Dodici mesi dopo è ancora amara la notte conclusiva della Conference League per la Fiorentina.
La squadra di Vincenzo Italiano si arrende ad un passo dai calci di rigore all’Olympiakos per 1-0 e bissa la sconfitta in finale patita lo scorso anno contro il West Ham.
Molti giocatori sottotono nella squadra viola, così come in quella ellenica, con lo strano caso di El Kaabi: il bomber dei biancorossi è impalpabile per 116 minuti, ma alla prima vera occasione castiga i toscani.
Italiano le prova tutte, ma dall’altra parte José Luis Mendilibar si conferma uno stratega efficace: un anno dopo aver fatto piangere la Roma alla guida del Siviglia nella finale di Europa League, il tecnico iberico è ancora una volta imbattibile in gara secca.
Vediamo nel dettaglio le pagelle della sfida di Atene.
Pagelle Olympiakos
Tzolakis: Decisivo in almeno tre occasioni: due su Bonaventura e una volta sul tiro sbilenco di Kouame. Per il resto da sempre sicurezza al reparto e si conferma ottimo anche nelle uscite. Partito come riserva ad inizio stagione, dimostra di meritare il posto da titolare nella corsa al primo trofeo continentale degli ellenici. Voto 7.
Rodinei: Nella difesa biancorossa è quello che ha l’avvio peggiore. La Fiorentina attacca quasi sempre dal suo lato, con la strana coppia Biraghi-Kouame e il terzino destro brasiliano va in difficoltà spesso. Poi con il passare dei minuti prende le misure ai rivali, ma senza quasi mai farsi vedere in fase offensiva. Voto 5.5.
Retsos: Un muro quasi invalicabile per la squadra di Vincenzo Italiano. Argina Belotti e proprio una craniata con l’attaccante dei gigliati sembra mandarlo KO. Non molla, stringe i denti, torna in campo e neutralizza anche Nzola. Partita epica del difensore greco che spegne ogni velleità dei rivali. Voto 7.5.
Carmo: Dall’Angola con furore verrebbe da dire. Come il furore agonistico che mette in campo ogni qualvolta passa qualcosa di viola dalle sue parti. Non sarà bellissimo da vedere dal punto di vista tecnico, ma tatticamente e nella mera marcatura gioca un partita da veterano. Voto 7.
Ortega: esce vincitore dal derby argentino. Doveva prendere in consegna un cliente scomodissimo come Nico Gonzalez e se lo mette praticamente nel taschino. Impressionante la gara dell’esterno sinistro dei biancorossi che annulla completamente le avanzate del connazionale e non disdegna sortite in attacco. La vera chiave di svolta del match è tutta qua. Voto 8. (Dal 91′ Quini: entra al posto del compagno stremato e gioca in maniera diligente, con il merito di dare freschezza alla manovra della sua squadra. Voto 6).
Hezze: la diga argentina che argina la fase offensiva della Fiorentina. Il mediano, al fianco di Iborra, gioca una gara di sacrificio e copertura; dalle sue parti raramente si passa e in qualche modo avvia l’azione che vale il gol vittoria. Voto 7.5.
Iborra: al pari di Hezze gioca una gara perfetta e rendendosi pericoloso anche con un paio di colpi di testa. Vince molti duelli a centrocampo e oltre a spezzare la manovra gigliata, l’iberico cerca di dare geometria al possesso palla biancorosso. Voto 7.
Podence: Per almeno sessanta minuti è il più pericoloso dei suoi e anche il più vivo in fase offensiva. Il primo tiro in porta lo effettua lui e obbliga alla parata Terracciano. Non si limita ad attaccare e mettere in difficoltà la difesa viola, ma aiuta anche in fase di non possesso. Cala alla distanza. Voto 6.5 (Dal 106′ Masouras: entra nel secondo tempo supplementare e da il proprio onesto contributo. Voto 6.).
Chiquinho: fastidioso come pochi sanno fare in campo. Si vede poco nella fase offensiva, ma si dedica anima e corpo in fase di non possesso a pressare la Fiorentina, con il compito di schermare ogni qualvolta Arthur: lo fa alla perfezione e annullando il brasiliano. I crampi lo mettono fuori dal match. Voto 6.5. (Dal 77′ Horta: altro argentino messo in campo e aiuta la squadra ad alzare il baricentro. Mixa quantità e qualità. Voto 6.5).
Fortounis: il capitano non è al meglio della condizione fisica e si vede. Spesso arriva secondo sui palloni e nella prima mezz’ora non riesce quasi mai a farsi vedere in attacco. Ha vissuto serate più vive. Voto 5.5 (Dal 73′ Jovetic: il grande ex che un passo alla volta da maggior qualità alla squadra e nel frattempo inizia a spaventare la difesa viola. Con lui l’Olympiakos cambia passo. Da sempre la sensazione di poter inventare la giocata decisiva. Voto 7.)
El Kaabi: praticamente un fantasma per 116 minuti nella morsa dei due centrali viola. Poi alla prima palla utile fa capire perché da queste parti lo venerano come pochi. Gol numero 33 in stagione: il più pesante e il più importante visto che permette agli ellenici di mettere le mani sulla coppa. Il voto è una media tra la prestazione (4) e il gol che apre le porte degli Dei agli biancorossi (10). Voto 7. (Dal 122′ El Arabi: entra nei secondi finale per spezzare il ritmo: SV)
All. José Luis Mendilibar: Non è un allenatore che pratica un calcio champagne. Ma si dimostra ancora una volta efficace e le sue squadre sanno soffrire con un carattere d’acciaio. Un anno fa campione con il Siviglia contro la Roma in Europa League, si conferma tabù per i club italiani anche ad Atene. Voto 8.
