Quando ormai sembrava tagliato fuori, Novak Djokovic si è rimaterializzato a Londra e ha annunciato che proverà a esserci per Wimbledon 2024. La sua presenza va a incidere sugli equilibri di un torneo che sembrava destinato ad alimentare il dualismo tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz.
Novak Djokovic, Wimbledon e il déjà vu con Roger Federer
Il 5 giugno scorso, Novak Djokovic si è operato per riparare la lesione al menisco procuratasi al Roland Garros, nel match contro Francisco Cerundolo anche se probabilmente il problema esisteva già, ed è stato soltanto aggravato dalle contestate “buche” presenti sui campi francesi. Ad ogni modo, le previsioni iniziali parlavano di un Nole che puntava a tornare in tempo per le Olimpiadi, unico traguardo mancante in una carriera ultra-leggendaria. Invece, Novak Djokovic ha stupito tutti ancora una volta. Arrivato a Londra nei giorni scorsi, si sta allenando e ha annunciato che farà di tutto per essere presente a Wimbledon, sottolineando un particolare: non parteciperà per passare un paio di turni, ma solo se si sentirà competitivo per arrivare in fondo.
Un obiettivo difficilissimo, considerando anche le condizioni del Nole pre-infortunio al menisco, sofferente come raramente lo si era visto. Non per niente ha da poco compiuto 37 anni. Tecnicamente, però, il recupero è più che possibile. Alcuni esperti calcolano in 3-4 settimane il tempo necessario al ritorno all’attività agonistica dopo un intervento come il suo. Poi c’è un problema di riacquisire la forma, che non è meno complicato. In tal senso, Nole ha chiesto consiglio a Taylor Fritz, che aveva vissuto qualcosa di simile nel 2021.
Ma la similitudine più azzeccata che viene in mente è quella con Roger Federer. All’Australian Open 2017, l’ex campione svizzero arrivava dopo oltre 5 mesi di totale inattività, a causa dell’ennesimo infortunio al ginocchio che lo aveva costretto allo stop, dopo la sconfitta in semifinale a Wimbledon contro Raonic. Scivolato fuori dalla top 10 per la prima volta dal 2002, tutto sembrava pensare a un declino inesorabile se non a un ritiro imminente dalle competizioni. Invece Roger Federer si presentò a Melbourne, da testa di serie numero 17, in una forma che nessuno avrebbe mai previsto. A una grande vitalità fisica, Roger abbinò una forma tennistica strabiliante, in particolare con il rovescio che regalò momenti memorabili, fino alla vittoria giunta in 5 set contro Rafa Nadal.
Può Novak Djokovic fare altrettanto? Le condizioni sono differenti da quelle di Djokovic nel 2017, ma come allora ci sono molti dubbi sulla reale competitività dell’atleta reduce da grossi problemi, oltre che in una inevitabile fase calante della carriera. Nole difende la finale dello scorso anno, in cui cedette a uno straordinario Alcaraz. Il Djokovic visto finora nel 2024 non sembra lasciare troppe speranze di un percorso simile, ma tutti sappiamo che campione straordinario sia il serbo, e quanto sia capace di rialzarsi da situazioni incredibilmente difficili.
Wimbledon 2024: sarà Sinner vs Alcaraz?
La presenza o meno di Djokovic influirà sugli equilibri del torneo al di là delle sue reali condizioni e della effettiva competitività. Sì, perché qualora Nole decidesse di giocare, avrebbe automaticamente la testa di serie numero 2 del torneo. Ciò significa che Jannik Sinner e Carlos Alcaraz potrebbero capitare dalla stessa parte di tabellone come avvenuto al Roland Garros. E, se anche a Londra Djokovic non dovesse essere in grado di arrivare in fondo come accaduto a Parigi, c’è il rischio di un tabellone un po’ sbilanciato, con i due effettivi favoriti a giocare uno contro l’altro in semifinale, e l’altro finalista che potrebbe essere uno dei vari Medvedev e Zverev o qualche outsider.
Di certo, Jannik Sinner ci arriva come meglio non potrebbe. Dopo il problema all’anca della scorsa primavera, c’è stato il bel percorso al Roland Garros, almeno parzialmente inatteso vista l’inattività di oltre un mese. Quindi, l’esordio sull’erba con il primo torneo vinto in carriera sulla superficie, destando un’ottima impressione sotto tutti i punti di vista: fisico, tecnico e mentale. Se esiste un modo migliore per arrivare a Wimbledon, obiettivamente non lo conosco.
