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Per chi conosce Ben O’Connor il suo numero nella sesta tappa della Vuelta 2024, con arrivo a Yunquera, non è stato qualcosa di totalmente inaspettato: l’australiano è corridore da grandi corse, un quarto posto al Giro d’Italia (quest’anno) e un quarto posto al Tour de France sono lì a dimostrarlo.

Certo, la fuga con vittoria sulle montagne andaluse, i quasi 5 minuti di vantaggio ormai su Roglic e Almeida e l’aver completamente scombussolato i piani della Vuelta ci regalano un resto della corsa quantomai avvincente.

Perché Ben O’Connor ha quasi ipotecato almeno il podio alla Vuelta

Dicesi fuga bidone quando una fuga, appunto, prende un vantaggio decisamente grande (una volta almeno 10 minuti, oggi è già tanto se arriva a 5′) dal gruppo principale e arriva in porto senza che nessuno reagisca.

Per essere realmente fuga bidone, tipo quella di Ben O’Connor nella sesta tappa della Vuelta 2024, deve arrivare all’inizio di una grande corsa a tappe, quando ancora le carte devono essere messe totalmente sul tavolo.

Come detto è sempre più difficile assistere a un numero del genere, soprattutto compiuto da un uomo da classifica generale come l’australiano, accompagnato infatti nella sua impresa da attaccanti come il nostro Frigo o dal tedesco Lipowitz.

Ricordiamo ancora certe fughe bidone alla Ben O’Connor finite con il protagonista alla fine della fiera sul podio: David Arroyo secondo al Giro d’Italia 2010, ma volendo anche Oscar Pereiro vincente al celebre Tour de France 2006, il primo post-Armstrong.

L’australiano vincente a Madrid il 14 settembre? Difficile, non impossibile, ma sicuramente da dietro ora dovranno darsi una svegliata.

Le prospettive della Vuelta dopo lo scossone

Anche un anno fa Sepp Kuss, incredibilmente sempre alla sesta tappa, con un attacco da lontano (ma non da così lontano) diede un grosso scossone alla generale, senza però indossare la Maglia Rossa da leader. Lo statunitense poi avrebbe conquistato la corsa “scortato” dagli altri leader, Vingegaard e Roglic.

Ben O’Connor è entrato nel listone dei partecipanti di questa Vuelta un po’ all’ultimo momento in una Decathlon-AG2R con già come leader l’austriaco Felix Gall e il francese Bruno Armirail. La squadra però è tutto l’anno che va forte nelle corse a tappe quindi non poteva essere sottovalutata.

Come detto, l’australiano è un corridore solido, entrato con la vittoria alla Vuelta nel club della “Tripla corona”, quelli capace di conquistare almeno una tappa in ciascuno dei tre grandi giri. Non è uno facile da attaccare, si difende in montagna e non essendoci nemmeno cronometro fino all’ultimo giorno recuperare 5 minuti sarà piuttosto duro.

Per chi ha visto il documentario sul Tour de France sulla piattaforma Netflix, “Sulla scia dei campioni”, è risaputa la tendenza al tilt da parte di Ben O’Connor, che quando le cose non vanno come vorrebbe tende a perdere il controllo. Le cadute pure sono dietro l’angolo

Quando poi è il leader designato, l’australiano si scioglie. Ora viene il bello per lui, con Gall che da capitano diventa scudiero e una squadra che oltre ad Armirail con Lafay e Valentin Paret-Peintre ha tutta una serie di “manovali” in grado di proteggere Ben O’Connor.

Per gli altri team invece è tempo di svegliarsi, a cominciare da una Redbull-Bora che forse voleva mollare la leadership con Roglic, ma senza dover cedere 5 minuti a uno come O’Connor.