L’Atalanta in Serie A ha vissuto spesso partenze altalenanti negli ultimi anni, ma nel campionato dei giorni d’oggi è una realtà ormai ampiamente affermata e solida, costruita su anni di ottimo lavoro, sia dentro il campo che fuori. La dirigenza della società bergamasca ha recentemente portato nel campionato italiano svariati talenti, sviluppati poi da uno dei migliori allenatori degli ultimi anni come Gian Piero Gasperini. Tuttavia, non è sempre stato così. Prima del mister originario di Grugliasco, la Dea era una squadra che orbitava tra la metà classifica e la zona retrocessione. Ai nastri di partenza odierni però l’Atalanta del “Gasp” è a tutti gli effetti una big e una legittima contendente per i piazzamenti europei.
“Historia magistra vitae” diceva Cicerone nel “De Oratoria”. Con questo termine, l’avvocato romano intendeva che conoscendo il proprio passato, si può tentare di plasmare il proprio futuro. Ecco perché in questa analisi andremo a ripercorrere le partenze in campionato dell’Atalanta negli ultimi anni, per cercare di farci un’idea su quanto le prime cinque giornate di campionato possano indicarci sull’andamento finale di una squadra, in questo caso della Dea.
La retrocessione in B del 2010
Nella stagione 2009/2010 l’Atalanta inizia il 50esimo campionato di Serie A della sua storia. Se quindi i tifosi pensavano di iniziare l’anno festeggiando, si sono dovuti ricredere subito: la Dea concluderà al 18esimo posto in classifica con 35 punti e ben 4 allenatori cambiati nel corso della stagione. Questo terz’ultimo piazzamento significava retrocessione per la società di Bergamo, mai veramente capace di ribaltare le sorti che sembravano scritte fin dall’inizio.
Partenza dell’Atalanta in Serie A che dà subito i primi indizi sulla sua stagione: arrivano infatti 4 sconfitte nelle prime 4 giornate. Per vedere la prima vittoria bisognerà attendere fino al 18 ottobre, giorno in cui arrivano i primi tre punti, conquistati in casa dell’Udinese. Nelle prime tre giornate affronta in ordine Lazio, Genoa e Sampdoria e non solo non porta a casa nessun punto, ma la Dea non segna nemmeno un gol nei primi 270 minuti di quel campionato. Alla quarta giornata l’Atalanta affronta il Bari al San Nicola, e la sconfitta per 4-1 rende inevitabile l’esonero di mister Gregucci. Sulla panchina arriva Antonio Conte, che fin da subito porta morale e grinta alla squadra che sembra in ripresa per poco più di un mese, e poi ennesimo tracollo. Dimissioni a gennaio del mister leccese e retrocessione ormai quasi inevitabile al termine della stagione.
L’anno successivo la Dea affronta la Serie B con una squadra nettamente più forte delle altre, ma la differenza tra le categorie ha inizialmente dato problemi ai nerazzurri. Nonostante infatti la vittoria finale del campionato di B, l’Atalanta inizia quella stagione con 2 vittorie con Vicenza e Pescara, 2 pareggi con Varese e Frosinone e 1 sconfitta con il Siena. Successivamente le sconfitte saranno rarissime nel corso dell’anno e la squadra di mister Colantuono tornerà molto facilmente in Serie A già dalla stagione successiva.
La Dea torna in A per restare
La stagione 2011/2012 sa di ritorno in Serie A per i tifosi orobici, e i risultati arrivano fin dall’inizio del campionato. Sono 4 vittorie e 1 pareggio i primi 5 risultati della Dea appena risalita dalla B, e quella stagione verrà conclusa con un ottimo 12esimo posto vista la penalizzazione iniziale di 6 punti per calcioscommesse, che avrebbe permesso all’Atalanta il loro miglior risultato di sempre con 52 punti. Tuttavia le prime 4 vittorie arrivano con Cesena, Palermo, Lecce e Novara, e il pareggio risale alla seconda giornata nella sfida contro il Genoa. Ciò risultò proprio in un’Atalanta che sapeva vincere i match con grandi prestazioni, e allo stesso tempo perdere spesso punti in gare che potevano sembrare alla portata.
