Dopo aver toccato il -17 nella terza frazione, i Mavs risorgono dalle ceneri e vincono una gara 6 al cardiopalma (117-116 il finale), mandando a casa la numero 1 del tabellone a Ovest, i Thunder, e chiudendo la serie sul 4-2. Ora la squadra di coach Kidd è attesa dal complicato esame Minnesota, che ha sconfitto i campioni in carica dei Denver Nuggets in gara 7. Dal canto loro, Oklahoma vede interrompersi il cammino, conscia però che il proprio futuro sarà sicuramente luminoso.
P.J. Washington ancora decisivo
A 10 secondi dal termine di gara 6, sul 116 a 115 per OKC, Doncic punta Dort in uno contro uno e, dopo quattro palleggi, rischia di deragliare, ma in extremis serve in angolo P.J. Washington. Quest’ultimo fa saltare Shai e scocca il tiro: il play dei Thunder prende prima la palla e poi tocca il braccio dell’ala dei Mavs, commettendo fallo. Dentro i primi due tiri liberi, il terzo invece è sbagliato intenzionalmente da Washington. Vincono i Mavs e P.J. decide di festeggiare alla sua maniera, in piedi con le braccia conserte, proprio come già fatto nel primo turno contro i Clippers.
Avevamo già sottolineato su questi schermi le cifre spaziali di Washington e la sua importanza nello scacchiere dei Mavs. In una serata, quella di gara 6 per l’appunto, in cui l’ala nativa di Louisville ha messo a referto solo 9 punti (2/5 da tre), tentando poche conclusioni, il suo apporto è stato comunque cruciale per il suo team. Coach Kidd gli ha concesso 30 minuti in campo, anche perché P.J. è stato essenziale nella fase difensiva, in una sorta di zona adattata proposta nel secondo tempo, oltre che in marcatura su Shai in alcuni possessi. E poi i 9 punti, tutti negli ultimi 6 minuti, quelli che hanno deciso la partita: da sottolineare anche il fatto che Washington non abbia forzato più di tanto le conclusioni, smazzando anche un paio di assist importanti nel momento clou della sfida.
Doncic, Irving e… Lively
Luka e Kyrie si sono abbracciati a fine gara, si sono scambiati parole al miele in conferenza stampa e sembra che stiano alzando il loro livello giocando insieme.
Pur raddoppiato spesso e volentieri, Doncic ha raggiunto la tripla doppia in gara 6, segnando 29 punti, catturando 10 rimbalzi e smazzando 10 assist, e si è avvicinato, come il suo avversario Shai, alla tripla doppia di media nella serie (24.7 punti, 10.5 rimbalzi e 8.7 assist). Il 9/15 al tiro in 45 minuti di gioco nel sesto atto è una perla, unico neo le 7 palle perse. Irving si è accodato alla grande prestazione del suo compagno di squadra: dopo un primo tempo silente (solo 4 punti), il folletto di Dallas si è preso più responsabilità nella ripresa, guidando i suoi alla rimonta e chiudendo a quota 22 punti totali (18 nel secondo tempo), il tutto in 42 minuti sul parquet. Kyrie ritorna alle conference finals (l’ultima volta nel 2017) e soprattutto è 14 su 14, record intatto, nelle gare per chiudere la serie, i cosiddetti “closeout games”.
Ad aggiungersi al duo delle meraviglie è stato Lively, il protagonista che non ti aspetti. 12 punti e 15 rimbalzi, con 5/6 al tiro e 2/3 dalla linea della carità, con il contributo maggiore arrivato nell’ultima decisiva frazione. Lively ha sfruttato al meglio gli assist dei compagni di squadra, ha lottato a rimbalzo, tenendo vivi alcuni possessi cruciali, e non ha fatto mancare il suo contributo a livello difensivo. Il +26 di plus/minus, come sottolineato da Doncic nel post partita, conferma l’importanza che il centro di Dallas ha avuto in gara 6.
Il cuore di Shai
Il suo fallo a 2.5 secondi dalla fine di gara 6, che consegna liberi e vittoria ai Mavs, non cancella in alcun modo la sua incredibile “run” in questa edizione dei playoff.
Il playmaker di OKC è stato un vero e proprio trascinatore nella serie, mettendo a referto quasi una tripla doppia di media come anticipato (32 punti, 8 rimbalzi e 7.3 assist). Nelle 6 gare disputate contro i Mavs il canadese ha segnato per ben cinque volte 30 o più punti, con un massimo di 36 nell’ultima decisiva gara 6, e l’unica volta che ne ha realizzati 29 è stato nel primo atto della serie, quando i Thunder si imposero in maniera convincente (117-95). Contro Dallas, Shai ha giocato 248 minuti totali, ovvero 41 abbondanti di media, segnale che, senza il proprio playmaker, i Thunder hanno sempre faticato in questa serie. Non stupisce più la maturità di Gilgeous-Alexander, collegata strettamente ad un grande controllo mentale della gara e ad un talento che gli permette di segnare anche tiri complicati, spesso dalla media in fadeaway. Le sue percentuali (71/140 complessivo nella serie) sono state straordinarie, se si pensa anche al fatto che la difesa di Dallas era tutta concentrata su di lui e al volume di tiri che si è preso. Nel finale del sesto atto della serie il tappeto rosso sarebbe stato tutto dedicato a lui (tripla, tiro libero e assist a Holmgren per il +1, 116-115), se non fosse stato per quel fallo… Siamo comunque convinti che nella prossima stagione proverà a vincere il titolo di Mvp che non gli è stato assegnato quest’anno e magari con i suoi Thunder si potrà togliere ulteriori soddisfazioni.