La stagione della Fiorentina si è chiusa con una grande delusione dato che, per il secondo anno di fila, la squadra è arrivata in finale di Conference League perdendola. Nonostante un lungo percorso, che ha visto i Viola disputare quasi 60 partite in un anno, non sono riusciti a conquistare il trofeo tanto atteso e sognato dai tifosi. La sfida all’Olympiacos ha lasciato l’amaro in bocca per il suo epilogo, con un gol subito al 116esimo, quando tutti erano ormai convinti di giocarsela ai calci di rigore.
Invece così non è stato e l’ottavo posto in campionato significherà riprovarci ancora una volta il prossimo anno ma, a differenza delle due stagioni appena trascorse, ci saranno volti nuovi. Il primo è sicuramente quello di Raffaele Palladino che prenderà il posto di Vincenzo Italiano.
Chi è il nuovo mister?
Nato a Mugnano di Napoli, Raffaele Palladino inizia la carriera da calciatore nella Juventus, prima primavera poi, dopo i prestiti alla Salernitana e al Livorno, in prima squadra, dove fa il suo debutto in Serie A, segnando il primo gol nella massima serie. Tuttavia, chiuso da campioni come Del Piero, Iaquinta e Trezeguet, Palladino trova la sua dimensione in squadre della nobiltà della Serie A, come il Genoa e il Parma. Conclude poi la carriera con una positiva esperienza al Crotone, coronata da una salvezza storica, e al Monza in Serie C, dove però, a causa di problemi fisici, non riesce a debuttare in campionato. È qui che c’è una svolta nella sua carriera, che evolve da calciatore ad allenatore.
Infatti, una volta annunciato il suo ritiro dal calcio giocato, Palladino non abbandona la società di Berlusconi. Si fa le ossa come allenatore, prima come collaboratore tecnico del club lombardo e poi iniziando la trafila come capo allenatore nelle giovanili. La svolta arriva l’anno successivo: con la prima squadra allenata da Stroppa che aveva raggiunto la storica qualificazione in Serie A tramite i playoff, Palladino riceve l’occasione d’oro. A settembre 2022, dopo un deludente inizio di stagione con 0 vittorie nelle prime 6 partite, viene chiamato a sostituire Stroppa.
In soli 5 giorni prepara la squadra per un difficile match contro la Juventus, che si conclude però con una vittoria storica grazie al gol di Christian Gytkjær, la prima per i brianzoli in Serie A. In due stagioni con il Monza, il tecnico campano non solo salva la neopromossa dal ritorno immediato in Serie B, ma si distingue anche per il bel gioco espresso dalla squadra. Conduce il Monza a un undicesimo posto e a un dodicesimo posto (stagione appena terminata) in Serie A, con una media punti per partita di 1,36. Nel primo anno, il suo Monza sfiora persino la qualificazione europea, arrivando a solo 4 punti dall’ottavo posto occupato proprio dalla Fiorentina.
Nuova mentalità
Il sistema di gioco adottato dal Monza presenta delle piccole differenze rispetto allo stile di gioco italiano in termini di formazione, con il tecnico che inizialmente si era affidato a una difesa a tre per poi passare a 4 durante il suo percorso. Palladino non è un integralista: molte sono le sue modifiche proprio in termini di formazione, con molti giocatori che possono essere mobili ed adattabili al contesto. Un aspetto di continuità tecnica che l’allenatore campano può garantire rispetto all’operato di Vincenzo Italiano è senza dubbio il lavoro importante fatto sugli esterni. Schierati come quinti o come terzini, la spinta sulle fasce è sempre stato un marchio di fabbrica. Senza addentrarci troppo in tatticismi, Palladino ha comunque dimostrato dunque un gioco propositivo e in grado di poter soddisfare le esigenze della piazza di Firenze.
La nuova Fiorentina
In porta c’è sempre Terracciano
Difficile, anche se non impossibile, pensare che la Fiorentina di Palladino possa non ripartire da Terracciano tra i pali. Più probabile un addio di Christensen e un arrivo di un altro secondo magari più di prospettiva, ma ad oggi è lui il portiere titolare della Fiorentina.