Costante questa che rimarrà anche negli anni successivi. Fino al 2016 infatti, l’Atalanta non andrà mai oltre l’11esimo posto in campionato, e le partenze saranno spesso emblematiche per le stagioni che ne verranno fuori. Nella stagione 2012/2013 la Dea inizia subito con una sconfitta in casa della Lazio, pareggia con il Cagliari alla seconda giornata e vince con Milan e Palermo le due partite successive. Altra sconfitta poi con il Catania, i nerazzurri otterranno una salvezza tranquilla al termine di quella stagione, chiudendo al 15esimo posto con 40 punti.
50 sono invece i punti totalizzati dall’Atalanta nella stagione 13/14, che significarono 11esimo posto e quindi ulteriore conferma di una Dea abituata alla metà classifica. La stagione però iniziò in maniera alquanto burrascosa: 1 sola vittoria contro il Torino e 4 sconfitte nelle prime 5 gare di campionato sembravano presagire una stagione disastrosa, ma alla fine i nerazzurri di Bergamo eguagliarono il loro miglior risultato di sempre in Serie A al tempo con 50 punti, sempre con Stefano Colantuono sulla panchina.
Il rischio retrocessione e la voglia di cambiare
Il mister romano inizia quindi la sua quinta stagione da allenatore dell’Atalanta, e nella stagione 2014/2015 le cose non vanno esattamente come programmate. La partenza dell’Atalanta in quella Serie A rispecchierà esattamente l’andamento generale degli orobici in quella stagione: 1 pareggio alla prima giornata contro il Verona, 1 vittoria con il Cagliari e poi solo sconfitte con Fiorentina, Inter e Juventus. L’Atalanta in queste prime 5 giornate avrà segnato solo 1 gol subendone 7, realizzando quindi una delle peggiori partenze possibili, nonostante anche gli avversari di grande calibro affrontati.
Tuttavia, nonostante non scenderà mai sotto il 17esimo posto, in quella stagione l’Atalanta rischierà veramente la retrocessione. Colantuono viene esonerato a Marzo dopo la sconfitta casalinga con la Sampdoria e la squadra viene affidata a Edy Reja, che si salva con soli 3 punti di vantaggio sul Cagliari terz’ultimo. Mister Edy Reja viene quindi confermato per la stagione successiva e i risultati sono molto più soddisfacenti di quelli della stagione precedente. La Dea perde la prima a San Siro contro l’Inter per 1-0, e da quel momento solo risultati utili: vittoria con il Frosinone, pareggio con Sassuolo e Verona e poi di nuovo vittoria con l’Empoli e la Samp.
Atalanta che chiuderà quindi al 13esimo posto con un ottimo score di 45 punti, tuttavia Antonio Percassi e la dirigenza orobica non si sente soddisfatta. Hanno in mente un progetto e hanno in mente chi può guidarlo. L’allenatore scelto è proprio Gian Piero Gasperini, che arrivato dopo la precedente esperienza al Genoa, prende in mano una Dea con tanto potenziale inespresso e con grande voglia di crescere.
L’arrivo del “Gasp” a Bergamo
La stagione 2016/2017 segna l’esordio di Gasperini sulla panchina dell’Atalanta. Con lui la Dea aprirà un ciclo e in questa stagione otterrà il piazzamento in Europa League per la prima volta dopo 26 anni. Tuttavia quella stagione, da record, della società orobica non iniziò proprio con il piede giusto: 1 sola vittoria con il Torino, a fronte di 4 sconfitte con Lazio, Sampdoria, Cagliari e Palermo, rendevano l’Atalanta in quel momento la squadra con il piazzamento peggiore in Serie A insieme al Crotone.
Da quel momento probabilmente nella testa dei giocatori qualcosa si sblocca. Nel corso della stagione infatti arriveranno lo stesso numero di sconfitte che sono arrivate nelle prime 5 giornate. Saranno 8 infatti le partite perse dall’Atalanta nelle 38 giornate di Serie A, e il 4 posto con 72 punti segneranno un record storico per la Dea. Soprattutto perché frutto di un ottimo lavoro di scouting e di focus sui giocatori. Quell’anno infatti vedremo tanti talenti che beneficeranno del “metodo Gasp” e dell’etica del lavoro portata dal mister.
