Che la Roma abbia uno dei migliori settori giovanili d’Italia è cosa nota. Insieme ad Atalanta e Inter è una delle squadre più stabilmente ai vertici delle competizioni juniores in Italia e dalla sua Primavera fuoriescono ogni anno innumerevoli calciatori che regolarmente riescono ad affermarsi nel professionismo, in molti casi in Serie A. Buona parte del merito è da attribuire Alberto De Rossi, tecnico della Primavera giallorossa da ormai 16 anni e ormai prossimo a diventare coordinatore delle giovanili insieme a Bruno Conti, lasciando la panchina al figlio Daniele, primissimo esempio di campione che ha allevato, in tutto e per tutto.
Il livello medio dei giocatori che sono usciti dal vivaio romanista è tale che buona parte degli impegni di calciomercato della Roma consiste nel piazzare i suoi giovani in varie squadre permettendogli di maturare, ma trovando le formule giuste per non disperdere il patrimonio e non perdere il controllo su una serie di giocatori che possono tornare utilissimi in ottica prima squadra, anche per le regole sulle liste che impongono un certo numeri di giocatori cresciuti in casa. In quest’ottica, il vero e proprio paradigma è il caso di Lorenzo Pellegrini, uno dei talenti giallorossi la cui crescita è stata gestita in maniera perfetta, passando da giovane promessa a possibile prossimo capitano della compagine capitolina.
Pellegrini, giovane talento alla ricerca del ruolo giusto
Lorenzo Pellegrini nasce a Roma il 19 giugno 1996, crescendo nella fede giallorossa e nell’idolatria di Francesco Totti. Il padre, Tonino, è un calciatore mancato e si diletta ad allenare i bambini. Da bambino Lorenzo tira i primi calci tra Italcalcio e ALMAS, due società in cui lavorava il padre, per poi entrare nelle giovanili della Roma a 9 anni. Inizia a giocare come punta per poi venire spostato al centro della difesa, data la sua altezza che lo fa spiccare su tutti i suoi coetanei. A 14 anni gli viene diagnosticata una grave aritmia cardiaca che lo porta ad un passo dal ritiro, ma per fortuna guarisce e torna a giocare per i colori giallorossi.
Allenato da Vincenzo Montella, viene progressivamente avanzato come interno di centrocampo, per sfruttare tutte le sue abilità sia in fase di interdizione che di impostazione. Ambidestro e con un fisico già ben sviluppato, si distingue per i suoi tempi di inserimento e il suo tiro dalla distanza, doti che alla prima stagione in Primavera gli permettono di mettere a segno ben 6 gol, giocando principalmente da mediano.
Nella stagione 14/15 è una delle colonne della Primavera che collezione ottime prestazione in tutte le competizioni, compresa la Youth League dove segna un fenomenale gol da 30 metri nella vittoria contro il Manchester City, pur non riuscendo a vincere nessun trofeo. Il 22 marzo 2015 esordisce con la prima squadra, subentrando a Salih Ucan nel secondo tempo di Cesena-Roma 0-1.
La crescita con Di Francesco al Sassuolo
Nell’estate 2015 viene ceduto al Sassuolo, fresco di un’insperata salvezza all’esordio in Serie A e allenato dall’ex giallorosso Eusebio di Francesco. La cifra pagata dai neroverdi ammonta a 1,25 milioni di euro, ma la Roma si assicura un diritto di riacquisto per una cifra pari a 10 milioni. In Emilia Lorenzo parte inizialmente in panchina, e deve aspettare fino all’8 novembre per l’esordio, nel derby vinto contro il Carpi per 1-0 e giocato da titolare. Alla sua seconda presenza, il 6 dicembre, firma il suo primo gol da professionista, nella vittoria di Genova contro la Sampdoria per 3-1.
Nonostante alcuni difetti ancora evidenti, ovvero una certa lentezza nei recuperi e una difesa del pallone non sempre eccelsa, Di Francesco intuisce le vere potenzialità del ragazzo ed in breve tempo ne fa un perno del centrocampo del suo Sassuolo che vive un’ottima stagione, chiusa con la qualificazione ai preliminari di Europa League. A dispetto del suo fisico, la vera abilità di Pellegrini risiede nelle sue doti tecniche e nel suo gioco offensivo: bravissimo nel dribbling e nel gioco sullo stretto, Lorenzo diventa una mezzala offensiva efficace negli inserimenti ma bravo anche a fornire passaggi filtranti e a gestire il possesso palla nella metà campo avversaria.
