La quarta tappa del Tour de France 2024 con la salita del Galibier e la vittoria di Tadej Pogacar l’avevamo segnalata tra le tappe-chiave della Grande Boucle e in effetti non ha tradito.
Andiamo a vedere però cosa ci ha lasciato questa frazione corta ma micidiale, che ha già fornito spunti interessanti.
La UAE già padrona del Tour de France
A un certo punto sembrava non dovessero finire mai gli uomini in maglia bianca e nera, uno dopo l’altro a spingere come dei tori sulla salita del Galibier: la UAE del resto ha portato al Tour de France un vero e proprio squadrone.
Hanno tirato tutti, da Politt fino ad Adam Yates, ma alla fine quelli che hanno dimostrato di avere più gamba, a parte il solito Pogacar, sono stati Almeida e Ayuso. Quasi stizzito il portoghese per non essere stato quello più vicino al suo capitano.
Poco male, del resto basta vedere i nomi della UAE per capire che si tratta di una corazzata, roba che la metà dei membri della squadra sarebbe capitano altrove. Ma c’è da portare Pogacar alla doppietta con il Giro, quindi nei ranghi come dei bravi soldatini.
Il Galibier alla quarta tappa comunque se lo aspettavano tutti come salita già abbastanza decisiva per questo Tour de France e non ha tradito. UAE nettamente avanti e gli altri a rincorrere, anche se c’è chi ha limitato i danni.
Vingegaard finché dura c’è speranza
Le altre squadre si leccano le ferite, che non sono profonde, ma certo il Galibier ha marcato chiaramente alcune gerarchie.
La prima buona notizia soprattutto per la corsa è che Vingegaard non è crollato. “Temevo di perdere 2 minuti”, ha ammesso il danese, che invece si è limitato a rimanere dietro di 50 secondi, abbuoni compresi. Per uno che non correva da tre mesi è già qualcosa.
La seconda speranza in questo Tour de France per i corridori che ambiscono alla Maglia Gialla è che per questa settimana il grosso del lavoro è stato già fatto: fino a domenica tre volate, una crono e l’interessante tappa sullo sterrato di Troyes.
Ecco, la crono di venerdì sembra l’unica occasione per rimescolare un po’ la classifica generale del Tour, con Evenepoel che potrebbe mantenere la distanza rispetto a Pogacar o addirittura accorciare il distacco che attualmente è di 45 secondi.
Bravissimo il belga, decisamente sul pezzo fin dall’inizio della corsa e reattivo sul Galibier, dove molti invece sono subito crollati.
Roglic rimandato sul Galibier
Non era la sua salita, è vero. Però vedere Roglic subito in difficoltà fa pensare. Soprattutto perché la sua squadra, la RedBull-Bora, si è già sciolta, con Vlasov e Hindley insufficienti. Va bene, lo sloveno è un diesel, però intanto è a 1’14” da Pogacar.
Anche per la Ineos sensazioni altalenanti. Perché è vero che Carlos Rodriguez ha dimostrato di saper stare a lungo, non sempre, con i migliori, ma tenendo conto che a cronometro è destinato a perdere questa doveva essere un’occasione per mantenersi in alto nella generale del Tour de France.
Niente da dire invece a Carapaz, in Maglia Gialla per un giorno che l’ha fatto entrare nella storia, ma da cui è uscito quasi subito. Attenzione comunque all’ecuadoriano in ottica fughe da lontano, magari nella terza settimana.