Il mondiale di Formula 1 ha vissuto un altro week end di emozioni incredibili in quel del Hungaroring, un circuito che raramente ha visto così tanti colpi di scena e soprattutto possibili strascichi sulla classifica e sui rapporti di forza nei vari team.
Si finisce con Oscar Piastri a festeggiare il suo primo successo in carriera, quinto vincitore diverso negli ultimi sei Gran Premi, dopo che il suo compagno di squadra Lando Norris gli ha ceduto platealmente il posto a un paio di giri dal termine (ordini di scuderia), ma anche con un Verstappen mai così arrabbiato (e fallace) e una Ferrari che si scopre inspiegabilmente la più veloce in pista nella fase centrale della gara (salvo poi sbagliare strategia come solito).
Insomma, è successo un po’ di tutto e proviamo a tirare le somme nel nostro consueto “Pagellone” che riserverà anche qualche considerazione a margine sui tanti spunti entrati in gioco.
Il Pagellone del Gran Premio di Ungheria
Lando Norris – Voto 7,5 – Sacrificato! (McLaren – Voto 3 – Harakiri)
Quanto successo alla McLaren in Ungheria, è la prova provata di come il muretto non sia per niente all’altezza di una monoposto diventata la più forte del lotto e di due piloti parimenti fortissimi. La gestione del monopolio in vetta per tutta la gara, è stata letteralmente disastrosa.
Partiamo da Lando Norris, che ha un voto non eccelso semplicemente perchè per l’ennesima volta in carriera, parte malissimo dalla pole e dopo un paio di curve è già dietro a inseguire il suo compagno di squadra (nota non a margine, l’inglese non ha MAI vinto una gara quando partiva dalla pole).
Poi è bravissimo invece a tenere il passo nella prima parte, e ancora di più forse nel finale, quando per l’assurdo gioco dei box torna in vetta e da quel momento diventa letteralmente imprendibile per tutti, finendo con sei secondi di vantaggio su Piastri, malgrado le suppliche del muretto di andare più piano e di far risalire il suo compagno, designato vincitore proprio per quella chiamata ai box mentre era in vetta (il così detto “undercut” che fatto in casa somiglia più a un “harakiri”).
La frittata definitiva arriva nelle comunicazioni seguenti, quando il teatrino passa da dramma a farsa, con Norris che gira sempre più veloce e Piastri che non riesce a stare al ritmo, e la voglia di Lando di staccare il microfono soprattutto negli ultimi giri, quando vede Verstappen in grande difficoltà e sente la possibilità di fare il colpaccio nella classifica.
A mettere fine, finalmente, alla questione è l’ultimo messaggio, che in pratica minaccia Norris di non avere poi più l’appoggio della squadra se non cede la posizione. E lui con buona pace di tutti, rallenta platealmente a tre giri dal termine facendo passare Piastri e chiedendosi, probabilmente, cosa succederebbe se a fine anno finisse secondo a sette punti da Verstappen.
Oscar Piastri – Voto 7,5 – Il futuro è adesso!
In tutto questo, il “povero” Oscar Piastri non c’entra nulla e, anzi, lui il suo l’ha fatto in pieno, riuscendo a portarsi in vetta in partenza e allungando subito il vantaggio nel suo momento migliore.
Poi certo, nel finale sembrava averne molto meno del compagno (non riusciva minimamente a raggiungerlo malgrado i richiami del team), ma è totalmente esente da colpe in questa folle gestione di squadra, che spiega però come mai da almeno otto Gran Premi le McLaren siano le migliori in pista, ma abbiano perso quasi sempre punti per strada.
La sua faccia e la sua voce a fine gara, sono un mix tra la gioia della sua prima vittoria in carriera (e a soli 23 anni, di certo non sarà l’ultima), unita all’amarezza di averla conquistata nel peggiore dei modi e in maniera così eclatante.
Lewis Hamilton – Voto 8 – Il Campione!
La Ferrari arranca, la McLaren si fa male da sola, la RedBull litiga. E intanto la Mercedes dimostra quanto invece sia al momento la più brava a gestire le situazioni più complicate di gara e come riesca spesso a tirare fuori il meglio da entrambi i suoi piloti.
Il capolavoro lo fa con Lewis, che di suo ci mette tutta l’esperienza del caso riuscendo in entrambe le soste ai box a sfruttare l’undercut per salire di posizione. Spinge tanto nei suoi primi giri con gomme nuove, forse anche troppo nel primo cambio visto che poi i suoi tempi crollano, ma poi è altrettanto bravo a tenere dietro un Verstappen fin troppo nervoso, tanto da indurlo all’errore e conservare un terzo posto che è quanto di meglio si potesse fare partendo dalla sesta posizione.
Max Verstappen – Voto 4 – Che nervoso!
Lo abbiamo sempre incensato di quanto il buon Max fosse sempre riuscito a mantenere la calma sfruttando ogni occasione, ma forse non abbiamo valutato abbastanza bene quanto fosse il gap su tutti i rivali. E così che proprio ora che la sua invincibile RedBull è tornata tra gli umani, che anche per il pilota olandese alle prime grosse difficoltà saltano i nervi.