In difesa Quarta-Milenkovic-Ranieri
In attesa di sviluppi sul mercato (almeno un difensore dovrà arrivare, al di là delle promozioni di Lucchesi o Comuzzo), Palladino inizierà a costruire la sua difesa a tre da Martinez Quarta, Milenkovic e Ranieri: i tre potranno lavorare insieme in ritiro solo a partire da fine luglio visti gli impegni in Nazionale ma almeno l’ossatura è già pronta, con Quarta che potrà così sfruttare al meglio la crescita offensiva avuta nella scorsa stagione, mentre Ranieri, che in carriera ha fatto anche il terzino, dovrà tornare a muoversi come un difensore di un reparto a tre. Missione non certo impossibile. Bisognerà capire bene però il futuro di Milenkovic, nel caso partisse piace molto Bijol.
C’è un reparto in cui, a meno di clamorose offerte e addii, la Fiorentina non dovrà ricostruire: le fasce. A sinistra Biraghi e Parisi, a destra Kayode e Dodo: Palladino ha già dato il suo benestare al poter ripartire da qui e la società viola ritiene di avere uno dei reparti laterali più di valore dell’intera Serie A. Resta solo da capire chi saranno i titolari e chi i sostituti, ma questi sono discorsi da fare più a ridosso dell’inizio del campionato.
Gli unici che al momento hanno avuto richieste di informazioni sono il giovane Lucchesi, da parte del Cagliari, e Kayode. Sul giovane terzino italiano ha messo gli occhi il West Ham, ma la valutazione del giocatore è importante, non meno di 25 milioni di euro. Nel caso partisse il nome pronto sarebbe una vecchia conoscenza del campionato italiano, Theate.
I dubbi maggiori a centrocampo
I veri punti interrogativi sono sulla mediana. Perché, dopo gli addii di Duncan, Castrovilli, Bonaventura e Arthur bisognerà investire parecchio sul centrocampo viola. Ad oggi gli unici “titolari” su cui potrebbe contare Palladino sono Mandragora e Bianco, con quest’ultimo che sembra prendere la direzione di Bari. Inoltre, Barak servirà ma non da centrale di centrocampo e dovrà esser rivalorizzato rispetto alla gestione di Italiano. In lista ci sono molti nomi per rinforzare questo reparto Bove, che potrebbe essere in partenza da Roma, Thorstvedt, il quale potrebbe rappresentare un’occasione di mercato visto la retrocessione del Sassuolo e Colpani, fantasista del Monza e che Palladino conosce molto bene, potrebbe prendere il posto proprio di Bonaventura. Inoltre, Gaetano del Napoli piace molto e Brescianini in mezzo al campo.
Abbondanza sulle fasce
Nei tre dell’attacco poi, i due ruoli laterali potrebbero essere coperti inizialmente da Nico Gonzalez e Sottil con Kouame – in attesa di eventuali sviluppi di mercato – come prima alternativa. Sia che Palladino voglia puntare più sugli esterni che nel caso in cui voglia avvicinare alla punta i due, dal mercato dovrà arrivare almeno un rinforzo: probabilmente non sarà Zaniolo, come si ipotizzava a inizio mercato, nella lista c’è l’esterno d’attacco del Lecce Almqvist, che nella stagione appena conclusa ha dimostrato molta qualità e al servizio di palladino potrebbe essere un’arma vincente
Davanti per ora c’è il duo Beltran-Kean
Anche qui in attesa di capire se sul mercato arriverà un’altra punta, per ora ci sono Beltran e Kean a giocarsi un posto da titolare a meno di un cambio modulo. L’attaccante in arrivo dalla Juventus ha già dimostrato di poter giocare da solo al centro dell’attacco, l’argentino lo deve ancora dimostrare con continuità anche se nella scorsa stagione è stato comunque in grado di incidere in quel ruolo. Palla ai dirigenti e a Palladino: c’è una nuova Fiorentina da formare.
L’11 titolare potrebbe dunque essere:
[3-4-2-1] : Terracciano; Quarta, Milenkovic/Bijol, Ranieri; Kayode, Bove, Mandragora, Parisi; Nico Gonzalez/Colpani, Barak/Almqvist; Kean/Beltran.