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Il recente infortunio di Matteo Berrettini, l’ennesimo in una carriera che definire sfortunata è riduttivo, potrebbe rendere le scelte di Filippo Volandri un po’ meno complicate, in vista della Final Eight di Coppa Davis.

Sempre sperando che “The Hammer” riesca a recuperare, ecco il borsino degli azzurri. E la margherita da sfogliare per il capitano, che non è mai stata così ricca di petali preziosi.

Coppa Davis, chi portare alla Final Eight? I pre-convocati

Come avrete già letto nei giorni scorsi, il capitano della nazionale italiana di Coppa Davis ha diramato le convocazioni per la Final Eight di Malaga, ma sarebbe meglio chiamarle “pre-convocazioni”, perché quelle definitive arriveranno solo nelle settimane immediatamente precedenti all’evento. In rigoroso ordine alfabetico:

  • Simone Bolelli
  • Flavio Cobolli
  • Lorenzo Musetti
  • Jannik Sinner
  • Andrea Vavassori

Ovviamente Bolelli e Vavassori sono i doppisti, Sinner lo scontato primo singolarista mentre Cobolli e Musetti sono i candidati teorici per un posto da secondo singolarista.

Le pre-convocazioni sono una consuetudine, ma ogni capitano potrà cambiare fino a quattro giocatori anche poche ore prima di scendere in campo a Malaga, che ricordiamo ospiterà la Final Eight di Coppa Davis 2024 dal 19 al 24 novembre.

Coppa Davis: il borsino degli azzurri in vista della Final Eight

Jannik Sinner, #1 ATP

Ovviamente lui è la granitica e scontata certezza, e certo non solo per la vetta del ranking che è ormai acquisita fino a fine anno. Per quanto riguarda la forma attuale si può ancora dire poco, visto che Jannik ha al momento nelle gambe solo il match contro Nicolas Jarry, in cui era partito a rilento ma ha chiuso con autorevolezza al terzo set.

Lorenzo Musetti, #15 ATP

Lorenzo è invece già tornato alle competizioni da una settimana, arrivando in finale dell’ATP 250 Chengdu dove ha perso dal giovane fenomeno di casa Juncheng Shang. Musetti è ancora in rodaggio, ma l’esordio a Pechino contro Bergs è stato positivo anche sotto l’aspetto mentale, spesso il suo grande tallone d’achille. Il sintetico indoor non è certo il suo terreno di caccia preferito, ma anche qui il toscano può solo migliorare. E poi ha già dimostrato di tenere particolarmente all’azzurro, e questo fattore potrebbe trasformarsi in pressione positiva.

Flavio Cobolli, #31 ATP

Altro elemento che può solo migliorare, ha avuto il battesimo del fuoco in Davis con una bruciante sconfitta e un 6-0 al terzo da Bergs difficile da digerire. Nonostante ciò, ha portato la pagnotta a casa contro il mai banale Griekspoor e ora, a Pechino, ha regolato al tie-break del terzo set Alexander Bublik. Come e più di Musetti, il duro indoor non è propriamente il suo pane, ma Cobbo ha già mostrato grande capacità di assimilare lezioni.

Matteo Arnaldi, #33 ATP

La partita persa al 1° turno di Pechino contro Tommy Paul (a proposito, sorteggio non proprio benevolo), è in qualche modo indicativa della sua annata. Perdere da Paul non è assolutamente un dramma, soprattutto su questa superficie, ma già il fatto di avere avuto delle aspettative diverse indica il livello che Matteo Arnaldi ha raggiunto e che può tranquillamente almeno confermare.
Guardando in maniera critica al suo 2024, Arnaldi mostra ancora delle pause a volte sconcertanti. Conforta il fatto che, quando riesce a rimanere dentro al match, ha colpi e personalità per battere chiunque, tranne forse i top 5. In Davis ha già sofferto lo scorso anno, anche se per ragioni personali (la perdita del suocero) che sono poi venute fuori. Se si libererà da certi mostri che ogni tanto affiorano in testa, è un contender affidabile per il ruolo da secondo singolarista. Tuttavia, un Berrettini in salute gli starebbe al momento davanti.

Matteo Berrettini, #45 ATP

Qui alziamo le mani, perché questo ragazzo davvero non smette di essere bersagliato dalla sfortuna. In questo momento non è dato conoscere l’entità del problema, dunque è del tutto prematuro dire quali siano le probabilità che Matteo Berrettini torni disponibile – e in forma adeguata – per l’appuntamento di Malaga.
Invece è praticamente certo che, in caso positivo, Volandri a lui non rinuncerebbe mai, o forse solamente di fronte a un Musetti che facesse una finale tra Pechino e Shanghai.
A Bologna, Berrettini ha dimostrato non solo quanto tiene alla Coppa Davis e “alla maglia”, come si usa dire nel calcio, ma anche la sua affidabilità: tre partite e tre vittorie, seppure soffrendo.

Il dilemma del doppio

Un altro argomento, oggi prematuro ma che tornerà d’attualità nel momento delle convocazioni definitive, è quello relativo al doppio. Lo scorso anno, nei match decisivi, Filippo Volandri schierò Jannik Sinner e Lorenzo Sonego.

Il dilemma che divide gli appassionati è sempre lo stesso: qualora fosse decisivo per vincere, vi affidereste a due affiatati specialisti oppure ai più forti tennisti che hai? Chi ha la fortuna di avere Jannik Sinner, seppure il suo gioco di volo abbia ancora alti margini di miglioramento, è quasi obbligato a scegliere lui, nel qual caso tornerebbe di attualità anche il nome di Lorenzo Sonego, con cui l’altoatesino ha il miglior affiatamento.

Il problema, semmai, è che con l’attuale formula il doppio rischia di essere molto spesso decisivo. Dunque che fare: convocare i sempre puntuali e affidabili Bolelli-Vavassori, o lasciare posto a un singolarista in più e schierare Sinner anche in doppio? Lo scorso anno Filippo Volandri fece una scelta, ed è probabile che sarà così anche quest’anno.