A Parigi 2024 andrà in scena il “secondo ballo” della pallacanestro 3×3, la cui prima volta, intesa come sport olimpico, è avvenuta a Tokyo 2020 (disputatasi nel 2021, causa Covid). Dai “campetti” alle Olimpiadi, la FIBA (federazione internazionale di pallacanestro) ha stabilito regole specifiche per questo nuovo sport olimpico. Andiamo a scoprire questo mondo affascinante.
Origini
Il basket 3×3, il classico “Streetball”, ha inizio negli anni 80 in America e poi, con il passare del tempo, diventa sempre più popolare, a tal punto che la FIBA decide di testarlo agli Asian Indoor Games del 2007. Nel 2010 c’è il primo evento ufficiale di 3×3 agli Youth Olympic Games (Singapore), mentre nel 2011 la FIBA organizza la 3×3 U18 World Cup, per cui i primi due eventi vengono organizzati in ambito giovanile.
Dal 2012 comincia l’ascesa vera e propria, con la nascita del FIBA 3×3 World Tour, che dunque professionalizza questo sport – dove i team rappresentano le città e hanno la possibilità di vincere premi in denaro. Infine, il 9 giugno 2017 il basket 3×3 è stato aggiunto al programma olimpico e il primo palcoscenico è stato quello di Tokyo, nell’edizione 2020 (disputatasi, come anticipato nel 2021), in cui a vincere sono risultati gli Stati Uniti e la Lettonia, rispettivamente per la categoria femminile e quella maschile.
Le regole
Innanzitutto tre sono i giocatori in campo per ciascuna squadra nella pallacanestro 3×3, più un cambio, mentre nel basket “classico” sono cinque in campo e sette in panchina. L’altra differenza sostanziale è che si gioca in una singola metà campo, con le due squadre che, ad ogni cambio possesso, devono assolutamente oltrepassare la linea da tre punti per poter effettuare una nuova azione – ogni volta che una squadra segna il canestro, sarà l’altra ad avere il possesso per poter attaccare, sempre uscendo dalla linea dei tre punti. Anche il pallone è differente rispetto alla pallacanestro più canonica, dato che, nel caso del 3×3, la circonferenza è taglia 6 (da categoria femminile) e il peso è taglia 7 (da categoria maschile).
Le azioni durano inoltre 12 secondi, la metà rispetto al basket 5×5, per cui sono più dinamiche e veloci e il tempo per pensare diminuisce nettamente, senza avere grande possibilità di realizzare schemi particolareggiati. A vincere il match, è la squadra che realizza il punteggio più alto nei dieci minuti disputati oppure chi arriva a 21 punti (prima dei già citati 10 minuti): nel caso di parità, la sfida si decide al supplementare e a vincere è il primo team che realizza due punti. Un’altra differenza sostanziale con il 5×5 è che il classico tiro da oltre l’arco vale 2 punti nel basket 3×3, mentre il canonico tiro da due punti vale 1 solo punto nel 3×3, così come il tiro libero.
Il sorteggio iniziale permette di decidere chi avrà il primo possesso della partita, dato che non esiste la palla a due. Il “check” (un passaggio che il difensore effettua al diretto attaccante, il tutto dalla posizione centrale e frontale, oltre la linea da tre) permette di iniziare una nuova azione nel momento in cui c’è il fischio dell’arbitro oppure quando la palla esce dal campo, dato che non ci sono rimesse laterali o da fondo. Le sostituzioni avvengono a palla inattiva e ogni team ha a disposizione un time out di 30 secondi. Per quanto riguarda la situazione falli, quelli sul “tiro” vengono puniti con un libero se il fallo viene commesso dentro l’arco dei 6,75 e con due se invece viene commesso oltre i tre punti.
Dal settimo fallo la squadra raggiunge il bonus e fino al nono fallo concede due tiri liberi agli avversari, mentre dal decimo fallo saranno due tiri liberi e possesso. Non c’è un numero massimo di falli che un giocatore può commettere, ma con due antisportivi vi è l’espulsione; inoltre il fallo tecnico viene sanzionato con un tiro libero, mentre l’antisportivo come due falli di squadra (e quindi è da valutare il numero dei falli commessi fino a quel momento).
Il miglior giocatore di 3×3
Sono ormai tanti i professionisti nel settore, ma uno in particolare è riconosciuto come volto del movimento: si tratta di Dusan Bulut, “guardia” classe 1985 nativa di Novi Sad (Serbia), atleta che ha iniziato a giocare a livello “pro” nel 2012 al FIBA 3×3 World Tour e che veste anche la maglia della sua Serbia, con la quale ha già vinto diverse medaglie, tra cui il bronzo a Tokyo 2020 per rimanere in tema Olimpiadi. Per altro, nel 2019 è stato scelto dal team Ball Hogs con la ventiquattresima scelta al draft della BIG3, una lega americana di 3×3, nata nel 2017 per volere del rapper statunitense Ice Cube – una lega che ha contribuito ulteriormente allo sviluppo e alla crescita del movimento 3×3.