Modus operandi questo che continua nelle stagioni successive, con risultati alcune volte altalenanti e molte altre volte convincenti. Nella stagione 2017/2018, considerata anche un’Europa League da giocare, arriva un 7 posto con 60 punti totalizzati. Le prime due sono sconfitte con Roma e Napoli, poi una vittoria con il Sassuolo 2-1, un pareggio con il Chievo per 1-1 e una vittoria stracciante sul Crotone per 5-1. Ormai la Dea non punta più alla salvezza, l’effetto Gasperini ha davvero galvanizzato tutto l’ambiente.
La Dea è ammessa nell’Olimpo
Dal 2018 hanno inizio 3 stagioni memorabili per l’Atalanta. Saranno infatti 3 terzi posti consecutivi quelli realizzati dalla Dea in campionato che gli doneranno a tutti gli effetti lo status da “big” della Serie A. La stagione 2018/2019 inizia con i preliminari di Europa League e quindi in anticipo rispetto alle altre squadre italiane. Nelle prime 5 gare di questa stagione arriva solo una vittoria alla prima giornata contro il Frosinone per 4-0. Arrivano quindi due pareggi pirotecnici con la Roma per 3-3 e con il Milan per 2-2, e due sorprendenti sconfitte con Cagliari e SPAL. Dea che tuttavia chiuderà la stagione con 69 punti e un terzo posto che significa la prima partecipazione alla Champions League della sua storia.
Altro terzo posto nella stagione 19/20 e altra partenza dell’Atalanta in Serie A poco costante. Esordio in campionato con una vittoria per 3-2 sulla SPAL, sconfitta con il Torino con lo stesso risultato, poi vittoria con il Genoa, pareggio con la Fiorentina e vittoria con la Roma. Sarà una vera e propria stagione da record questa per l’Atalanta, che con i 78 punti di quel campionato raggiungono il più alto punteggio in classifica della sua storia.
78 esatti punti che si ripetono nella stagione seguente. Anche qui terzo posto e sempre una partenza a singhiozzo. L’Atalanta vince e convince nelle prime 3 gare di campionato, segnando 13 gol e subendone 5: 4-1 con la Lazio, 4-2 con il Torino e 5-2 con il Cagliari. Poi arrivano due sconfitte, una per 4-1 con il Napoli e una per 3-1 con la Sampdoria. Nonostante questo, Gasperini ha ormai indiscutibilmente portato la società orobica a livelli mai raggiunti prima d’ora.
Le stagioni recenti dell’Atalanta
La stagione 21/22 ha un sapore di ridimensionamento per la Dea, che dopo 3 terzi posti consecutivi, chiude il campionato all’ottavo posto con 59 punti e quindi non si qualifica a nessuna coppa europea per l’anno successivo. Avvenimento questo ormai più unico che raro, visto che si tratta della prima volta che la Dea finisce fuori dal piazzamento alle coppe europee sotto la direzione di Gasperini. Partenza in Serie A per l’Atalanta anche qui molto discontinua, vittoria all’esordio con il Torino per 2-1, poi pareggio 0-0 con il Bologna e sconfitta 2-1 con la Fiorentina a Bergamo. Successivamente arrivano altre due vittorie con Salernitana e Sassuolo, diventati a questo punto veri e propri match agevoli per la Dea.
Partenza in Serie A per l’Atalanta nella stagione successiva più decisa, sono 4 le vittorie nelle prime 5 gare con Sampdoria, Verona, Torino e Monza e un pareggio alla seconda giornata con il Milan per 1-1. La Dea chiuderà al quinto posto la stagione 22/23, tornando a qualificarsi in Europa League e riportando quindi il calcio europeo a Bergamo. Arriviamo quindi all’ultima stagione, la 2023/2024, che ha riservato altre gioie agli orobici, sia in ambito nazionale che europeo.
L’Atalanta è infatti fresca vincitrice dell’Europa League, avendo stracciato 3-0 il Bayer Leverkusen degli imbattibili e alzando il primo trofeo europeo della loro storia. Ma la partenza della Dea, ancora una volta, si conferma in cerca di continuità: vittoria con il Sassuolo alla prima giornata, sconfitta con il Frosinone alla seconda, poi ancora una vittoria con il Monza, di nuovo una sconfitta con la Fiorentina e infine una vittoria col Cagliari. L’Atalanta chiuderà la stagione al quarto posto con 69 punti, ma la partenza è stata tutt’altro che costante, come ormai ci ha confermato e riconfermato nel corso degli anni.