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Si avvia alla conclusione la stagione 2024 del ciclismo, è quindi tempo di bilanci per quanto riguarda i migliori interpreti di questa annata storica, che ha visto la doppietta Giro d’Italia – Tour de France di Pogacar e quella olimpica di Evenepoel.

Questi due nomi sono sicuramente nel nostro quintetto ideale del 2024, ma altri tre corridori si sono segnalati per una grande annata, lunghissima come sempre, iniziata a febbraio e conclusasi con il Giro di Lombardia.

Tadej Pogacar, il re del ciclismo 2024

E ci mancherebbe altro, verrebbe da dire. Come Mercxk nel 1974 e Roche nel 1987, Giro d’Italia e Tour de France, più la ciliegina della torta del mondiale di Zurigo. Pochi altri ciclisti in epoca recente hanno dato un’impressione di onnipotenza rispetto al Pogi di questo 2024.

C’è anche da dire che molti avversari si sono “auto-eliminati” per cadute e incidenti, ma alla lunga il non avere davvero nessun punto debole è stato ribadito dallo sloveno in maniera quasi irridente, a cominciare da un Giro d’Italia conquistato “su una gamba sola”.

Una cosa è certa, difficilmente potrà migliorarsi, ma già aver piazzato un’annata così in questo 2024 rende Pogacar di sicuro un valore aggiunto per tutto il mondo del ciclismo.

Remco Evenepoel, bizzoso e incontenibile

Un altro che se presente in una corsa, in qualsiasi corsa, è sinonimo di spettacolo. Il nostro secondo miglior corridore nella stagione ciclismo 2024 è il belga, doppio oro olimpico (mai successo prima) e oro mondiale di nuovo a cronometro.

In tutto questo ci ha aggiunto un Tour de France corso da protagonista, con il terzo gradino del podio dietro ai due mammasantissima Pogacar e Vingegaard.

Non sempre saggio tatticamente, ma con due gambe che hanno pochissimi eguali nel gruppo, andrebbe forse centellinato di più in quanto a energie bruciate senza motivo. Evenepoel però è così, prendere o lasciare, come quando al mondiale ha mandato al diavolo quelli che non stavano tentando di riprendere Pogacar.

Di sicuro ad oggi è il miglior cronoman del pianeta, forse uno dei migliori di sempre e non solo per questa annata di ciclismo 2024.

Mathieu Van der Poel, il re delle Classiche

La stagione di ciclismo 2024 dura circa sette mesi, ma nei primi 2-3 c’è stato un dominatore assoluto che poi è andato via via spegnendosi (ma che ha già iniziato a martellare nelle competizioni di ciclocross): Mathieu Van der Poel, un corridore non amatissimo ma che fino ad aprile è stato intrattabile.

Giro delle Fiandre, Parigi – Roubaix e la chiusura su Pogacar alla Milano – Sanremo per consentire al compagno di squadra Philipsen di andare a vincere. Certo, ha deluso alle Olimpiadi, ma ai mondiali con le ultime stille di energie ha concluso al terzo posto.

Formidabile agonista, un motore con pochi eguali nel gruppo, è andato inevitabilmente in calando ma del resto gli extraterrestri, tranne forse Pogacar, non esistono.

Primoz Roglic, la quarta Vuelta è un capolavoro

Umano, troppo umano, Primoz Roglic in questa annata del ciclismo 2024. Ha vinto il Giro del Delfinato e la Vuelta con enorme fatica, due corse che comunque molta gente in gruppo si sogna di conquistare nello stesso anno.

roglic al giro del delifnato

Capolavoro vero la Vuelta, la sua quarta, a ribadire quanto apprezzi la struttura della corsa spagnola, con tante tappe da non sottovalutare e le salite esplosive su cui scatenarsi. Non era facile dopo il cambio di squadra dalla Visma alla RedBull – Bora.

Rimane l’ennesimo colpo di sfortuna al Tour de France, ma sono francamente dettagli.

Ben O’Connor, finalmente la sveglia

Il nostro quinto nome che lasciamo “ai posteri” per questa stagione di ciclismo 2024 è quello di Ben O’Connor, australiano della Decathlon – AG2R, squadra che in generale si è comportata molto bene.

Secondo al mondiale con una strategia intelligente, correndo coperto e infine beffando il gruppetto in volata; ma soprattutto il secondo posto alla Vuelta, lui mai saluto sul podio di un grande giro, grazie a una fuga-bidone che rimarrà negli annali. Anche quarto al Giro d’Italia, per gradire.

O’Connor non è più giovanissimo, ha quasi 29 anni, ma perlomeno si è scrollato di dosso l’etichetta dell’incompiuto e di quello che alle prime difficoltà crolla mentalmente.