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I tornei live sono la vera, grande sorpresa del poker post-pandemia. Nonostante il lockdown abbia incentivato in maniera eccezionale l’utilizzo di Internet e di tutto ciò che è virtuale, una volta abbattuta la barriera dell’isolamento i giocatori di poker si sono riversati nelle “arene” reali.

Lo si è visto subito. A partite dal 2022, i tornei di poker dal vivo continuano a registrare affluenze record. Parliamo delle grandi kermesse quali EPT, WSOP, WPT ma anche dei circuiti nazionali e locali.

Eppure, a 10 anni di distanza dal il grande boom legato alle famose WSOP 2003, il sistema live era andato progressivamente calando. Salvo poche eccezioni, intorno al 2014 i tornei hanno letteralmente cominciato a perdere i pezzi. Fino ad un accenno di rinascita nel 2018, bruscamente interrotto dall’arrivo della pandemia due anni dopo.

Che cos’è, quindi, che ha riacceso la passione per le competizioni dal vivo? Lo abbiamo chiesto a Stefano Schiano, durante una pausa del Main Event delle Italian Series Of Poker 2023-2024 Stage 4.

Napoletano verace, Stefano Schiano è al tempo stesso giocatore e organizzatore di eventi live. Parlare con lui di poker significa confrontarsi con la sua passione per questo gioco e la professionalità che riversa in ambito lavorativo. Due parole delle quali, oggi più che mai, il poker in Italia ha bisogno.

Stefano Schiano con il trofeo dell’EPT French National Championship 2019 (credits RIHL)

Ciao Stefano e grazie per essere qui con noi su PokerStarsnews.it. Prima di addentrarci nel tema del poker live post-pandemia, facciamo un salto nel passato e torniamo al 2019: che ricordi hai di quell’annata?

Un saluto a tutti gli amici di PokerStarsnews.it! Se parliamo di 2019, non posso che avere bei ricordi. Anche se mastico poker dal 2006, il mio primo itm live di livello internazionale è arrivato solo nel 2018. L’anno dopo ne ho messi a segno 9, tra i quali c’è l’indimenticabile vittoria nell’EPT French National Championship (l’attuale Main Event delle France Poker Series, ndr). Sempre nel 2019 sono arrivato al final table di tre Main Event: 2° nel WPT DeepStack a Malta, 5° nell’888poker LIVE Main Event di Barcellona e 9° nell’EPT Madrid Open Main.

Verso la fine del 2019, precisamente il 4 ottobre, è nata mia figlia e lì mi sono fermato per dedicarmi alla famiglia ingrandita e al lavoro. Il resto lo ha fatto la pandemia.

E infatti su Thehendonmob.com il tuo itm successivo è datato 2022, seguito da altri tre: la voglia di competere c’è ancora…

Assolutamente sì! D’altra parte, non essendo un poker pro, senza voglia non gioco e adesso ne ho di nuovo tanta. Quando però decido di dedicarmi al poker, voglio farlo nella condizione mentale migliore. Devo arrivare preparato mentalmente e tecnicamente, solo così posso pensare di avere una edge almeno su una parte del field, altrimenti non vale la pena cimentarsi.

L’impatto con il rinato poker live è stato impegnativo?

Da un lato, quello della vita extra-poker, non particolarmente. Il lavoro è un po’ più automatizzato, mia figlia ha 4 anni e quindi adesso ho di nuovo il tempo per giocare. Il problema è stato l’impatto al tavolo. Ho ricominciato a Rozvadov nel 2022 (France Poker Festival) e poi nel 2023 sono andato a Praga per l’EPT. Non è andata benissimo, ho fatto solo un piccolo itm nell’Eureka ME però ho notato che c’è stata un’evoluzione nel gioco. Mi sono trovato un po’ spiazzato perché non ero sicuro di fare le mosse giuste per il field che avevo di fronte.

Stefano Schiano con la compagna con la compagna Andreea Matei (credits RIHL)

Quali sono le differenze a livello di gioco e di giocatori rispetto al pre-pandemia?

A livello tecnico il poker live è cambiato tanto negli ultimi 5 anni. Il field è sicuramente migliorato. In questo gioco, più passa il tempo più il livello tende a crescere, non c’è involuzione: se nel 2010 su 10 giocatori ce n’era uno davvero preparato, oggi ce ne sono 5-6. E a questo ha contribuito soprattutto la pandemia.

