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Le Olimpiadi di Parigi 2024 sono ormai agli annali ed è subito tempo di fare un bilancio della spedizione azzurra sulla Senna. Il medagliere ci racconta di un bottino di 40 podi complessivi (gli stessi di Tokyo) con ben 12 Ori che segnano un più due rispetto all’ultima edizione. Si può essere contenti di un risultato del genere, soprattutto in funzione di quella “contro classifica” delle medaglie di legno, che l’Italia ha (tristemente o meno) dominato con ben 25 quarti posto? Proviamo a stilare un bilancio complessivo di queste Olimpiadi azzurre.

I numeri del medagliere

Per cominciare, non si può che prendere atto di quello che è il Medagliere finale delle Olimpiadi di Parigi, che vede l’Italia chiudere in nona posizione con un bilancio di 12 Ori, 13 Argenti e 15 Bronzi. Per intenderci, siamo nettamente staccati dalle due super potenze USA e Cina che hanno chiuso con 40 Ori ciascuna, ma di fatto non così distanti dagli stessi padroni di casa francesi (16 Ori per i transalpini) o dalla Gran Bretagna (“solo” 14 Ori per gli inglesi contro le 22 che avevano ottenuto a Tokyo) e davanti sul filo di lana alla Germania (stessi nostri ori ma con un bottino complessivo minore).

Insomma, difficile non esordire dicendo che è stata sicuramente una grande Olimpiade per i nostri colori, che sono riusciti a piazzare podi in praticamente tutti gli sport in cui eravamo presenti (sono 20 le discipline sportive diverse in cui abbiamo preso medaglia). Anche il raffronto con Tokyo 2021 è alla fine vantaggioso: stesse medaglie complessive (40) ma con due Ori in più al collo. Certo, va detto che rispetto alla scorsa kermesse c’erano in pratica da spartirsi le 71 medaglie dei “russi” (assenti questa volta), ma in realtà la situazione delle prime dieci è rimasta molto similare (stesse nazioni in nove casi su dieci, con l’eccezione della Corea del Sud che con 13 Ori è entrata in Top Ten proprio al posto della Russia).

OriArgentiBronziTot.
USA404442126
CINA40272491
GIAPPONE20121345
AUSTRALIA18191653
FRANCIA16262264
OLANDA1571234
GRAN BRETAGNA14222965
COREA DEL SUD1391032
ITALIA12131540
GERMANIA1213833

Quanto è difficile il “Bis” olimpico

Un dato fa capire quanto sia difficile ripetere l’Oro Olimpico in due eventi di fila: dei 10 Ori ottenuti a Tokyo, in una sola occasione siamo riusciti a bissare anche a Parigi: è il caso di Ruggero Tita e Caterina Banti, di nuovo campioni nella Vela Nacra 17. In tutte le altre occasioni, gli eroi di Tokyo hanno fatto tanta fatica in quel di Parigi.

Gli esempi più eclatanti sono arrivati dall’atletica leggera, che aveva portato a casa da sola metà del bottino d’oro a Tokyo. A Parigi invece, è stato un calvario: nella marcia sia Stano che la Palmisano sono arrivati in condizioni precarie, non riuscendo nemmeno a finire sul podio della marcia; stesso discorso anche per la velocità, che dopo le storiche vittorie di Jacobs nei cento e della relativa staffetta, quest’anno non sono riusciti a strappare nemmeno un bronzo. Va detto che la prestazione dei nostri (Jacobs in primis) è stata comunque ottima (quinto in finale Marcel a una manciata di millesimi, quarta la staffetta), ma le aspettative erano indubbiamente diverse.

Così come diversa si immaginava questa olimpiade il nostro Tamberi, partito come assoluto favorito e finito nel martirio causato dalle coliche renali proprio nei giorni di gara (nono alla fine, ma eroe nell’essere stoico e presente in pedana). Anche Ganna e company si aspettavano probabilmente di confermare l’oro nell’inseguimento a squadre, ma nulla hanno potuto contro la corazzata australiana che gli ha sbattuto in faccia un nuovo record del mondo per conquistare la finale.

Nuove leve, vecchie glorie, Ori storici: l’Italia che cambia

Se è vero che non siamo riusciti a confermare molte delle attese che ci avevano fatto felici a Tokyo, altrettanto lo squadrone azzurro può però contare su un continuo rinnovo di ambizioni e di protagonisti. In particolare dal comparto femminile, che ha per la prima volta superato il bottino degli uomini con 7 Ori contro 5.

Un’Olimpiade che ha segnato tante “prime volte azzurre”: dalla splendida vittoria delle azzurre del volley che scrivono una pagina di storia ottenendo il primo Oro della specialità, così come le due splendide Paolini ed Errani che portano a casa l’Oro nel doppio del Tennis (da cent’anni non vincevamo una medaglia nel tennis, a Parigi ne abbiamo prese addirittura due con il bronzo di Musetti) o l’altrettanto storica vittoria di Alice D’Amato nella ginnastica alla trave.

Il nuoto non è certo stato parco di gioie in tutti questi anni, ma anche nelle medaglie d’oro di Martinenghi (100 Rana) e Ceccon (100 Dorso) c’è qualcosa di storico e straordinario (a Tokyo non era arrivato nessuno primo posto peraltro). E questo solo se ci vogliamo riferire agli “ori”, perchè in realtà ci sono state imprese da ricordare anche per gli altri gradini del podio.

Dalla giovanissima Sofia Raffaeli che ha portato a casa un terzo posto nell’individuale, fino al veterano Gregorio Paltrinieri che (pur con il rammarico della 10 Km nella Senna) ha segnato lo storico record di centrare almeno una medaglia in tre Olimpiadi consecutive.

