Il destino di Paulo Fonseca sulla panchina del Milan sembra legato al risultato del derby contro l’Inter, ma la dirigenza rossonera non sta aspettando l’esito della stracittadina per considerare le alternative. Tra i nomi contattati figura Edin Terzic, attuale tecnico del Borussia Dortmund, mentre altre opzioni straniere includono Thomas Tuchel e Sergio Conceiçao.
Tutto molto bello, però pure rischioso. E’ che due di questi nomi non hanno esperienza in Serie A e non parlano la lingua, con l’eccezione di Conceiçao, che conosce bene l’italiano grazie al suo passato da giocatore, ma non ha mai allenato nel nostro campionato.
Considerando l’urgenza di prendere una decisione, la possibilità di puntare su un allenatore italiano rimane aperta. Tra i candidati principali ci sono Massimiliano Allegri e Maurizio Sarri, con quest’ultimo che sembra avere più carte da giocare.
Ma chi sarebbe davvero il tecnico migliore per questa squadra? Chi potrebbe sposarsi con Ibra e con una situazione dirigenziale comunque tutta da capire. Ecco 5 aspetti che deve tenere in considerazione l’eventuale post Fonseca.
Un profilo di alto livello
La dirigenza del Milan ha chiaramente puntato su un allenatore dal profilo internazionale, come dimostrato dalla scelta di Fonseca e dal precedente tentativo di ingaggiare Lopetegui. Anche i nomi di Terzic, Tuchel e Conceiçao riflettono questa visione. Maurizio Sarri, pur essendo italiano, ha dimostrato di essere un allenatore di caratura internazionale. La sua esperienza in Premier League, dove ha vinto l’Europa League con il Chelsea battendo l’Arsenal 4-1 in finale, ne è un esempio. Inoltre, con la Juventus ha conquistato uno scudetto, e la sua Lazio è stata tra le protagoniste in Europa, riuscendo a battere il Bayern Monaco nell’andata degli ottavi di finale di Champions League, qualcosa che non accadeva dal 2000. Per Allegri parla il curriculum, ma è frenato dal rapporto con Ibra.
L’idea di calcio che vuole il Milan
Un calcio di possesso e di dominio. Il Milan deve tornare a fare paura agli avversari. Tra questi nomi, chi può farlo? Il calcio di Terzic è stato spesso di ripartenza. Tuchel sarebbe forse il top, Conceiçao ha caratteristiche particolari. Max no, non è quella roba lì. Allora guardiamo al “sarrismo” e valutiamo l’approccio offensivo e veloce, quindi costruito su una solida fase difensiva.
I risultati di Sarri parlano chiaro: con il suo Napoli, è riuscito a costruire una delle migliori difese della Serie A (seconda miglior difesa nel 2015/16 e terza nelle due stagioni successive). Anche in Premier League, alla guida del Chelsea, e con la Juventus, ha saputo bilanciare il gioco d’attacco con una forte fase difensiva.
Il sistema di gioco
Sarà pur vero che siamo un Paese di 60 milioni di allenatori, ma Paulo Fonseca è stato spesso in nettissima minoranza. Nelle ultime conferenze non c’è mai stata occasione in cui, dal punto di vista tattico, non gli sia arrivata un’indicazione. Soprattutto sul modulo: in tanti vogliono il 4-3-3. E richiama, naturalmente, il gioco di Sarri: sembra essere perfetto per il Milan attuale, con giocatori come Reijnders e Loftus-Cheek che potrebbero adattarsi bene al ruolo di mezzala, come già successo al Chelsea con Sarri. Ecco: Sarri non è un tecnico dogmatico. Oltre al suo classico 4-3-3, ha dimostrato di sapersi adattare, utilizzando anche il 4-3-1-2, con un trequartista come Pulisic che potrebbe giocare dietro le due punte, o sperimentando il falso nueve.
Tra tutti, forse solo Conceicao potrebbe avvicinarsi a quel tipo di consistenza di gioco. Con Tuchel si potrebbe ripartire pure dalla difesa a tre, così come con Allegri. Terzic si adatterebbe: ma è un aggiustatore.
Lo spogliatoio
Un altro aspetto importante, che magari porta Allegri in cima all’elenco delle preferenze: la gestione dello spogliatoio. Serve una scelta interessante per il Milan, e proprio per questa ricercata capacità di gestire personalità forti. Zlatan Ibrahimovic è una presenza importante nello spogliatoio, e ha ribadito il suo ruolo nel club sia durante la scorsa estate che in occasioni più recenti.
Anche lo stesso Sarri ha già dimostrato di saper convivere con dirigenti e presidenti esigenti come Aurelio De Laurentiis al Napoli e Claudio Lotito alla Lazio, ottenendo risultati significativi nonostante budget e mercati spesso limitati.
Accettare la dirigenza
Ed eccolo qui, il vero nocciolo della questione, il nodo che magari in questo momento si sottovaluta, ma che invece è una fonte di preoccupazione costante per i rossoneri. Ibra è padre e padrone, “io sono il boss” è diventata una scritta all’esterno delle mura di Milanello, anche per incutere timore a chi entra. Ma sta fruttando, quest’atteggiamento? Non che Zlatan sia il tipo pronto a mettersi in discussione, macché.
Però tra i punti – in favore soprattutto di Allegri e Sarri – c’è quello di capirsi, di affinare le caratteristiche come la dote più rara di tutte: capirsi e venirsi incontro. In bocca al lupo a chi verrà, se andrà. Sarà da risollevare un mondo intero.