Si era avuta qualche avvisaglia in alcuni messaggi radio delle scorse domeniche, ma niente rispetto a quanto abbiamo sentito in Ungheria. Un Verstappen rabbioso nelle sue risposte, critico in maniera netta su qualsiasi comunicazione o scelta strategica (e ci aggiungiamo l’evidente delusione per gli sviluppi che sembrano non portare a niente), salvo poi però perdere le staffe anche con il volante, finendo per commettere un errore non certo da lui.
La fortuna (cosa a cui non ha perso abitudine) vuole che anche quando la sua vettura sbatte per terra dopo un volo di qualche metro, riesca comunque a finire la corsa (quinto) limitando i danni in classifica (con il contributo della McLaren che lascia sul posto sette punti in meno a Norris), ma la crisi interna sembra ormai aperta e da quanto visto (e sentito) c’è da pensare che non sia finita qua (quel “Ti comporti come un bambino” del team radio, difficile venga digerito facilmente da uno come Verstappen).
Charles Leclerc – Voto 7 – Ma che è successo?
Un week end che sembrava da dimenticare, tra botti in pista, errori ai box e una macchina che non ne voleva sapere di andare veloce (tanto che ancora una volta Sainz partiva avanti).
Poi accade l’imponderabile. Charles ci mette del suo partendo alla grande e recuperando subito due posizioni, tenendo anche il passo dei migliori per un po’, ma è dopo la prima sosta ai box che qualcosa si sblocca.
La Ferrari (ancora una volta) non sceglie il momento migliore per il pit stop, tornando in pista decisamente più staccata dai rivali (Hamilton era quarto a un secondo e mezzo prima delle soste, mentre dopo era finito terzo e a quattordici secondi di distacco), ma Charles con le gomme hard ha letteralmente un altro passo.
Comincia a infilare un giro veloce dopo l’altro, diventando per tutta la parte centrale la vettura più veloce in pista (anche delle due McLaren in testa) e lottando con Hamilton e Verstappen persino per il podio. Vuoi mai che la Ferrari ne faccia una giusta per una volta (anche se totalmente a caso)? No.
E infatti proprio nel suo momento migliore (con le sue hard che giravano al meglio e con solo 16 giri sulle spalle), viene richiamato alla sosta insieme ad Hamilton, che però anticipa la sosta visto che può permettersi un set di gomme hard, mentre per Leclerc ci sono solo le gialle ad attenderlo, con cui dovrà fare altri 28 giri.
Scelta abbastanza strana che mette Leclerc in grande difficoltà da quel momento in poi, fino a un finale dove viene sverniciato da Verstappen in rimonta, salvo poi superarlo di nuovo solo grazie all’errore dell’olandese. Un quarto posto comunque che vale oro e che speriamo possa dare un po’ di fiducia al monegasco. Sempre che dal muretto della rossa comincino a dar man forte con qualche scelta più ponderata.
Carlos Sainz – Voto 6 – Medioman!
Che dire, lo spagnolo fa il suo e niente di più. Parte però malissimo e la sua gara è subito condizionata al peggio. Non ci sono acuti per altri settanta giri, dove lo vediamo in scena solo quando c’è da cambiare le gomme (anche in quel caso, senza strategie alternative per vedere di approfittare di qualche momento utile… e ce ne sarebbero stati diversi).
George Russell – Voto 6,5 – Se non puoi vincere, meglio non perdere!
Gara segnata già dalle qualifiche per l’inglese della Mercedes, che però (vedi quanto detto sopra) è bravissima anche nel suo caso a inventarsi una strategia alternativa (prima parte di gara con le Hard per allungare al massimo) utile per metterlo in condizioni di fare del suo meglio. E lui lo fa, in una gara senza errori fatta di grande gestione gomme nella prima parte e con il lusso di concedersi anche il giro veloce (e il punto addizionale) nella fase finale, sempre con le hard fresche.
Sergio Perez – Voto 6,5 – Toh, chi si rivede!
Assente ingiustificato da qualche gara a questa parte, il messicano è ormai avvolto da una spirale negativa che non sembra conoscere fine. Pur con le sue solite difficoltà in una Redbull decisamente meno dominante e con un futuro già segnato fuori dai bibitari, almeno questa volta Perez è riuscito in gara a mettere una pezza a una qualifica che lo ha relegato in 17° posizione in partenza. Certo, il settimo posto finale non è che sia niente di eclatante, ma almeno non ha commesso errori e ha probabilmente ottenuto il massimo in questo momento (anche per lui, una strategia con un primo stint allungando e gomme bianche).
Yuki Tsunoda – Voto 6,5 – Banzai!
Quando non hai più niente da perdere, devi inventarti qualcosa di diverso. E Tsunoda (e la Honda) sono stati bravi in questo caso a provare il tutto per tutto con una strategia che sembrava impossibile nei giorni precedenti la gara: quella di una sola sosta ai box.
E invece, con le temperature non eccessive delle prime prove, Tsunoda ha potuto giocarsi il jolly e resistere con un solo cambio (da gialle a bianche) al 29° giro, resistendo poi all’attacco della Aston Martin di Stroll nelle fasi finali (ma qua abbiamo visto come per passare bisognava essere davvero molto più veloci dei rivali).