In questo lungo excursus sui giovani italiani più promettenti in chiave Nazionale, abbiamo analizzato profili di tutti i tipi, dalle scommesse più azzardate ai talenti più fulgidi, da chi la maglia azzurra l’ha solo sfiorata a chi invece è già una certezza.
Siamo quindi arrivati ad un giovane per cui è difficile parlare in prospettiva futura, dal momento che in pochissimo tempo è arrivato ad essere uno dei titolari fissi del centrocampo azzurro, a fianco di due veterani come Verratti e Jorginho. Stiamo parlando di Nicolò Barella, ovvero il presente più attuale della selezione azzurra.
Nicolò Barella, da Cagliari alla Nazionale, nel nome di Riva e Matteoli
Nicolò Barella nasce a Cagliari il 7 febbraio 1997 e inizia a giocare a calcio nella scuola calcio intitolata ad un monumento del calcio sardo come Gigi Riva. Giovanissimo, viene notato da un altro ex centrocampista sardo che ha legato il suo nome al Cagliari e all’Inter, sia sul campo che in società: Gianfranco Matteoli, che lo fa entrare nelle giovanili rossoblù, di cui è responsabile, a soli 7 anni.
In pochi anni Nicolò si affaccia alla prima squadra del Cagliari, esordendo a soli 17 anni in Coppa Italia contro il Parma il 14 gennaio 2015. Pochi mesi più tardi, il 4 maggio, avviene anche l’esordio in Serie A, sempre contro i ducali, e per fine stagione arriva anche la prima partita da titolare, contro l’Udinese all’ultima di campionato.
Nella stagione successiva, in Serie B, Nicolò è stabilmente nella rosa della prima squadra e colleziona 5 presenze, prima di essere ceduto in prestito al Como nel mercato invernale. Con i lariani Nicolò vive la sua prima esperienza da titolare fisso, collezionando 19 presenze, e nonostante la retrocessione del Como, le sue prestazioni sono abbastanza convincenti da fargli guadagnare la conferma, per la stagione 16/17, nella rosa del Cagliari neopromosso in Serie A.
Pur iniziando la partita regolarmente in panchina, a causa degli infortuni di vari centrocampisti Nicolò si ritaglia in poco tempo un ruolo importante nella squadra e a fine stagione contribuisce con 28 presenze alla salvezza del Cagliari.
Nella stagione successiva l’ascesa di Barella diventa evidente agli occhi di tutti: al suo primo gol in carriera contro la SPAL, il 17 settembre 2017, segue la prima convocazione in Nazionale, quando il CT Ventura lo chiama in sostituzione dell’infortunato Marco Verratti ad ottobre (anche se non scenderà in campo) e quindi il record come più giovane capitano del Cagliari a soli 20 anni, 10 mesi e 9 giorni, il 17 dicembre.
La stagione di Barella si chiude con 6 gol in 34 presenze. La stagione successiva è meno prolifica in termini di reti (solo 1 gol in 35 presenze) ma lo vede in testa alla classifica dei palloni recuperati (ben 253) e lo vede vincere il premio Bulgarelli come miglior centrocampista del campionato, valore certificato anche dall’esordio in Nazionale il 10 ottobre 2018, e dal primo gol con la maglia azzurra arrivato il 23 marzo 2019.
Il passaggio all’Inter e l’affermazione come mezzala
Nell’estate 2019 passa all’Inter, facendo il percorso inverso del suo mentore Matteoli. Dopo un inizio un po’ incerto dovuto ad un ritardo di condizione e al necessario ambientamento, Nicolò si è presto inserito alla perfezione negli schemi di centrocampo di un allenatore come Antonio Conte, mettendo la sua grinta ed il suo dinamismo al servizio della squadra nerazzurra.
La crescita di Nicolò nel passaggio da Cagliari a Milano è stata tangibile ma non troppo evidente. A Cagliari, in particolare nella sua seconda stagione da titolare, Nicolò si era assunto forse anche troppe responsabilità, giocando da trequartista e sentendosi quindi sempre in dovere di dover tentare la giocata decisiva. Con Conte invece è tornato nel suo ruolo più congeniale, quello di mezzala, che esalta tutte le sue caratteristiche di corsa, di interdizione e di inserimento.
I numeri della sua prima stagione all’Inter, finora, sono più che ottimi: in 29 presenze ha fatto registrare 54 palloni giocati per partita, l’84% di passaggi riusciti e ben il 66% di tackle vinti.
Inoltre Nicolò è andato alla conclusione ben 26 volte, e ha garantito 6 assist, oltre a segnare 3 gol, uno per ogni competizione e tutti importantissimi: in Champions League, al debutto, con un destro di controbalzo che è valso il pareggio con lo Slavia Praga, allo scadere; in campionato, con un tiro all’incrocio da fuori area che è valso il 2-1 contro il Verona; in Coppa Italia, con un altro tiro di controbalzo da fuori area che ha garantito il 2-1 e il passaggio dei quarti di finale contro la Fiorentina.
Che posto ha Barella nella Nazionale di Mancini?
Nel centrocampo di Conte, dove i compiti di regia sono maggiormente affidati a Brozovic, Barella è sgravato dal possesso palla e dalle responsabilità di costruzione della manovra offensiva che avevano finito per limitarlo a Cagliari e può quindi dedicarsi maggiormente all’interdizione e agli inserimenti senza palla, in un contesto molto più simile a quello che ritrova nella nazionale di Mancini, dove affianca due giocatori decisamente più portati alla manovra e al possesso palla come Jorginho e Verratti.
Il dinamismo di Barella è spesso fondamentale per offrire ai compagni nuove linee di passaggio e poter così far muovere il pallone tra le linee favorendo lo smarcamento dei compagni del reparto offensivo.
In 16 presenze con la Nazionale di Mancini, Nicolò ha già messo a segno 4 gol ed è subito emerso come terzo elemento del centrocampo titolare. Non sono molti i giocatori in grado di garantire un tale lavoro di copertura insieme ad una tale incisività in fase offensiva nell’arco di tutti i 90 minuti. Nonostante l’abbondanza di interpreti che il campionato sta offrendo al CT per la linea mediana, la costante crescita di Barella lascia presagire che da qui fino ad almeno i prossimi Campionati Mondiali Barella sarà una presenza fissa con la maglia azzurra.