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I Giochi Olimpici esistono ormai da più di un secolo, e sebbene la prima edizione ufficiale risale a quella di Atene 1896, gli sport e le discipline che vi sono protagonisti hanno origini ben più antiche e radicate. Se infatti ci sono sport che sono sempre stati praticati, anche ben prima delle edizioni organizzate ufficialmente dal CIO nelle Olimpiadi moderne, alcuni sono stati di fatto solo delle apparizioni, mentre altri sono stati aggiunti per poi essere rimossi nel corso delle varie Olimpiadi. Ecco quindi di seguito tutti gli sport che storicamente hanno fatto parte dei giochi, ma che ormai al giorno d’oggi non vediamo più.

Come e perché cambiano gli sport olimpici

Ai Giochi Olimpici di Parigi 2024 gli sport complessivi sono 32, per un totale di 47 discipline e 329 eventi, tra maschili e femminili. Non sempre però questo numero è stato lo stesso. Nel corso degli anni infatti le discipline sono variate tantissimo. In ogni edizione vengono aggiunti nuovi sport in favore di altri che invece vengono sostituiti.

Questo è dovuto a svariati motivi, tra cui l’influenza che un determinato sport ha sulla nazione ospitante, la crescita di interesse verso esso e la sua rappresentanza internazionale. Di conseguenza, storicamente altre discipline hanno perso il loro posto nell’organizzazione del calendario olimpico, non venendo quindi più riconosciute dal CIO.

Esattamente 100 anni fa, nell’edizione di Parigi 1924, si ha l’introduzione degli sport dimostrativi. Essi avevano l’intento, come facilmente intuibile dal nome, di essere messi al test dei Giochi Olimpici per verificarne l’interesse al grande pubblico, dando spesso e volentieri visibilità a sport caratteristici della nazione ospitante. Questi sport dimostrativi comunque non avevano valore nel conteggio del medagliere finale, ma hanno permesso a vari sport di essere poi inseriti nel programma olimpico ufficiale delle successive edizioni.

Il CIO nel 1989 ha rimosso gli sport dimostrativi in linea ufficiale, apparendo questi per l’ultima volta nelle Olimpiadi del 1992. Negli ultimi anni vengono comunque aggiunti nuovi sport ad ogni nuova edizione dei giochi, ma questi ultimi a differenza dei primi vengono considerati nel medagliere. Ad esempio nei Giochi Olimpici di Parigi 2024 vediamo l’esordio della break dance, con 32 atleti totali partecipanti e due giorni di gare assegnate.

Quali sport non sono più olimpici

In totale sono 18 gli sport e le discipline che contano almeno una apparizioni alle Olimpiadi estive e non compaiono più nel calendario olimpico di Parigi 2024. Di queste 18 però, pattinaggio di figura e hockey su ghiaccio vennero inizialmente provate nei giochi estivi per essere poi spostate in quelli invernali. Inoltre, nonostante nelle Olimpiadi di Parigi del 1900 vennero introdotti il motorsport e la motonautica, non sono stati più successivamente riconosciuti dal CIO. Ciò è dovuto da una regola della Carta Olimpica che vieta “sport o discipline la cui performance dipenda dalla propulsione meccanica”.

Altri sport come baseball, softball e polo hanno visto svariate presenze nel corso delle edizioni olimpiche, venendo spesso rimossi e reinseriti come nel caso del baseball e del softball, o addirittura rimossi definitivamente data la perdita di interesse e seguito come nel caso del polo. Anche il tiro alla fune ha subito questa fine, venendo sempre praticato dal 1900 al 1920 e che oggi non vedono più una disciplina riconosciuta dal comitato olimpico.

Vediamo tuttavia sport come l’equitazione che ormai da anni fa parte del calendario olimpico, ma alcune discipline, come quella del volteggio, hanno visto appena un paio di apparizioni nei giochi del 1900 e del 1920, per non essere più state considerate nella scelta degli eventi. Lo stesso destino è capitato al karate, esordiente alle scorse Olimpiadi di Tokyo 2020, rimosso infatti nei giochi di Parigi 2024. Il Rugby invece è stato rimosso dalle Olimpiadi del 1928, quando ancora si praticava a livello olimpico con 15 giocatori per squadra, per essere poi stato reinserito nel 2016, ma praticato in un formato 7 contro 7.

Gli sport secondari e di nicchia

Ci sono sport che vedono la loro presenza in pochissime occasioni nel corso delle edizioni dei Giochi Olimpici. Questo è anche maggiormente dovuto alla peculiarità di certi sport e alla poca diffusione di essi, che li rendono a tutti gli effetti definibili come secondari o di nicchia. Sotto questo titolo possiamo collocare sport come la pelota basca, il lacrosse, il croquet, la pallacorda, il cricket, il racquets e il roque.

La pelota basca ad esempio è maggiormente praticato appunto in quella specifica zona a nord della Spagna. Perciò non vedendo una grande partecipazione a livello internazionale, si ha una forte supremazia basca. Anche per questo motivo il CIO ha inserito pallacorda, racquets, roque, cricket, croquet e lacrosse a titolo di prova, per poi rimuoverle. E ciò è dovuto anche a causa delle vittorie schiaccianti degli atleti rappresentanti la nazione di origine del determinato sport. Ad esempio si è riscontrato un dominio britannico in cricket e racquets e una prevalenza francese nel croquet.

Gli italiani negli sport che non esistono più

Nel medagliere degli sport non più riconosciuti dal comitato olimpico si ha una leggera influenza italiana. Si riscontrano infatti pochi nomi, ma ogni medaglia vinta non può che essere osservata con orgoglio da ogni tifoso degli azzurri nei Giochi Olimpici.

Nell’equitazione, Gian Giorgio Trissino conquista l’oro nel salto in alto e l’argento nel salto in lungo nelle Olimpiadi di Parigi 1900. Diventa il primo italiano a vincere una medaglia in assoluto, e anche il primo italiano a ricevere in premio una medaglia d’oro ai Giochi Olimpici. Nel karate, a Tokyo 2020, Luigi Busà ha onorato i colori azzurri con un oro nel kumite per gli uomini fino a 75 kg. Nella categoria femminile Viviana Bottaro ha conquistato il bronzo nella categoria kata. Purtroppo, per noi italiani, non rivedremo questa categoria nelle Olimpiadi di Parigi 2024. Chissà che un domani i nostri atleti non possano tornare ad indossare il kimono per rappresentare i colori dell’Italia a una competizione olimpica.