In questa Vuelta di Spagna 2024 che sta per entrare nell’ultima settimana con ancora 4-5 ciclisti in lizza per la vittoria finale, il nome nuovo emerso nei giorni scorsi è quello di Pablo Castrillo, vincitore delle due tappe più dure.
Corridore della Kern Pharma, squadra Continental invitata alla Vuelta perché non ha il ranking necessario per entrare automaticamente, ha piazzato un uno-due destinato a rimanere nella storia della Vuelta.
Andiamo comunque a conoscere meglio il 23enne di Jaca, località turistica sui Pirenei, nota meta di vacanze invernali.
Pablo Castrillo, caratteristiche e numeri
Manzaneda e Cuitu Negru: questi due nomi, queste cime diversissime tra loro, erano segnate in rosso sulla mappa della Vuelta 2024 come arrivi di due tappe dure, le più dure di questa edizione assieme a quella dei Laghi di Covadonga.
Pablo Castrillo ha vinto sia a Manzaneda, sulle montagne della Galizia, e poi sul tremendo Cuitu Negru, rampa asturiana con picchi anche del 24%, una sorta di Zoncolan in cui nel giro di un paio di chilometri si è passati da 500 a quasi 2mila metri di altitudine.
Se il 29 agosto la vittoria di Manzaneda era sembrata una sorta di omaggio a Manolo Azcona, creatore della squadra Kern Pharma e morto proprio quel giorno, sul Cuitu Negru domenica è andata in scena una delle frazioni singole più belle tra le tre grandi corse a tappe di quest’anno.
Pablo Castrillo sulle montagne asturiane è stato semplicemente perfetto. Dentro la fuga, poi da solo contro Sivakov (UAE) e Vlasov (RedBull-Bora), a un certo punto è parso il più in crisi, salvo poi attaccare, staccare entrambi e poi vincere nella nebbia.
Formidabile, quasi “alla Pantani”, il suo giocare al gatto col topo con Vlasov, il cui volto a un certo punto era la fotografia della sofferenza fisica.
Futuro in un team del World Tour?
A 23 anni di colpo Castrillo è diventato un uomo-mercato. La Kern-Pharma grazie a queste due vittorie di tappa alla Vuelta e ai punti guadagnati nella classifica del World Tour non riuscirà a salire tra le prime 20 squadre del ranking e quindi a entrare automaticamente nei grandi giri, ma moralmente il team è alle stelle.
Certo, con ogni probabilità dall’anno prossimo Pablo Castrillo non farà più parte della squadra, ma questo è il destino dei piccoli team. Un po’ come succede ai vari Pellizzari al Giro d’Italia, o Aleotti finito alla RedBull-Bora.
In Spagna il ciclista di Jaca è stato già ribattezzato “il nuovo Valverde”; forse è un po’ prematuro come paragone anche perché “El Bala” è stato grandissimo forse più ancora nelle corse di un giorno che in quelle a tappe.
Mamma veterinaria, un fratello pure lui corridore, Pablo Lastrillo prima del ciclismo si dedicava all’hockey su prato, uno sport che tra Aragona e Catalunya è molto diffuso. Questa Vuelta 2024 tuttavia è destinata a cambiargli la vita.