto un angolo di visuale molto alto, inusuale per il tennis televisivo. Molti hanno lamentato di non essere riusciti a godere dello spettacolo per via delle palline indistinguibili. Tuttavia, questo non è dovuto all’angolo di ripresa ma piuttosto al tipo di illuminazione e al colore scelto per il campo, che forse contrasta poco rendendo obiettivamente difficile seguire la corsa delle palline.

Daniil Medvedev e un’umiliazione da 500.000$ a game vinto

500.000 dollari guadagnati per ogni game vinto, 22.068 per ogni minuto trascorso in campo. Letta così sembra un trionfo, invece è una disfatta di quelle che non si dimenticano facilmente. Il denaro, però, è a volte un’ottima medicina e Daniil Medvedev ritrova facilmente il sorriso, dopo essere stato letteralmente asfaltato da Jannik Sinner nel match di esordio del Six Kings Slam di Riyadh: 6-0 6-3 in 68 minuti di gioco.

Insieme al sorriso, il russo ha anche trovato parole al miele per il suo rivale, contro il quale una volta aveva mimato uno sbadiglio (non rivolto a Sinner, ma divenuto virale) e che oggi è qualcosa vicino al suo incubo.

Medvedev sul dibattito “Sinner vs Alcaraz”

“Non ho mai giocato contro qualcuno che abbia giocato come Jannik oggi”, ha esordito in conferenza stampa. Daniil Medvedev ha poi offerto una lettura che è cacio sui maccheroni, per il dibattito nato da poco – e che ci porteremo dietro chissà per quanto tempo ancora – su chi sia migliore tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.

“In genere pensavo a Jannik Sinner come a uno un po’ più costante, come una macchina, mentre Alcaraz è uno un po’ più altalenante, con lampi di classe. Quando Carlos è al massimo, tendevo a pensare che sia leggermente migliore, con picchi più alti. Oggi, però, mi sono dovuto ricredere.”

Il russo ha cercato di spiegare la sensazione di totale impotenza di fronte alla quale si è trovato a dover convivere: “A meno che non facessi ace, la palla tornava sempre indietro. Non riuscivo a fare nulla, non sapevo cosa fare. In campo mi sentivo bene, stavo lottando bene e non giocavo male. Nonostante ciò, ho perso facile e non ricordo se mi sia mai successa una cosa del genere.”

Sinner il nuovo Djokovic?

Qualche giorno fa, dopo la sconfitta in finale a Shanghai, Novak Djokovic aveva confessato di rivedersi in qualche modo in Sinner, nel modo che ha il giovane azzurro di girare sempre le partite in suo favore. “Mi ricorda quello che ho fatto per tutta la mia carriera […], un tennis aggressivo e veloce, per non lasciare all’avversario la possibilità di respirare e pensare”.

A distanza di pochi giorni, due endorsement pesanti da parte di due campioni contro i quali Jannik aveva esordito rispettivamente con uno 0-3 (Djokovic) e uno 0-6 (Medvedev). Poi, tutto è cambiato: dal novembre scorso, Jannik è 4-1 contro Djokovic e 7-1 contro Medvedev.

Ora c’è di nuovo il campionissimo serbo, sulla strada verso la finale e i 6 milioni di dollari. E verso una nuova (Nadal permettendo) sfida contro la sua vera e unica nemesi: Carlos Alcaraz.