Pagelle Fiorentina
Terracciano: al pari del collega ellenico compie a sua volta tre parate importanti. Poi ad un passo dai calci di rigore, dove a nostro avviso avrebbe potuto erigersi a protagonista, “San Pietro” è fulminato dalla deviazione sotto misura di El Kaabi. Incolpevole e ancora una volta amaramente battuto. Voto 7.
Dodo: non sarà sui livelli visti in Champions ai tempi dello Shakhtar, ma gioca una discreta gara. Difende con ordine, almeno per 116 minuti e non disdegna attacchi. Poi a 4 minuti dai rigori si perde Hezze dalla sua parte e dal traversone di quest’ultimo l’Olympiakos trova il gol partita. L’errore pesa nella valutazione. Voto 5.5.
Martinez Quarta: partita monumentale del difensore argentino che non lascia passare nemmeno gli spilli e quando può imposta pure la manovra viola. Meriterebbe la coppa, ma nel finale arriva la rete avversaria. Voto 7.5.
Milenkovic: sembra tornato ai livelli più alti, in ottica rendimento e il serbo gioca una gara perfetta a livello difensivo. Non solo, ma prova a rendersi pericoloso di testa nell’area greca. Nel finale mostra inevitabile stanchezza, ma è fra gli ultimi ad alzare bandiera bianca. Voto 7.
Biraghi: l’avvio è davvero buono per l’esterno sinistro della difesa toscana. Con Kouame mette spesso in difficoltà i rivali su quel binario. Poi, minuto dopo minuto riduce sempre di più le sortite sulla fascia e pensa di più a difendere, ma con diverse sbavature. Nervoso e poco lucido nel momento in cui la squadra avrebbe bisogno di lui. Voto 5.5. (Dal 106′ Ranieri: sbaglia tutto in occasione della rete greca dove tiene in gioco El Kaabi e marca l’attaccante rivale in maniera rivedibile. Un errore che costa caro, dopo tante prestazioni di spessore. Voto 4.5).
Arthur: stecca nella serata più importante, dopo aver giocato una stagione a livelli che non si vedevano da tempo. Soffre la pressione greca e raramente riesce ad imbastire qualcosa di importante. Voto 5. (Dal 74′ Duncan: con il suo ingresso la Fiorentina acquista maggior fisicità in mezzo al campo. Fa il suo onesto lavoro, ma non è lui l’uomo che doveva accendere la scintilla verso la vittoria. Voto 6.)
Mandragora: partita di sacrificio, dove spesso cerca di coniugare la qualità. Non sempre trova il varco per l’ultimo passaggio, ma corre su tutto quello che passa li sulla mediana. Uno dei pochi positivi. Voto 6.5.
Gonzalez: Nico che notte buia sotto il Partenone. L’asso argentino non si vede quasi mai: vero che la squadra preferisce attaccare sul binario di sinistra, ma il sudamericano non è in serata. Perde il derby con Ortega ed esce nell’intervallo dei supplementari. Voto 4. (Dal 106′ Beltran: forse andava messo prima nella mischia e 15 minuti sono pochi per carburare, specie a sinistra. Voto 5.5).
Bonaventura: fallisce due grandi occasioni sotto porta. Dopo la rete illusoria dello scorso anno contro il West Ham, l’ex Milan non si conferma cecchino negli ultimi 16 metri. Gara non facile per Jack che fatica a trovare spazi e ad infilare la difesa ellenica. Voto 5. (Dall’82 Barak: spesso è stato l’uomo della provvidenza entrando a gara in corso. Questa volta non lascia il segno. Voto 5.5).
Kouame: nella prima mezzora è il migliore della formazione gigliata. Ogni attacco e ogni pericolo creato dai viola passano dalla sua zona a sinistra. Poi si spegne a poco a poco e nella ripresa si divora un’occasione unica. Voto 5.5. (Dall’82 Ikone: servono i suo scatti nel finale, ma l’ex Lille non si vede praticamente mai. Voto 5.5).
Belotti: il gallo non ha cantato. Partita difficile e spigolosa per l’ex Torino che spesso si trova a giocare spalle alla porta nella morsa dei difensori rivali. Tanto sacrificio, ma zero tiri verso lo specchio. Voto 5. (Dal 57′ Nzolà: cambia poco rispetto al compagno e conferma una stagione al di sotto delle attese. Voto 5.)
All. Vincenzo Italiano: chiude la sua esperienza alla Fiorentina con la terza finale persa. Ma resta un lavoro immenso quello creato dall’ex tecnico dello Spezia. Ha il merito di riportare una finale europea in riva all’Arno dopo 33 anni e bissarla dopo 12 mesi. Con un supporto migliore della società nei vari mercati, estivi ed invernali, forse sarebbe riuscito a completare il puzzle. Il tempo ci dirà dove possa arrivare italiano, ma la sensazione è che a Firenze lo rimpiangeranno a lungo. Voto 6.5.