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“Papà, papà, guarda questa ragazza: ha le mani sporchissime!”.

Se avete un bambino in famiglia, siete appassionati di atletica leggera e siete di fronte alla televisione con i vostri figli per godere di una gara spettacolare come quella del salto con l’asta, al 100% vi verrà fatta questa domanda.

La risposta a tale quesito verrà abbastanza facile: spiegherete al vostro erede che quella è una colla speciale che serve ad avere una presa migliore sull’asta, e che viene utilizzata da tutti gli atleti per evitare che spiacevoli e pericolosi scivolamenti delle mani sull’attrezzo causino infortuni o prestazioni negative.

Grip wax o grip tape

Il problema potrebbe giungere nel momento in cui i più svegli tra i vostri figli decidessero di andare alla radice del problema e cominciassero a chiedere di che materiale sono fatte queste speciali colle da apporre alle mani.

Probabilmente la maggior parte di noi si fermerebbe ad un molto generico “materiale colloso” o, ancora meglio, “appiccicoso“, ma se volete istruire il vostro pargoletto curioso al meglio, allora siete nel posto giusto.

Una presa sicura e stabile è garantita durante la competizione da tutta una serie di materiali che cambiano la loro composizione a seconda dell’esigenza a cui deve fare capo l’atleta di turno.

Il risultato finale della mistura di questi elementi viene chiamata in modo molto grezzo, semplicemente “colla”, ma il suo nome tecnico, soprattutto in relazione ai nastri da utilizzare sull’asta o sulle mani, è “grip wax” o, se preferite, “grip tape”.

Un tempo tutte queste diavolerie non esistevano e per una migliore presa dell’attrezzo, lo ricorderete anche quando i tennisti si fermavano dietro la sedia del giudice tra un gioco e l’altro, veniva utilizzata della semplice segatura.

A parte il poco elegante mescolamento del legno in polvere che poco si addice ad uno sport nobile come il tennis, si arrivava alla fine del match che tutta l’area circostante il seggiolone del Giudice Arbitro, era invasa da polvere marroncina, non esattamente un bel vedere.

Il passaggio alla modernità

Lo stesso discorso vale per tutti quegli sport per i quali una presa efficace fa parte della riuscita del gesto atletico, e il salto con l’asta è ovviamente uno di questi.

Inoltre nello sport con l’asta, si vola a quote piuttosto alte, dalle quali se la presa non è perfetta e qualcosa non va, il rischio di ritrovarsi a gambe all’aria è ovviamente molto alto e qui si parla di infortuni seri e pesanti, non solo di un rovescio sparacchiato in tribuna al Roland Garros.

Sebbene le specifiche miscele possano variare tra i diversi produttori e, come già detto, a seconda delle esigenze degli atleti, i principali componenti sono generalmente quelli che vi stiamo per elencare.

Resine naturali o sintetiche

Partiamo subito con quello che è l’elemento più importante che deve fare da collante tra il palmo delle mani e l’attrezzo, la creazione della superficie adesiva che deve migliorare la presa in prima battuta.

Parliamo di resine di origine naturale, che derivano sostanzialmente da piante, esattamente come quelle con le quali ci sporcavamo le mani da ragazzini, raccogliendole dai tronchi degli alberi che le perdevano e dalle quali era difficilissimo liberarsi.

Ma esse possono essere prodotte anche chimicamente, con tutta una serie di lavorazioni atte a produrre una miscela che migliora sensibilmente la presa degli atleti, in questo caso parliamo delle resine sintetiche.

La cera d’api

Anche la cera delle api è sostanzialmente utilizzata per aumentare la presa delle mani, ma la sua consistenza molto più malleabile delle resine, permette un’impugnatura molto più docile e morbida, per un migliore approccio con l’attrezzo.

Polimeri elastomerici

Per quanto riguarda invece l’elasticità e l’aderenza della mano all’asta, vengono invece in soccorso agli atleti i cosiddetti polimeri elastomerici, che, aggiunti alle miscele di cui abbiamo parlato fin qui, aiutano a mantenere le due qualità di cui sopra, sia per condizioni diverse derivanti dall’oscillazione in fase di rincorsa, stacco, volo e atterraggio, che in condizioni prettamente climatiche, come ad esempio la presenza di temperature estreme.

Gli stabilizzatori e i componenti specifici

Gli stabilizzatori, associati spesso agli additivi di origine chimica, sono invece tutti quei composti di origine vegetale o minerale che aiutano a mantenere la flessibilità e, soprattutto, prevengono l’essicazione immediata della colla e della miscela di cui è composta.

Per chiudere il discorso, infine, è giusto menzionare una particolare resina che viene però utilizzata solo in determinate condizioni molto difficili, come ad esempio una non perfetta presa dell’asta, anche a seguito dell’utilizzo dei materiali descritti fin qui.

La più utilizzata tra queste è la resina di pino, o comunque delle conifere, probabilmente la più scomoda tra le resine, ma certamente una delle più efficaci.