Se siete appassionati di corse automobilistiche e di Formula 1 in particolare, saprete bene che uno dei maggiori crucci delle teste pensanti a capo del Circus, è quello di provare a restituire quell’appeal che ormai manca da tanti, tantissimi anni.
Gli ascolti televisivi non sono più quelli di un tempo, lo spettacolo non sembra più appassionare come prima e le ragioni vanno ricercate in tutte quelle dinamiche che ruotano intorno alla ciclicità delle vittorie delle ultime stagioni, durante le quali Mercedes prima e Red Bull poi, hanno cannibalizzato vittorie e titoli piloti e costruttori.
Esistono delle contromisure da prendere? Come è possibile rimettere in pista gli appassionati da casa?
Le cause
Il Gran Premio di Monaco del 2024, ha per l’ennesima volta certificato lo stato di salute della Formula 1 in ordine a quelli che sono i gusti e le preferenze degli appassionati di tutto il mondo.
Da che mondo è mondo lo spettacolo delle corse automobilistiche più famose ha sempre poggiato su quella che è l’adrenalina che scatena una manifestazione di questo tipo, la velocità, i sorpassi, i duelli, le rivalità storiche e, non ultimo, diciamocela tutta, gli incidenti.
Va da sé che tutte queste dinamiche hanno i loro pro e i loro contro, ma certo è che se la prima vittoria di Leclerc a casa sua ha scatenato un universo di sentimenti contrastanti che vanno dalla vicinanza al pilota per i racconti su papà Hervé scomparso sette anni fa, alla vittoria di una Ferrari, unica scuderia del Circus, lo diciamo con orgoglio, a mantenere una parvenza di cuore e passione per i tifosi di tutto il mondo, dall’altra è stata una parata di 16 macchine e tre sorpassi in croce.
Il tutto è stato ovviamente corroborato dal fatto che dopo poche curve è successo il patatrac, vero e proprio momento più pericoloso che emozionante dell’intera stagione, il che ha permesso a tutte le scuderie di “smarcare” il necessario cambio ai box delle gomme, eliminando una delle poche dinamiche di casualità e divertimento di un Gran Premio: la sostituzione dei pneumatici che spariglia, qualche volta, le carte in tavola.
Il preoccupante dato del 2023
Il monopolio Red Bull / Verstappen della passata stagione, preceduto da un altro campionato iridato dominato nel 2022 dal pilota olandese, ha, come ampiamente preventivato, causato un calo drastico degli ascolti TV.
Nella scorsa stagione, fonte scuderiafans.com, è stato messo in evidenza come gli ascolti dei Gran Premi di Formula 1 abbiano espresso il peggior dato da quando le gare non vengono più trasmesse in chiaro.
Sono stati 2.185.000 gli spettatori che hanno assistito, in media, alle corse della passata stagione, il peggiore in assoluto del post pandemia.
Si pensi, ad esempio, che durante il COVID, anno di grazia 2020, il dato fu di 2.421.000, seguito da un maggiore interesse nel 2021, 2.574.000, quando assistemmo al duello tra Verstappen ed Hamilton terminato solo all’ultimo Gran Premio.
Grazie allo start molto performante da parte delle due Ferrari a inizio stagione, i dati di ascolto sono di molto aumentati nel 2022, superando i 3,2 milioni, per poi crollare di un terzo, il 32%, nella passata stagione.
Cambio gomme e noia
Montecarlo è certo un caso isolato, in nessun altro tracciato al mondo è così difficile superare e quando si prova a fare qualcosa di poco battuto, succede un casino come quello della partenza di Monaco 2024.
L’affidabilità delle monoposto, la richiesta da parte degli amministratori di ognuna delle scuderie di stare più attenti a portare la macchina al traguardo a scapito del rischio atto a conquistare un posto più avanzato all’arrivo, il livellamento delle prestazioni nel gruppone che lotta per le posizioni di rincalzo, sono tutti ingredienti che rischiano, al contempo, di togliere il ruolo che fin qui ha fatto della Formula 1 un prodotto di successo: lo spettacolo.
Hamilton ha provato a mettere in evidenza come nei circuiti in cui il sorpasso è difficile, o addirittura quasi impossibile, sarebbe il caso di introdurre delle regole diverse, come ad esempio l’obbligo di tre fermate ai box per il cambio delle gomme.
Pochi dubbi, minori differenze
A parte le ragioni che comprenderebbe anche chi di Formula 1 non è appassionato, che peraltro dovrebbe essere il target a cui si dovrebbe rivolgere il management del Circus per tornare a macinare appeal e ascolti, i nerd dell’attrezzo danno una parte di responsabilità all’evoluzione tecnologica che ha ormai raggiunto livelli di eccellenza.
Non esistono, o esistono in maniera estremamente marginale, quelle che sono le dinamiche che fanno capo a quella sfera che un team non è in grado di controllare e che riguarda gli imprevisti.
Guasti meccanici, disattenzioni dei piloti, errori ai box in fase di sostituzione dei pneumatici, sono solo una parte fin troppo esigua della dinamica di gara.
La quantità di dati a disposizione del “muretto”, è infatti oggi praticamente infinita e ogni piccolo problema, la più piccola inezia che può mettere anche solo lontanamente in pericolo la “race life” delle vetture, viene monitorata dagli ingegneri delle varie scuderie, talvolta con netto anticipo rispetto a quando il problema si manifesterà nella sua gravità.
Il distacco dai rivali, la proiezione del tempo in gara e sul giro, il degrado delle gomme, i freni, i propulsori, non c’è assolutamente nulla lasciato al caso, il tutto su una base di affidabilità che è già mostruosamente evoluta nel corso degli anni.
La pianificazione della gara è sempre più spesso studiata nei minimi particolari e la possibilità di errore è sempre più ridotta.
Questa sorta di appiattimento verso l’eccellenza, mette in pericolo quelle dinamiche in cui non sono i numeri a fare la differenza, ma il genio, l’improvvisazione, l’alea.
Le rivoluzioni regolamentari del 2026 non sembrano strizzare l’occhio a questi aspetti, ma il traguardo e lontano, staremo a vedere.