Nella storia della Formula Uno, sono rimasti impressi i Gran Premi ricchi di battaglie, con grandi vittorie o tonfi clamorosi.
Un’altra componente poco gradita agli addetti ai lavori, ma che resta indelebile nelle menti dei tifosi, è quella costituita dalle gare ricche di incidenti.
Ci sono alcuni Gran Premi, infatti, passati alla storia per l’enorme numero di uscite di pista, guasti e collisioni: uno di questi risulta essere il Gran Premio di Monaco del 1996.
Andiamo a rivivere quel pazzesco pomeriggio di maggio.
Il campionato di Formula Uno del 1996
La stagione delle quattro ruote del 1996 si era aperta con la grande novità di Schumacher in Ferrari: i tifosi del cavallino, dopo stagioni di delusioni, potevano finalmente sognare col campione del Mondo in carica.
L’ impatto con la realtà, per i tifosi di Maranello, è però molto più duro del previsto: nelle prime cinque gare della stagione, infatti, è la Williams a fare la voce grossa. L’inglese Damon Hill, infatti, conquista ben quattro vittorie, lasciando al compagno Jacques Villeneuve la soddisfazione di vincere al Nurburgring.
E’ in questo contesto che si arriva al Gp di Monaco, dove la Ferrari preparava la sua riscossa. Le previsioni del meteo per il weekend monegasco, infatti, raccontano di una tre giorni piovosissima.
Le qualifiche
In realtà, nel sabato delle qualifiche il cielo è coperto da nuvoloni neri, ma la pioggia sembra farsi attendere.
Per non incorrere in una pista bagnata, i piloti si gettano fuori dai box nei primissimi secondi di qualifica; nonostante la pista asciutta, Schumacher fissa subito un tempone che gli vale la pole position, seguito a considerevole distanza da Hill e Alesi. Irvine, compagno di Schumacher in Ferrari, fissa il settimo tempo; deludente decima piazza per Jacques Villeneuve. Primo degli italiani Fisichella su Minardi, in 18esima casella.
La gara: Giove plumbeo su Monaco
Domenica, giorno di gara. In mattinata si svolge il warm-up, su pista asciutta nonostante la promessa di pioggia. Verso mezzogiorno, però, si scatena sul principato un violentissimo acquazzone, che a tratti mette persino in dubbio la disputa della gara.
La commissione corse, attesi alcuni minuti, opta per concedere ai piloti 15 minuti di ulteriore warm-up sulla pista bagnatissima, per poter meglio scegliere l’assetto di gara, che evidentemente rimane confermata.
Pochi minuti prima del semaforo verde, la pioggia smette di cadere, lasciando però la pista in condizioni molto difficili. Tutti i 22 piloti decidono di equipaggiarsi di gomme da bagnato, tranne Jos Verstappen che tenta il rischio montando gomme da asciutto.
Al via, Schumacher scatta male, ma alla prima curva è il temerario Verstappen ad uscire sbattendo contro le due Minardi.
Ma- è proprio il caso di dirlo- è soltanto l’inizio: Barrichello va in testacoda alla Rascasse, ma è soprattutto Schumacher, poco prima della galleria, ad andare dritto e a sbattere contro il muretto.
Schumi, poleman e atteso protagonista della domenica monegasca, si trova fuori dopo un giro, per la disperazione dei tifosi ferraristi.
Il primo giro, in cui si perdono ben cinque vetture, è solo l’antipasto di quel che succede nella restante parte di gara.
Prima della decima tornata, infatti, escono anche Katayama, Rosset, Diniz e Berger; Hill sembra involarsi verso la consueta –comoda- vittoria, dal momento che l’inseguitore Alesi accumula un distacco enorme per ogni giro. Ma dopo l’uscita di Brundle, al giro 30, alla quarantesima tornata arriva l’ennesima sorpresa di giornata: proprio Hill, il capolista mondiale, sull’imbattibile Williams del 1996, rompe il motore ed è costretto al ritiro.
Alesì si ritrova clamorosamente in testa, con la possibilità di segnare la sua prima vittoria su Benetton.
Ma la moria di vetture non è finita: giro 60, e proprio Alesi rompe la sospensione ed abbandona la gara. Villeneuve, poi, si scontra con Badoer in un tentativo di doppiaggio, costringendo entrambe le vetture al ritiro!
Sorprese finite? Assolutamente no.
Irvine va in testacoda a pochi giri dal termine; tiene però la Ferrari accesa e tenta di rimettersi in pista per concludere la gara. Nell’effettuare la manovra, nello stretto circuito di Monaco… si scontra con i sopraggiunti Hakkinen e Salo! Clamoroso.
In mezzo a questo marasma, risultano essere solo quattro le vetture ancora in gara, che lentamente si avviano verso la conclusione di una gara pazzesca.
E il vincente di questa gara ad eliminazione, al termine di un pomeriggio incredibile, è Olivier Panis su Ligier: partito in 14esima piazza, il francese coglie la sua prima (e sarà l’unica) vittoria in carriera, seguito da Coulthard ed Herbert. Quarto (e ultimo!) Frentzen.
Panis, improbabile vincitore
Con 22 macchine partenti, solo quattro sono giunte all’arrivo: un record.
Non ditelo però a Panis, che nelle interviste post-gara rivendica la vittoria, allontanando ogni discorso relativo a fortuna o sfortuna: il francese della Ligier, infatti, conferma una precisa strategia di gara che ha prodotto la vittoria.
Sarà, ma di certo i continui ritiri dei battistrada e di tutto il gruppone di certo non hanno danneggiato..
Del resto, Panis non riuscirà più, nella restante parte della sua carriera, a salire sul gradino più alto del podio. A lui va il merito di aver resistito nel pazzo Gp di Monaco del 1996, che – pur restando nella memoria collettiva per i colpi di scena – quanto a spettacolarità sarà superato appena due anni dopo, nell’incredibile Gran Premio del Belgio.
Belle le vittorie, belle le battaglie in pista… ma a noi tifosi piacciono anche gare spettacolari come queste!