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Se i Celtics sono la favorita numero uno per la stagione 2024/25, Oklahoma, Denver e Minnesota sembrano le alternative più credibili, anche perché tutte e tre hanno un potenziale Mvp nel proprio roster (Shai Gilgeous-Alexander, Nikola Jokić e Anthony Edwards) e una squadra completa, almeno sulla carta. Utah e Portland invece hanno come unica ambizione quella di far crescere il proprio team e continuare il processo di rebuilding.

Oklahoma City Thunder

La scorsa stagione per i Thunder è stata un successo – con l’uscita al secondo turno di playoff contro i Dallas Mavericks dopo aver dominato la RS – e quest’anno OKC ha tutte le carte in regola per ripetersi. Anzi, il roster è migliorato ulteriormente, grazie all’arrivo della guardia dalla doppia dimensione Alex Caruso (dallo scambio con Josh Giddey, quest’ultimo finito ai Bulls), e grazie alla firma del centro Isaiah Hartenstein, ormai ex Knicks.

Nella passata annata il team di coach Daigneault è riuscito a vincere ben 57 gare di regular season (seed 1) e ora le aspettative sono elevate: gli arrivi di due combattenti come Caruso e Hartenstein si vanno ad aggiungere ad un gruppo che può contare già su una stella giovane e allo stesso tempo affermata, Shai Gilgeous-Alexander, il quale, nei sondaggi prestagione, ha ricevuto il 40% di voti dei GM della lega come prossimo Mvp della Nba.

I Thunder hanno inoltre un 13% di possibilità di vincere l’anello, sempre secondo questo sondaggio, dietro solo ai Celtics (83%), anche perché il team è di spessore e non ha intenzione di fare il minimo passo indietro. A completare un possibile quintetto base ci sono la guardia Jalen Williams, il mastino Lu Dort (probabile numero 4 dello starting five) e Chet Holmgren, mentre dalla panchina Cason Wallace, Isaiah Joe, Aaron Wiggins e Jaylin Williams, senza dimenticare il già citato Hartenstein e Nikola Topic (dodicesima scelta al Draft via Houston), tenteranno di dare energia e di mantenere alta l’intensità.

Denver Nuggets

Un’altra candidata ad una postseason di qualità è sicuramente Denver che, dopo l’eliminazione per mano di Edwards e dei T-Wolves nella passata stagione, ha voglia di rivalsa. La dirigenza Nuggets ha lasciato partire una pedina essenziale come KCP, al secolo Kentavius Caldwell-Pope (ora ai Magic), e il veterano Reggie Jackson, con il secondo già comunque sostituito dall’arrivo di Russell Westbrook, il quale darà vitalità alla second unit di Denver.

E se i primi cinque hanno un valore assoluto, ovvero Jamal Murray, Christian Braun, Michael Porter Jr., Aaron Gordon e Nikola Jokić (con il dubbio solo di Braun, il cui posto in quintetto non è scontato), la panchina sembra lasciare a desiderare. Oltre a Westbrook, coach Malone può pescare le carte di Jalen Pickett (guardia), Julian Strawther (guardia), Hunter Tyson (ala), Peyton Watson (ala) e Zeke Nnaji (ala forte), a cui si aggiungono i veterani Vlatko Čančar, Dario Šarić e Deandre Jordan.

Insomma la stagione di Denver passa dai ricambi dei titolari, con questi ultimi che, inevitabilmente, giocheranno il maggior numero di minuti e si giostreranno il maggior numero di possessi, soprattutto durante gli eventuali playoff, che i Nuggets dovrebbero raggiungere senza problemi di sorta.

Minnesota Timberwolves

Anthony Edwards c’è ed è più determinato che mai: basterebbe questo per definire Minnesota come una potenziale contender per la stagione 2024/25. Il talento classe 2001 non avrà più al proprio fianco l’ala forte Karl Anthony-Towns, finita qualche settimana fa a New York in cambio di Donte DiVincenzo e di Julius Randle.

Difficile dire quale delle due franchigie abbia vinto la trade (che pare equilibrata), ma quel che risulta certo è il fatto che i T-Wolves aggiungono al proprio team un tiratore mortifero, nonché un grande difensore sulla palla come DiVincenzo. Coach Finch avrà a disposizione un quintetto formato da Conley, Edwards, McDaniels, Randle (al rientro dall’operazione alla spalla) e Gobert, mentre Alexander-Walker, DiVincenzo e Reid agiranno con tutta probabilità dalla panchina, per quanto tutti e tre abbiano il talento e la fisicità necessaria per poter partire anche dal primo minuto.

Dal Draft è arrivato Terrence Shannon (27esima scelta da Illinois), oltre a Rob Dillingham, scelto da San Antonio con l’ottava pick e girato poi ai Timberwolves. Non bastano più le Western Conference Finals, ora Minnesota punta al bersaglio grosso.

Utah Jazz

Il dodicesimo posto della scorsa regular season (31-51) ha un solo significato per i Jazz: rebuilding, iniziato già nel 2022. Utah è il secondo roster più giovane della lega, dietro proprio ai Thunder, e non ha particolari ambizioni in questa annata, con l’unico obiettivo di costruire una buona squadra per il futuro prossimo.

La stella è sicuramente Lauri Markkanen, affiancato dagli ormai esperti Collin Sexton, Jordan Clarkson e John Collins, oltre a Eubanks e Patty Mills, i quali andranno a fare da chioccia ad un gruppo che presenta anche diversi atleti alle prime armi nella lega. Stiamo parlando di Keyonte George (Pick 16, Draft 2023), Brice Sensabaugh (pick 28, 2023), Taylor Hendricks (Pick 9, 2023), Cody Williams (Pick 10, 2024), Isaiah Collier (Pick 29, 2024) e Kyle Filipowski (Pick 32, 2024). Il potenziale c’è e Utah ha bisogno di coltivarlo, facendo perno sui propri giocatori di talento e con alle spalle diverse esperienze nella lega, per provare ad essere competitivi nei prossimi anni.

Portland Trail-Blazers

Probabilmente per Portland sarà un’altra stagione senza particolari emozioni – l’ultima si è chiusa con il quindicesimo posto e un record di 21-61. I fari saranno puntati soprattutto sulle potenzialità di Donovan Clingan, centro scelto con la settima pick assoluta al Draft 2024 e che ha vinto due titoli Ncaa con UConn in back to back. Il lungo classe 2004 si aggiunge ad un settore già ben fornito, data la presenza dell’ex Suns Deandre Ayton, oltre all’australiano Duop Reath e all’ex Celtics Robert Williams (solo 6 gare disputate nella scorsa stagione per infortunio).

Riflettori puntati anche sulla point-guard titolare Scoot Henderson, il cui impatto nella lega non è stato memorabile (3.4 perse di media nelle 62 partite giocate, 38.5% al tiro complessivo). A completare lo starting five ci sono Anfernee Simons, Deni Avidja (prime quattro annate a Washington) e Jerami Grant, con Sharpe, Tybulle, Graham e Camara pronti ad entrare a partita in corso, insieme a Clingan.

Le possibilità di postseason sono minime per la Portland, ma coach Billups spera di iniziare definitivamente la ricostruzione post partenza di Damian Lillard.