La storia di Kostas Sloukas è l’esempio lampante di come un professionista che fa una scelta scomoda, possa in un solo anno togliersi la più grande soddisfazione della sua carriera uscendone da eroe, nello specifico MVP.
Il tradimento
Nella scorsa estate il passaggio di Sloukas dall’Olympiacos al Panathinaikos – le due acerrime e storiche rivali del basket greco – ha destato non poche critiche da parte degli ex tifosi, difficilmente biasimabili: è come se un giocatore simbolo del Milan passasse all’Inter o viceversa (cosa peraltro successa… e abbiamo visto come è andata).
Eppure questo è lo sport professionistico, che porta giocatori (uomini, prima di tutto) a fare delle scelte, perché credono in un progetto o perché le ritengono migliorative per la propria carriera. E’ quanto ha fatto Kostas, che dopo una vita passata in biancorosso (9 anni tra arrivi e partenze, tra cui gli ultimi 3) vincendo campionati, coppe e 2 Eurolega (2012 e 2013), è passato dall’altra parte di Atene, vincendo la coppa più importante alla prima occasione.
“Puoi dirmi una storia migliore di quella di passare dall’Olympiacos al Panathinaokos e vincere l’Eurolega alla prima stagione? Non credo ci sia storia migliore di questa”.
Con queste parole il play del Pana ha commentato il successo in finale di EL, dando credito alla propria scelta fatta l’estate scorsa.
Il titolo di MVP della finale e l’eredità di Spanoulis
Con una prestazione magistrale, Sloukas ha dominato e condotto il Pana alla vittoria sul Real Madrid, che è valsa la settima Eurolega nella storia dei greens.
Un titolo che porta il playmaker di Salonicco nell’Olimpo della pallacanestro ellenica, raggiungendo il suo predecessore, Vasilis Spanoulis. Anche l’attuale coach del Peristeri infatti ha vinto per 3 volte l’Eurolega, con entrambe le formazioni di Atene: prima il Panathinikos e poi l’Olympiacos, dove è stato leader per ben 11 anni consecutivi.
Sicuramente qualcuno lo avrà additato come un traditore a suo tempo, ma siamo abbastanza certi che i risultati, le prestazioni, il sudore lasciato sul campo per le proprie squadre e per la nazionale, l’abbia portato a un livello di adorazione tale da far dimenticare gli screzi da derby cittadino.
Forse ci vorrà un po’ affinché lo stesso accada con Sloukas, che di anni oggi ne ha 34 anni con ancora diversi di attività in programma e la possibilità di aumentare considerevolmente i titoli nella propria bacheca, ma possiamo supporre che, a carriera finita, anche Kostas sarà esaltato come uno dei più grandi giocatori greci di sempre. Lo è già oggi, con un totale di 21 titoli con squadre di club, a dispetto dei “soli” 15 conquistati da Spanoulis, il quale però vanta – cosa che non può, e forse non potrà mai fare Sloukas – ben 3 medaglie con la Nazionale, tra Mondiali ed Europei, successi che hanno sicuramente aiutato i tifosi del Pana (quelli traditi a suo tempo) a esserne comunque sostenitori.
Per Kostas, MVP delle Final Four dell’Eurolega appena conclusasi, un nuovo obiettivo per avvicinarsi sempre di più alla vetta dell’Olimpo.