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Di episodi più o meno curiosi nella storia dello sport mondiale, sono piene le cronache di tutti i siti del mondo, dei giornali delle più disparate epoche in cui essi sono accaduti e, soprattutto, delle memorie di chi li ha vissuti in prima persona.

Ancora qualcuno, certamente con qualche capello bianco sulla fronte, può raccontare ciò che viene ricordato come uno degli eventi più iconici che hanno fatto capo all’emancipazione femminile, non solo nello sport, ma nella società del secolo scorso.

Parliamo del leggendario incontro di tennis tra  Billie Jean King e Bobby Riggs.

Bobby Riggs, il più forte di tutti

Per un buon periodo della sua carriera, Robert Larimore Riggs, conosciuto da tutti come “Bobby”, fu considerato il miglior tennista al mondo, ma la sua carriera fu molto simile a quella di molti atleti che cominciarono la loro ascesa poco prima della seconda guerra mondiale e, proprio per via dello sviluppo del conflitto bellico, dovettero rinunciare a una buona fetta di gloria.

Bobby Riggs nacque infatti nel 1918 e l’apice della sua carriera fu fatto registrare tra il 1941 e il 1948, quando rimase a lungo ai vertici della classifica mondiale, occupando il primo posto per ben tre volte in otto anni.

Vinse il torneo di Wimbledon nel 1939 e ben due volte gli US Open, sempre nel 1939 e nel 1941.

Furono in tanti a riconoscergli meriti che, se non fosse esistita la seconda guerra mondiale, sarebbero stati ben più importanti, anche se la vera fama, Bobby Riggs, la raggiunse molti anni più tardi.

In molti dei tornei che giocava, Riggs scommetteva su se stesso e si dice che raccolse una fortuna per questo motivo, un patrimonio di $100.000.

Il massacro della festa della mamma

Dopo alcuni anni dall’uscita di Riggs dal tennis professionistico, il giocatore di Los Angeles aveva voglia di tornare a far parlare di sé e, alla veneranda età di 55 anni, si inventò tutta una serie di sfide con le giocatrici di tennis più in voga dell’epoca.

L’operazione era atta per lo più a mettere qualche soldino in tasca, visto che ognuno di quegli incontri poteva avere un valore di mercato di $10.000 e in tante declinarono l’invito da parte di Riggs a misurarsi in un campo da tennis.

La prima a cascarci fu Margaret Court, che all’epoca albergava al numero 1 delle classifiche mondiali e che prese una sonora batosta dallo statunitense per 6-2 / 6-1, al termine di un match che fu seguitissimo e che, per le dimensioni di tale sconfitta, prese il nome di “massacro della festa della mamma”.

In quell’occasione Riggs fu scaltro a utilizzare tutta una serie di colpi, mixando sapientemente palle corte e pallonetti e mettendo sempre in difficoltà la sua avversaria.

Noi ragazze non giochiamo così“, disse la giocatrice sconfitta e il capitolo si chiuse con l’idea che una manifestazione di superiorità così palese, valesse in ogni campo sportivo, a prescindere dall’età dei contendenti.

Billie Jean King regina dell’emancipazione femminile

Ovviamente erano tempi diversi rispetto a quelli attuali e non era semplice affermare i diritti delle donne all’interno di una mentalità ancorata a paradigmi difficili da estirpare.

Ma tra le tenniste di sesso femminile, ve n’era una che veniva vista, soprattutto dal suo avversario, come “la leader delle donne libertine“.

Dopo tutta una serie di rifiuti, la tennista statunitense classe 1943, accettò, probabilmente allettata dalla borsa che gli sponsor e l’organizzazione misero in palio, $100.000 tutte al vincitore, o alla vincitrice, oltre a 75.000 dollari per ciascuno.

In conferenza stampa Riggs fece lo spavaldo e dichiarò: “ti dico io perché vincerò. Lei è una donna e le donne non hanno la stabilità mentale per affrontare un incontro così“.

Le dichiarazioni ulteriori da parte di Riggs furono prese dalla sua avversaria molto seriamente, proprio perché facenti capo ad una considerazione becera e patriarcale, prima tra tutte quella che fu riportata maggiormente dagli organi di stampa del tempo:  “le donne appartengono alla camera da letto e alla cucina, in quest’ordine”.

La rivincita della regina

Il 20 settembre del 1973, il tanto atteso match della “battaglia dei sessi”, ebbe luogo all’Astrodome di Houston e più che un incontro di tennis, diventò fin da subito una specie di spettacolo mediatico all’inizio del quale la King entrò cavalcando una lettiga dorata sostenuta dai membri dell’atletica maschile, mentre Riggs fece il suo ingresso in un risciò seguito da tutta una serie di ragazze poco vestite che portavano uno striscione sul quale vi era scritto “le amiche del cuore di Bobby”.

Lasciando da parte altri particolari che fecero sembrare il tutto una grande carnevalata che perse di credibilità, tanto che furono tantissime le voci di una sorta di combine messa in piedi dal tennista, per mettere in tasca un bel po’ di soldi, si arrivò ad un risultato clamoroso.

L’incontro fu infatti vinto dalla King al terzo set e, come scrisse il sito history.com, la campionessa disse che se non avesse vinto “saremmo tornati indietro di 50 anni e la mia sconfitta avrebbe influenzato l’autostima di tutte le donne