Il 26 luglio 2022 sembra un lontano, lontanissimo ricordo per i tifosi della Roma: sono oltre due anni da quando Paulo Dybala, commosso fino alle lacrime, veniva accolto da diecimila sostenitori giallorossi che scandivano il suo nome con passione.
Ora, a distanza praticamente siderale, per tempo e vissuto, il rapporto tra l’argentino e il club capitolino appare in crisi profonda. L’investimento fatto su di lui non ha portato i risultati sperati, e il suo ingaggio da 6 milioni di euro netti all’anno è diventato insostenibile senza gli introiti della Champions League. La Roma, ormai, sembra intenzionata a voltare pagina.
Ma perché? E da dove nasce questo desiderio?
L’offerta dell’Al-Qadsiah
Nasce da un’occasione economica, naturalmente. Un’offerta concreta è arrivata dall’Al-Qadsiah, club arabo che dopo aver già ingaggiato giocatori come Equi Fernández, Nacho e Aubameyang, ha messo gli occhi su Dybala. La proposta è di quelle che fanno girare la testa: 18 milioni di euro per il cartellino e un contratto da 20 milioni di euro a stagione per tre anni per l’argentino.
La Roma ha già accettato verbalmente, vedendo in questa cessione l’opportunità di recuperare parzialmente l’investimento fatto su Matias Soulé. Tuttavia, Paulo ha chiesto ancora alcune ore per riflettere, prendendosi del tempo per confrontarsi con la famiglia, deluso dal fatto che il club non lo consideri più centrale nel progetto.
Perché la Roma cede Dybala?
Delusione comprensibile. Dybala aveva una clausola rescissoria – per l’estero – estremamente abbordabile, ma aveva deciso di restare in giallorosso. E poi? La decisione della Roma di considerare seriamente l’offerta dell’Al-Qadsiah l’ha spiazzato. Clamorosamente.
La scelta giallorossa è legata a diverse ragioni, come dicevamo sono soprattutto economiche. Una clausola presente nel contratto di Dybala prevede infatti la sua riconferma automatica fino a giugno 2026 se dovesse giocare almeno 45 minuti nel 50% delle partite ufficiali della stagione. Con i frequenti problemi fisici che hanno tormentato l’argentino negli ultimi anni, la proprietà giallorossa non si sente di rischiare un ulteriore impegno finanziario a lungo termine.
A questo si aggiunge il freddo atteggiamento della famiglia Friedkin e del nuovo direttore sportivo Ghisolfi, che non hanno mai affrontato il discorso rinnovo col suo entourage. Inoltre, le parole di Daniele De Rossi (“Chiunque vuole andare via, è libero di farlo”) e la scelta di non utilizzarlo nell’amichevole contro l’Everton sono segnali chiari della direzione che il club sta prendendo.
La reazione della tifoseria
Mentre Dybala riflette sul suo futuro, i tifosi della Roma non sono rimasti comunque a guardare. Nella serata di ieri, un messaggio inequivocabile è apparso sui muri di Trigoria: “Paulo non si vende“. Un appello alla dirigenza e alla proprietà, considerato che per i tifosi, l’ex Juventus è troppo importante per essere lasciato andare via, nonostante l’arrivo di Soulé.
Anche se il messaggio è stato cancellato rapidamente, l’amore dei tifosi per Dybala rimane forte, e molti sperano che l’argentino possa restare a lungo nella Capitale.
La posizione di De Rossi su Dybala
E Daniele De Rossi? Eh, sembra aver tracciato una strada diversa. La cessione di Dybala rientra in un progetto di ringiovanimento della rosa e di riduzione del monte ingaggi, già alleggerito dagli addii di vari giocatori come Rui Patricio e Lukaku. Gli investimenti su giovani talenti come Matias Soulé e Artem Dovbyk segnano infatti l’inizio di un nuovo ciclo.
Ma è anche un discorso di natura prettamente tattica. La filosofia di gioco ad alta intensità di De Rossi non si adatta più a un Dybala che, nonostante il talento indiscusso, fatica a garantire continuità a causa dei frequenti infortuni. La Roma punta ora su giocatori più giovani e dinamici, che possano sposare meglio le idee tattiche del tecnico.
L’avrete capito: il caso Dybala–Roma è molto di più di una “semplice questione complessa”. E’ un intreccio. E dentro di sé ha motivazioni economiche, considerazioni tattiche. l’affetto di una tifoseria che non vuole separarsi dalla sua “Joya”. Per l’argentino non resta che accettare la ricca offerta dell’Al-Qadsiah: Roma è ormai un ricordo.