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Fino alla serata di lunedì il Cagliari era ultimo in classifica, senza vittorie, con una sola rete realizzata, un ritiro forzato dopo la sconfitta interna con l’Empoli e, soprattutto, con una spada di Damocle di non poco conto pendente sulla testa del suo allenatore.

Non sono poche le curiosità che vengono originate dai numeri legati al calcio, dalle statistiche, da tutto ciò che gravita attorno ad un periodo circoscritto in cui le analisi si sprecano e le contromisure a quelle di carattere negativo, divengono necessarie, ma molte volte servono per spiegare ciò che di più singolare capita durante le partite.

Una stagione partita male

La vigilia della sesta giornata di Serie A metteva in evidenza una situazione ancora molto caotica e poco delineata, sia in testa che in coda alla classifica, con il Torino capofila e le maggiori accreditate alla vittoria dello scudetto, alle prese con un inizio piuttosto positivo di compagini come Empoli e Udinese, veri e propri pesci fuor d’acqua che, in una sola giornata, hanno dovuto lasciare campo libero a Napoli, Juventus, Milan e Inter, oggi come oggi le prime quattro della classifica, con il Toro alla prima sconfitta stagionale e l’Empoli che, nonostante l’imbattibilità condivisa con la Juventus, è scivolato al sesto posto con 5 reti fatte e 2 subite.

Ma è stata una giornata oggetto di rivoluzioni non solo nella parte alta, ma anche in quella che riguarda le squadre che non vogliono retrocedere.

Se avete aperto questo pezzo, è perché probabilmente siete stati incuriositi dalle statistiche riguardanti la squadra che fino a lunedì pomeriggio era ultima in classifica da sola, il Cagliari, con due punti complessivi e il disastroso bilancio di una sola rete fatta e ben 8 subite.

Il computo dei punti della compagine rossoblù assumeva i colori tetri di un percorso monopolizzato dalle partite giocate di fronte al pubblico amico, quello della Domus Arena, dove il Cagliari ha disputato 4 delle prime 5 partite.

Calendario e avversari

Tra le cosiddette grandi, il Cagliari ha affrontato fin qui la Roma all’esordio e il Napoli a metà settembre, entrambe alla Unipol Domus e con risultati differenti.

Alla prima giornata la squadra capitolina era alle prese con evidenti problemi di carattere interno e da lì a poco sarebbe successo il doppio terremoto di Dybala rimasto a Roma e dell’arrivo di Juric al posto di De Rossi. Risultato: uno scialbo 0-0 che permetteva ai rossoblù di esordire con il piede giusto.

Con il Napoli, invece, sconfitta netta, sempre in casa, per 0-4, una delle partite in cui il Cagliari, nonostante un punteggio così rotondo, ha paradossalmente giocato una delle partite migliori, tirando qualcosa come 16 volte e mantenendo il possesso della palla per più della metà del tempo.

I mugugni della tifoseria rossoblù sono diventati fischi assordanti all’indomani della sconfitta contro l’Empoli, che ha messo in condizione la società di prendere i primi provvedimenti come quello del ritiro fino alla partita successiva.

Le partite con le squadre di presunta, o vera, simile qualità, il Cagliari le ha perse contro l’appena citato Empoli e contro il Lecce a Via Del Mare.

Rimane da citare il pareggio contro il Como per 1-1.

I confortanti numeri del Cagliari: i tiri in porta

Ancora prima della partita contro il Parma, la squadra di Nicola aveva messo in evidenza tutta una serie di numeri che con l’ultima posizione in classifica avevano poco a che fare.

Intanto la più significativa, quella che riguarda i tiri in porta.

La squadra del capoluogo sardo, ha fatto registrare dopo la quinta di campionato un numero totale di 85 tiri verso la porta avversaria ( ovviamente non nello specchio ), sorprendentemente prima assoluta di questa speciale classifica, davanti a a Lecce, Milan, Napoli e Roma, tutte tra 80 e 82.

L’elemento che fa più specie è quello del numero di reti realizzate fino a quel momento, pari ad una sola unità, quella del vantaggio contro il Como alla fine del primo tempo, realizzato da Piccoli.

Nella partita contro il Parma, il Cagliari ha tirato altre 12 volte, salendo a quota 97 conclusioni complessive verso la porta avversaria, ora terzo dopo Roma e Lecce.

Gli angoli e i legni

Ma non è tutto. La squadra sarda aveva battuto 37 calci d’angolo prima della partita contro il Parma, a certificare una proiezione offensiva che non è stata mai fine a sé stessa e la spinta degli esterni, Augello, Luvumbo, da una parte e Zortea e Zappa dall’altra, secondo in questa speciale classifica, dopo la Lazio a quota 43.

Durante la partita contro i ducali, il Cagliari ha battuto altri tre calci d’angolo, non un bottino esageratamente alto, che ha però permesso ai sardi di mantenere il, seppur pleonastico, secondo posto di questa speciale classifica.

Infine vi è il computo dei pali, che, ancora una volta, vede il Cagliari tra le squadre meno fortunate, addirittura prima, alla luce dei sette legni colpiti, due da Luvumbo, due da Marin e uno a testa da Gaetano, Piccoli, Luperto e Viola.

Tirando una bella somma sotto tutti questi dati, vi è da credere alle parole di Davide Nicola che, nella conferenza stampa immediatamente successiva alla partita di Parma, ha detto che tutto ciò che non era riuscito alla sua squadra fino alla partita precedente in termini di realizzazioni e di risultato, è invece riuscito nei 94 minuti di Parma.

Il prossimo step si chiama Juventus allo Stadium prima della pausa, la squadra finora non ha ancora subito nemmeno una rete e sarà una gigantesca prova del nove.

Staremo a vedere.