Pellegrini chiude la sua prima stagione da professionista con 19 presenze e 3 gol in Serie A, oltre all’esordio in Coppa Italia. La stagione 16/17 si apre con un infortunio alla caviglia che lo esclude da buona parte del precampionato, ma a per la fine dell’estate è nuovamente in campo e può anche esordire in Europa League il 29 settembre 2016, nella sconfitta subita in casa del Genk per 3-1. Nonostante una stagione un po’ altalenante per il Sassuolo, Pellegrini si conferma, a soli 20 anni, come uno dei centrocampisti più interessanti del campionato. La stagione di Pellegrini si chiude con 34 partite giocate e 8 gol tra tutte le competizioni, l’esordio in Nazionale maggiore nel 5-0 contro il Liechtenstein l’11 giugno 2017, oltre alla presenza stabile in Under 21, con cui gioca gli Europei in Polonia mettendo a segno uno splendido gol in rovesciata nella gara inaugurale contro la Danimarca.
Il ritorno a Roma e l’esplosione come trequartista
Nell’estate 2017 la Roma decide di affidare la panchina a Di Francesco, e la prima mossa del neo allenatore è chiedere l’attivazione della clausola per il riacquisto di Pellegrini: con soli 10 milioni la Roma si assicura così un centrocampista valutato ormai almeno il doppio. Con la maglia giallorossa esordisce anche in Champions League, il 12 settembre 2017, subentrando a Nainggolan nel pareggio per 0-0 ottenuto contro l’Atletico Madrid. Il 29 settembre mette a segno il suo primo gol nella competizione, in occasione della trasferta azera contro il Qarabag vinta per 2-1.
In poco tempo Pellegrini diventa sempre più importante nel centrocampo giallorosso, giocando come mezzala e chiudendo la stagione con 37 presenze complessive e 3 gol. La stagione successiva non inizia nel migliore dei modi, ma alla 7ª giornata, durante il derby, accade la svolta: in seguito all’infortunio di Pastore, Pellegrini entra e gioca nella posizione di trequartista, fornendo un assist e segnando anche uno bellissimo gol di tacco, fondamentali nella vittoria della Roma per 3-1. Da quel momento Lorenzo diventa il trequartista titolare, sfruttando al massimo le sue qualità offensive e realizzando 2 gol e 7 prima che un infortunio muscolare lo costringa ai box. Mentre Lorenzo è fuori, un altro talento esplode in quel ruolo, Nicolò Zaniolo, ma al ritorno in campo Lorenzo dimostra di poter essere decisivo sia giocando sulla trequarti che in mediana. Nonostante la stagione romanista non vada bene e Di Francesco venga sostituito da Ranieri, a livello Pellegrini cresce notevolmente, al punto che rimane il trequartista titolare anche nei piani del nuovo allenatore Fonseca.
Pellegrini tra Roma e Nazionale
Il gioco di Pellegrini è sempre verticale e diretto, sempre alla ricerca della giocata risolutiva. Lorenzo detta i tempi del gioco di tutta la squadra attraverso i suoi movimenti a ricevere palla e i suoi scarichi sui compagni, mai banali, con pochi tocchi e anche in spazi ridottissimi. Diventa in poco tempo anche uno degli imprescindibili per Mancini, che a partire dal marzo 2018 lo convoca stabilmente in Nazionale, con cui segna il suo primo gol il 5 settembre 2019, nella vittoriosa trasferta ad Erevan contro l’Armenia per 3-1. Per quanto nel centrocampo di Mancini, dove è generalmente in competizione con Barella per completare la mediana al fianco di Verratti e Jorginho, sia più difficile lasciare libero sfogo alle sue propensioni offensiva, Pellegrini è uno dei centrocampisti su cui Mancini fa più affidamento.
Nel giro di pochi anni, tra l’addio di Totti e De Rossi e la partenza di Florenzi in direzione Valencia prima e PSG poi, Pellegrini è rimasto l’ultimo romano della Roma, e per molti tifosi dovrebbe essere in predicato di ereditare la fascia di capitano da Dzeko. L’ambiente romano è foriero di enormi pressioni, in particolare per i giocatori di casa, e non tutti, come ha dimostrato Florenzi, possono essere Totti o De Rossi. Se Lorenzo saprà gestire le pressioni con equilibrio e continuerà a percorrere la traiettoria di crescita che ha dimostrato negli ultimi anni, sia Roma che l’Italia potranno fare affidamento su un giocatore moderno, dinamico e risolutivo.