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Non sarà ancora momento di verdetti, senz’altro. E i giudizi, in questa fase, è bene esprimerli con una certa cautela. Ma anche questo è un dato da sottolineare dopo quattro giornate: la Serie A non ha un padrone ben definito, ed è già una notizia, dopo le ultime due stagioni all’insegna del dominio – Napoli, due anni fa, Inter lo scorso anno.

Un Napoli battagliero e già contiano

Sono proprio Inter e Napoli, curiosamente, a spartirsi la palma di indiziate numero uno al titolo. E sono proprio queste due squadre ad aver chiuso la domenica di Serie A. La squadra di Conte è balzata in testa alla classifica, a quota 9 punti, grazie ad una prova maiuscola. Non tanto per il gioco espresso, qui qualcosa da limare ancora c’è.

Piuttosto, per la grinta dimostrata (ne ha parlato oggi la Gazzetta) e straordinariamente evidenziata dal recupero difensivo di Gio Simeone al 90’ sul punteggio di 0-3 per il Napoli (la partita finirà 0-4 grazie anche alla prima rete di Buongiorno, uno degli imprescindibili di questo Napoli a quanto sembrerebbe). Insomma, è all’insegna della mentalità, parola vieppiù abusata ma sempre attuale quando si parla delle squadre di Antonio Conte, che il Napoli può tornare ad inseguire un titolo inimmaginabile anche solo un mese fa, dopo la rovinosa sconfitta all’esordio dei partenopei sul campo dell’Hellas.

Juventus e Fiorentina: antiche noie mai superate

Il calcio è semplice, dunque. Lo ha detto pure Thiago Motta commentando la prestazione con più ombre che luci della sua Juventus ad Empoli (0-0), secondo stop di fila dei bianconeri (dopo lo 0-0 con la Roma) senza prendere gol ma anche senza farne: «Alla fine il calcio è semplice: undici attaccano, e undici difendono». Ora però Thiago, anziché rifugiarsi in strane parole ed echi dal passato, dovrebbe forse cominciare a studiare qualche soluzione ad un gioco che sembra ancora troppo farraginoso, copia imberbe di quel Bologna che ha incantato la Serie A lo scorso anno, e che tanto sta faticando quest’anno con Vicenzo Italiano (3 punti in 4 partite e 0 vittorie al momento).

Certo, anche l’ex squadra di Italiano, la Fiorentina, sta avendo qualche problemino. L’avversario affrontato era tosto, l’Atalanta di Gasperini (e di un Lookman irresistibile) a Bergamo col ritorno degli Ultras, ma stare 1-2 avanti al 43’ e ritrovarsi sotto a fine primo tempo è roba da studiare in laboratorio. E alla svelta, a proposito di carattere, grinta e determinazione.

Roma, così non va. L’Inter si ferma

O mentalità, che riassume insieme tutte queste parole. Di mentalità infatti, ma non solo, deve crescere la Roma di De Rossi, altra grande delusione di questo avvio campionato con appena 3 punti totalizzati in 4 gare disputate.

Contro il Genoa la prestazione è arrivata, almeno fino al 60’, quando i giallorossi hanno iniziato a difendersi troppo bassi senza mai ripartire e il Grifone, spinto da un pubblico fenomenale, ha trovato la rete del pari al 94’ grazie a una zuccata di De Winter. Di tutti questi inciampi, escluso il Milan vincente e bene contro il Venezia nell’anticipo di sabato (4-0), ci si aspettava almeno la risposta dell’Inter di Inzaghi.

Invece è arrivato uno striminzito pareggio (1-1) acchiappato all’88’ grazie alla tenacia di Dumfries, l’uomo della grinta per eccellenza che già in passato aveva ‘salvato’ i nerazzurri dalla sconfitta. Che sia un segnale positivo, senz’altro. Che questo pari valga una vittoria, no di certo. E se il Napoli continua così, le altre non possono permettersi di vivacchiare.