In che senso?

Il periodo del COVID si è trasformato in una grande palestra per tanti giocatori. Gli appassionati non hanno perso di vista il poker, anzi! Si sono dedicati allo studio del gioco soprattutto attraverso i software di analisi e simulazione che sono uno strumento molto utile, forse il fattore che ha realmente elevato il livello dei giocatori. Per questo motivo, oltre all’assenza di opportunità di gioco dal vivo, la pandemia ha determinato l’attuale boom torneistico: non è un caso se ci sono tanti grinder che si stanno riversando nel live!

E questo rende più difficile vincere…

Sì, senza dubbio. Nei tornei adesso trovi tanti avversari che possiedono un’ottima tecnica e che conoscono bene i principi della GTO (Game Theory Optimal, ndr). Per affrontarli devi avere una strategia ben precisa e studiata a tavolino. Voglio però aggiungere che a volte trovi avversari così legati alla GTO da diventare schematici, prevedibili. Nel live c’è altro: c’è il “fattore umano“, perché la comprensione delle persone che hai di fronte è davvero importante. Credo che i grandi giocatori di tornei live siano quelli che uniscono alla teoria del gioco le skills psicologiche e di adattamento strategico.

A che punto ti collochi in questo nuovo field?

Mi sono accorto che devo fare un level down per riacquisire quella sicurezza che avevo nel gioco, non solo a livello tecnico ma anche mentale e fisico. Per arrivare in fondo (quando ci riesci!) a un EPT Main Event devi giocare per sette giorni, 10 ore al giorno e io in questo momento non ho la resistenza psico-fisica per farlo. Il rischio è di avere cali di concentrazione enormi che ti possono costare il torneo e il buy-in pesante. Se vado a impegnarmi in eventi di questo tipo, devo essere sicuro di potermi almeno difendere.

Per questo ho deciso di fare un level down, nonostante abbia un bankroll sufficiente per affrontare gli eventi più grossi. Meglio tanti tornei più piccoli come preparazione per poi tornare a navigare in acque alte.

Qual è quindi il tuo programma competitivo per questa stagione?

Di sicuro farò ISOP, IPO, Battle of Malta e anche qualche evento “national” dell’EPT. In merito a questi ultimi, devo però dire non mi piace la schedule di alcune tappe dove il Main Event inizia dopo uno o due side. Preferisco avere la possibilità di partecipare ad altri tornei se vengo eliminato dal ME, ma in questi festival dopo il big shot non c’è quasi niente e quindi sei obbligato a giocare i side sin dal primo giorno.

E qui entra in campo lo “Skianos” organizzatore! Che giudizio dai degli eventi live attuali?

L’offerta è tanta e c’è da divertirsi. A livello europeo, il circuito EPT offre orari regolari e come bellezza del field non ha paragoni. La struttura è ottima, mi piacciono i Day1 che si fermano al 15% del field già a premio.

Se poi parliamo di numeri, io credo che quelli dei tornei live siano destinati ad aumentare. C’è almeno un 50% del field che è ancora composto da ameteur con buona capacità di spesa e che cercano, oltre al brivido agonistico, anche la vacanza e il divertimento. Andranno in difficoltà i circuiti che non si adeguano a questa richiesta dei giocatori. Conta molto il luogo, l’EPT ha infatti scelto capitali europee belle e godibili, dove ci si può divertire anche con la famiglia. Compresa la location di Cipro che è piccola e con poco da visitare intorno alla città, ma dispone di un resort spettacolare. Evito gli eventi dove puoi solo giocare, come ad esempio succede a Rozvadov: lì “fai il soldatino”, in giro per la pokeroom a fare il tuo dovere di giocatore, ma questo per me è troppo limitante.

Niente limiti e allora chiudiamo immaginando il ritorno dell’EPT di Italia: quale location vorresti?

Per ora credo che sia un desiderio/sogno “no limit” anche se in giro circola qualche voce. Ho sentito ipotesi su Campione d’Italia: è di sicuro una location molto forte, però la magia del live in Italia ce l’ha solo Sanremo. In fondo, “Sanremo è sempre Sanremo” anche nel poker!

Immagine di testa: Stefano “Skianos” Schiano (credits Danny Maxwell per RIHL)

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