Chi capisce Tom Pidcock oggettivamente è bravo. Assolutamente ingestibile, quasi irritante dal punto di vista della sua squadra, la Ineos, nel corso della stagione su strada: poi va ai Giochi di Parigi e vince l’oro nel Cross Country.
L’inglese è un talento puro, forse non è ancora entrato nelle dinamiche di team, di fare gruppo, l’ha anche ammesso più volte in pubblico. Un personaggio unico nel ciclismo.
Tom Pidcock, un fantasma alla Ineos
Detto che l’Ineos intera è stata una grossa delusione fin qua nella stagione su strada, l’unica vittoria di prestigio è arrivata proprio grazie a Tom Pidcock, vincitore in maniera spettacolare dell’Amstel Gold Race.
Poi d’accordo, il terzo posto di Geraint Thomas al Giro d’Italia, senza però prendere mai mezza iniziativa, e un Tour de France francamente imbarazzante.
Un Tour de France in cui Pidcock è stato quasi sprezzante nell’atteggiamento: teoricamente primo aiutante di Carlos Rodriguez, prima della partenza aveva affermato di voler partecipare alla Grande Boucle solo per andare a caccia di una tappa, almeno.
Con un Geraint Thomas azzerato dal Covid e dall’età, la squadra è andata via via alla deriva, e Tom Pidcock ha trovato il tempo pure di ritirarsi, una volta capito l’andazzo.
Mercato, passaggio alla RedBull-Bora in vista?
Sembrava evidente del resto che il vero obiettivo stagionale di Tom Pidcock sarebbero state le Olimpiadi di Parigi, con la prova di Cross Country nel mirino da sempre, nel tentativo di bissare il successo a Tokyo nel 2021.
E in effetti l’inglese il bis l’ha fatto, scrollandosi di dosso (letteralmente) il francese Koretzky nell’ultimo giro di gara e vincendo poi in solitaria, tra i fischi del pubblico locale.
Doppio titolo olimpico, roba da fenomeno vero, che forse potrebbe spingere Tom Pidcock a “mettere la testa a posto” nell’ottica del ritorno alle corse su strada, che non solo il primo amore del 25enne inglese ma che rappresentano ormai la sua quotidianità.
Forse però il problema è solo l’ambiente all’interno della squadra, una Ineos che deve capire ancora cosa fare da grande, su chi puntare davvero.
Le voci in tal senso ci dicono che Tom Pidcock potrebbe cambiare aria. Le voci parlano di un robusto interessamento della RedBull-Bora
Del resto è risaputo il legame dell’inglese con la multinazionale di bevande energetiche, che è un suo sponsor personale. Contratto fino al 2027 da 3 milioni a stagione da rilevare che non dovrebbe essere un problema.