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Alle Olimpiadi di Parigi 2024, in tre tornei su quattro di pallacanestro, la Francia ha raccolto ben tre medaglie d’argento. Solo il team femminile di 3×3 è uscito ai gironi, per il resto la maschile del 3×3 e le due squadre di 5×5 sono arrivate fino in fondo, fermandosi sul più bello. Nel 5×5, peraltro, le due compagini transalpine hanno compiuto un percorso quasi in simbiosi, disputando una prima fase non esaltante e una seconda assolutamente in crescendo. Sia il team di coach Collet sia il team di coach Toupane si sono poi dovuti arrendere in finale alla favorita del torneo, gli Stati Uniti, ma il risultato è più che soddisfacente. Due secondi posti che lasciano intendere che in Francia il futuro della pallacanestro è decisamente roseo.

Il percorso della maschile

Il cammino del gruppo di coach Collet è stato a due facce. Una prima distratta, imballata, quasi in tensione vista la posta in palio di fronte al proprio pubblico. Ci riferiamo ovviamente alle gare del girone B, in cui i Blues hanno vinto due partite su tre, ma soffrendo fin troppo contro il Giappone e cedendo, di schianto, contro la Germania di Schröder, capace quest’ultima di passeggiare su una Francia irriconoscibile (71-85). Sono susseguite polemiche, tensioni tra coach Collet ed Evan Fournier e poi? È cambiato tutto.

La vittoria ai quarti di finale contro il Canada ha stupito tutti per quanto si era visto fino a quel momento. La Francia è risultata arrembante, anche perché coach Collet ha cambiato le carte in tavola. Panchinato Rudy Gobert (solo 4’ sul parquet), l’allenatore francese ha consegnato le chiavi della squadra ad un Cordinier pimpante e decisivo (20 punti contro i canadesi, con 4/5 da tre punti) e si è fidato, come ha sempre fatto, di un Batum difficile da descrivere a parole (33’ in campo, pur con 0 punti a referto). Anche Lessort è diventato un fattore e, nonostante un Wemby da soli 7 punti segnati, i Bleus sono riusciti a fermare un Canada opaco e con poche idee in fase offensiva (unico sempre in palla il solito Shai). Da questo momento la Francia ha preso lo slancio.

E la Germania si è puntualmente ripresentata, in semifinale, sul cammino dei francesi. La partenza è nuovamente shock (12-2 per Wagner e compagni) e pare che la storia possa ripetersi in negativo. Invece la Francia comincia a difendere e ribalta la partita, ancora con Cordinier, Yabusele e Wemby, nonostante un 6/27 da oltre l’arco. A sgretolarsi, questa volta, sono le certezze dei tedeschi che, pur con uno sforzo notevole per ribaltarla, perdono la seconda sfida con i francesi e, nella finalina, vengono sconfitti anche dalla Serbia. Come cambia la storia di un’Olimpiade, basta una partita per svoltare.

E in finale contro team Usa, la squadra di coach Collet ci ha provato fino alla fine. Poi, come al solito, è sbucato dal nulla Steph Curry, il quale, sul -3 Francia a 2 minuti e mezzo dalla fine, ha sparato la prima delle quattro triple che poi hanno chiuso la gara. L’ultima mai vista prima. Tornando al tema Bleus, ancora una volta Yabusele è stato encomiabile, con 20 punti a referto e una prova fisica e solida da annali, sostenuto da un Wembanyama versione marziano (26 punti e 7 rimbalzi) e che, nel post partita, ha fatto sapere di essere preoccupato per i suoi avversari negli anni a venire. La Francia ha dato tutto quello che aveva, anche grazie al contributo dei due veterani, leggasi De Colo e Batum. Il primo ha giocato una partita di astuzia e qualità (12 punti con 5/7 al tiro) e il secondo ha difeso su chiunque, in particolar modo su Steph Curry, salvo cadere sotto i colpi del numero 4 solo nel finale.