Carlos Alcaraz arriva con qualche incognita in più, vista l’uscita prematura dal Queen’s per mano di Jack Draper, uno di cui parleremo tra poco. Tuttavia, la performance al Roland Garros aveva detto di un Alcaraz pienamente recuperato dopo i problemi all’avambraccio della prima parte dell’anno. E poi, onestamente, stiamo parlando di un giocatore che su erba ha già dimostrato di avere tutto lo skill-set necessario per eccellere, compreso un gioco di volo di livello molto alto. Il resto lo farà la salute, e anche la prontezza con cui saprà rispondere ai vari spartiti tattici che gli si presenteranno davanti, man mano che il torneo si fa più difficile.
Le incognite suggestive: Jack Draper e Matteo Berrettini
Un torneo di Wimbledon 2024 si presenta davvero da non perdere, perché ha ingredienti tali da tenere tutti incollati al video. Due giovani campioni come favoriti, una vecchia leggenda che li continua a minacciare per scrivere nuove pagine di record di questo sport, e una serie di possibili mine vaganti. In particolare, sono due i giocatori che calzano a pennello in quest’ultimo identikit: Jack Draper e Matteo Berrettini.
Entrambi con lunghi periodo di infortuni alle spalle, sono comunque in momenti molto diversi della carriera. A 22 anni, Jack Draper può finalmente raccogliere il testimone di miglior giocatore inglese nel ranking ATP, ruolo che gli starebbe persino stretto per il talento mostrato, ma finora ha avuto davvero poche occasioni di testarsi come potenziale top player. Su erba, Jack Draper, lo può essere senza alcun dubbio: perché ci è nato e ne conosce ogni particolare, e perché ha tutti i colpi che servono a vincere su questa superficie.
Matteo Berrettini ci ha fatto sognare nel 2021, con quella straordinaria finale poi persa lottando contro un ingiocabile Djokovic. Poi una serie di cataclismi sotto forma di infortuni ne hanno condizionato almeno un paio d’anni buoni, facendo sorgere forti dubbi sulle sue reali capacità di tornare a quegli altissimi livelli a cui era arrivato (numero 6 ATP). Nel 2024, finalmente, la salute sembra tornata quella giusta per provare la risalita. Sono arrivate di nuovo le vittorie (Marrakech) e le finali, con Phoenix in primavera e Stoccarda due settimane fa, dove perse proprio da Jack Draper.
Proprio grazie a Stoccarda, Draper è entrato in top 30 e sarà dunque testa di serie. Berrettini invece arriva a Wimbledon da numero 60, dunque è un possibile avversario di primo turno per tutte le teste di serie. Speriamo solo che non capiti dalla parte di Sinner, perché il Berrettini visto in Germania, con il prevedibile lavoro fisico che starà facendo per aumentare forma e resistenza al “3 su 5”, è un avversario che tutti i big vorrebbero caldamente evitare.
Gli altri italiani
La finale del Queen’s centrata da Lorenzo Musetti è buona, più che per la classifica, per la fiducia che può infondere nel ragazzo. L’erba può essere in tal senso una medicina per Lorenzo, perché lo costringe ad accorciare un po’ i movimenti dei fondamentali e ad adattare il suo (enorme) talento a un tennis che ha comunque nelle corde. Anche Musetti sarà testa di serie, a occhio e croce numero 25, quindi non dovrebbe incontrare avversari proibitivi fino al terzo turno. Il resto lo faranno convinzione e maturazione interiore, perché anche da quel punto di vista Lorenzo ha mostrato qualche confortante progresso. Il Musetti che abbiamo visto spesso, avrebbe buttato via il match di primo turno al Queen’s contro Alex de Minaur, dopo il severissimo 6-1 preso al 1° set. Invece, il toscano è riuscito a rimanere dentro al match e questa è una caratteristica parzialmente nuova, che potrebbe portargli enormi benefici anche a Wimbledon.
Matteo Arnaldi, Luciano Darderi, Lorenzo Sonego, Flavio Cobolli, Luca Nardi e Fabio Fognini saranno gli altri italiani certamente presenti nel tabellone principale, con ambizioni comunque non altissime e fortemente dipendenti dal sorteggio.