La vittoria in gara 3 dà all’Olimpia il match point per chiudere il discorso scudetto sul proprio parquet e davanti al proprio pubblico. Con un Mirotic finalmente decisivo e un Napier sempre più leader, la squadra di Messina è riuscita a portarsi a un passo dall’assicurarsi la vittoria del 31° titolo italiano. Gara 3 ha mostrato una Virtus coriacea ma alla quale sembrano mancare le forze nei momenti decisivi. Si sente la mancanza di un apporto costante da parte di Belinelli e di una panchina che dia garanzie più di quante ne stia dando. Se poi aggiungiamo Shengelia che non riesce a incidere come accaduto in gara 2, per le V Nere gara 4 sarà una montagna da scalare contro vento.
Gara 4
Partita senza domani per le V Nere, chiamate all’ennesimo riscatto, che in caso di vittoria porterebbe a una clamorosa gara 5 alla Segafredo Arena. La squadra di Banchi dovrà ripetere la prova difensiva sul perimetro, dove ha tenuto l’Olimpia al solo 25% da oltre l’arco; ma dovrà fare meglio a rimbalzo dove in gara 3 Milano ha fatto la differenza. Sono stati quei 12 rimbalzi offensivi catturati, che hanno concesso alla squadra meneghina di aumentare il numero di tentativi e, così, le possibilità di incrementare il punteggio, a fungere da ulteriore spinta per un’Olimpia già galvanizzata dall’atmosfera del Forum.
Ci aspettiamo pertanto una prova di ancora maggior concentrazione difensiva da parte della Segafredo, che sta evidentemente accusando un calo fisico e una minor lunghezza del roster. I soli 4’ di Zizic, i 9’ di Dunston, gli 11’ di Polonara aggiunti all’n.e di Mascolo parlano di una squadra dove i cambi stanno funzionando a corrente alternata. Osservando gara 3 la situazione non è tanto diversa sull’altra sponda, con Bortolani non entrato, Ricci in campo per 5’ e Tonut per 13’; ma l’apporto ad esempio dell’ex Venezia, quello di un superlativo Flaccadori (12 punti) e dei soliti gregari Voigtmann e Hines risulta troppo importante nell’economia di questo confronto.
Tanto importante la parte difensiva quanto quella offensiva, con la Segafredo che attende un ritorno in grande stile del già citato Marco Belinelli, che in gara 3 ha chiuso con 10 punti ma senza riuscire a risolverla nel finale. L’importanza del numero 3 nei giochi delle V Nere è talmente determinante che, senza le sue triple, la Virtus appare decisamente più spenta rispetto a tutte le gare precedenti alla serie finale. Dall’altra parte, Milano avrà l’obiettivo di continuare a fargli fare fatica, perché sa bene che escludendo lui, le soluzioni per gli avversari si riducono.
Sarà l’ennesima gara dall’intensità spaventosa, probabilmente punto a punto come tutte quelle giocate fin qui e nella quale ogni piccolo dettaglio potrà essere determinante: un rimbalzo, un fallo commesso o subito, una palla persa o recuperata. Ci si gioca lo scudetto e al momento l’Olimpia ha una mano vicino ad esso.