Lo stesso Batum ha dichiarato che quella contro team Usa è stata la sua ultima con la maglia francese, ricordando di averla indossata per quindici anni per un totale di 4 Mondiali, 4 Eurobasket e 4 Olimpiadi disputati e 7 medaglie guadagnate. Nel momento più importante della finalissima però sono state le palle perse a tradire i francesi, che non sono riusciti a sfruttare alcune interessanti occasioni per rientrare, anche per mancanza di ossigeno e lucidità. Le due immagini finali sono quelle che ritraggono Wemby in lacrime e il già citato Batum con un taglio evidente al sopracciglio: due segnali inequivocabili che la Francia sapeva di avere una possibilità e ha lottato con tutte le proprie forze per raggiungere l’oro. La medaglia più importante non è arrivata, ma questo argento è altrettanto appagante.  

Il percorso della femminile

Gabby Williams è stata forse la giocatrice migliore del torneo, A’ja Wilson e Breanna Stewart permettendo. Ha trascinato le sue compagne per tutta la competizione (15.5 punti, 4.7 rimbalzi e 4.8 assist di media in 27.1 minuti di utilizzo), realizzando ben 19 punti nella finale persa contro team Usa (in 33’ sul parquet). Avrebbe segnato di tabella sulla sirena anche il tiro del pareggio, se il suo piede non avesse pestato la linea da tre, fatto che è valso alle francesi solo il -1 e dunque la sconfitta nella finalissima. La Francia femminile ha avuto un percorso simile alla maschile, con un girone chiuso con il match perso inaspettatamente contro l’Australia (quest’ultima poi di bronzo), dopo due vittorie convincenti ai danni di Canada e Nigeria.

Ai quarti, ironia della sorte, il team di coach Toupane ha pescato e battuto la Germania senza troppi patemi, per poi guadagnarsi la finale superando, solo dopo un supplementare, il Belgio di Messeman e Vanloo. Una partita, quest’ultima, che può essere considerata, finalissima a parte, la migliore del torneo femminile di queste Olimpiadi (81-75 il risultato), un match che è vissuto di parziali e contro parziali e in cui le transalpine hanno dovuto vincere almeno due volte, dopo che Emma Messeman (19 punti in 40’ in campo) l’aveva mandata all’overtime con  una tripla. Le francesi hanno perso meno palloni (14 contro i 22 del Belgio) e hanno mandato ben 4 donne in doppia cifra, tra cui, neanche a dirlo, Gabby Williams (18).

E poi, la finalissima contro gli Stati Uniti, imbattuti da 60 partite alle Olimpiadi fino a quel momento. A differenza della maschile, la squadra di coach Toupane ha condotto per larghi tratti la sfida contro team Usa, raggiungendo addirittura il +10 al 23’ (35-25) e spaventando le avversarie, ma ancora una volta le americane sono risultate più ciniche, pur perdendo tanti palloni (19) e sbagliando tanto in area (17/44 da due punti). A ribaltare l’inerzia della gara ci hanno pensato Kelsey Plum e Sabrina Ionescu (con quest’ultima entrata per la prima volta nel terzo periodo), mentre la Stewart è stata parecchio silente (8 punti e 2/8 al tiro) e la Wilson è riuscita a salire in cattedra solo nel finale, trascinando comunque le proprie compagne nel momento decisivo – per lei, titolo di Mvp della competizione e 21 punti nel match per l’oro. Le francesi hanno dimostrato in ogni caso di potersela giocare, addirittura anche più della maschile, cavalcando le due punte di diamante Gabby Williams (miglior difensore della competizione) e Valeriane Ajaji (lunga eccellente in tutta la competizione e nel secondo miglior quintetto), mentre la terza, l’estrosa Marine Johannes, ha steccato (1/9 da tre in finale) e non è riuscita ad incidere come nelle precedenti gare.

Unico rammarico? Avere gestito male gli ultimi possessi in fase offensiva e non avere nemmeno tentato la tripla del pareggio – come dicevamo, il piede di Gabby era sulla linea. Team Usa è nuovamente d’oro (ottavo consecutivo, il sesto per la Taurasi), ma la Francia, per l’ennesima volta in queste Olimpiadi, non ha (quasi) nulla da rimproverarsi, essendo stata anche capace di migliorare il bronzo di Tokyo 2020.