ORIARGENTIBRONZI
Nicolò Martinenghi
(Nuoto)
Filippo Ganna
(Ciclismo Crono)
Luigi Samele
(Scherma)
Thomas Ceccon
(Nuoto)
Federico Maldini
(Tiro a segno)
Miressi, Ceccon, Bonin, Frigo
(Nuoto)
Fiamingo, Rizzi, Santuccio, Navarria
(Spada Femminile)
Filippo Macchi
(Scherma)
Paolo Monna
(Tiro a segno)
Giovanni De Gennario
(Canoa)
Andreoli, D’Amato, Esposito, Iorio, Villa
(Ginnastica)
Gregorio Paltrinieri
(Nuoto 800)
Alice Ballandi
(Judo)
Chiumento, Rambaldi, Panizza, Gentili
(Canottaggio)
Lorenzo Musetti
(Tennis)
Marta Maggetti
(Vela)
Silvana Stanco
(Tiro a Volo)
Manila Esposito
(Ginnastica)
Paolini, Errani
(Tennis)
Errigo, Favaretto, Volti, Palumbo
(Scherma)
Mattia Furlani
(Atletica Lungo)
Alice D’Amato
(Ginnastica)
Oppo, Soares
(Canottaggio)
Consonni, Ganna, Lamon, Milan
(Ciclismo)
Bacosi, Rossetti
(Tiro a Segno)
Gregorio Paltrinieri
(Nuoto 1500)
Ginevra Taddeucci
(Nuoto 10 Km)
Tita, Banti
(Vela)
Bianchi, Foconi, Macchi, Marini
(Scherma)
Antonio Pizzolato
(Pesi)
Consonni, Guazzini
(Ciclismo)
Casadei, Tacchini
(Canoa)
Sofia Raffaeli
(Ginnastica)
Italia
(Pallavolo Femminile)
Nadia Battocletti
(Atletica 10000)
Simone Alessio
(Taekwondo)
Consonni, Viviani
(Ciclismo)
Maurelli, Centofanti, Duranti, Mogurean, Paris
(Ginnastica)
Giorgio Malan
(Pentathlon)

Il grande rammarico: le medaglie di legno

In una Olimpiade non certo scevra da polemiche di ogni tipo, merita forse una particolare considerazione quella relativa al quarto posto della nostra Benedetta Pilato, che ha giustamente esaltato con gioia quel risultato per lei comunque straordinario. E ha ragione, tanto che vogliamo allargare il suo discorso a tutte quelle 25 Medaglie di “Legno” che i nostri sono riusciti a conquistare a Parigi.

Nessun altra nazione è riuscita a piazzare così tanti atleti ai margini del podio. C’è chi potrebbe rammaricarsi di questo risultato che ha ovviamente segnato in negativo il bilancio del medagliere, ma preferiamo invece valorizzare il significato profondo di questo numero: l’Italia c’è ed è competitiva praticamente ovunque.

Poi nel gioco dello sport c’è la bellezza del momento, quello in cui per un centesimo resti dietro, quello in cui per una pallina finita fuori di un centimetro perdi l’incontro, quello in cui dai tutto ma ci sono comunque tre più forti (ma sei comunque il quarto al Mondo). Specie se molti di questi quarti posti sono stati ottenuti da ragazzi giovani e in crescita (vedi nell’atletica ma anche altrove), che rivedremo con ogni probabilità anche in futuro tra i grandi protagonisti.

Tralasciamo volutamente, quelle situazioni vissute che non sono dipese dagli atleti stessi. Ogni riferimento a qualche giudice non proprio “amichevole” (nel Judo come nella scherma), è puramente voluto. Il Karma ci restituirà tutto, speriamo.

Top e Flop nelle discipline

Insieme a un ottimo bilancio complessivo e alla gioia inevitabile per le tante grandi prestazioni, diventa però naturale avere forse qualche rammarico per alcune discipline da cui ci si aspettava tantissimo. Dell’atletica abbiamo già parlato: cinque ori a Tokyo, zero in quel di Parigi (ma non si può parlare di fallimento quando ci ritroviamo con un argento fantastico della Battocletti e due bronzi futuribili come quelli di Furlani e Diaz, oltre a un’infinità di piazzamenti).

Anche nello scherma si potrebbe dire che non si è ottenuto quanto immaginato, ma forse in questo caso si parla anche di un certo riassetto dei valori assoluti, con l’Italia a dover contrastare tante realtà in ascesa, non a caso con scontri decisi solo all’ultima stoccata (quasi mai fortunata per noi nell’occasione). Anche qua, resta però un Oro femminile di squadra che rappresenta comunque un miglioramento rispetto a Tokyo (zero ori allora).

A “salvare” la spedizione di Judo e di lotta italiana, è forse l’Oro ottenuto da Alice Bellandi, che però non toglie completamente l’amaro in bocca per le tante possibilità sfumate sul più bello, non sempre per sola colpa degli atleti azzurri (chiedere ad Odette Giuffrida, per due volte condannata dall’arbitro più che dalla rivale).

Ma come detto, per ogni delusione arriva un nuovo entusiasmo. Lo abbiamo visto con le ragazze della ginnastica e della ritmica, con le splendide ragazze di Velasco nella pallavolo (ancora una delusione, invece, tra gli uomini), ma anche dal canottaggio e dalla vela, fucina costante di talenti e medaglie azzurre.

Il bilancio conclusivo? Come si può non essere soddisfatti di questa spedizione, che ha un tasso di talento altissimo in ogni disciplina, un mix perfetto di esperienza e gioventù, di provenienze e culture diverse. Il volto migliore del nostro bel paese.