Quando Jürgen Klopp ha annunciato il suo addio da allenatore del Liverpool, ormai più di due mesi fa, la prima reazione istintiva e incontrollata dei tifosi Reds ha risposto sulla scia del sentimento nostalgico, velata da forte malinconia. In effetti, c’è un prima e un dopo Klopp anche per un club storico e glorioso come quello del Merseyside.
Ma il sentimento non è mai soltanto irrazionale, così come la ragione, senza sentimento, è vuota – direbbe Kant. E allora ecco che anche chi ha avuto l’onere di pensare ad un post Klopp, quindi gli addetti ai lavori, si è lasciato andare ad una lacrima aggiuntiva. Jamie Carragher, da qualche tempo columnist per il Telegraph, ha pronosticato «tempi bui» per il Liverpool, mentre altri hanno accolto la notizia del rinnovo di Xabi Alonso al Bayer Leverkusen come spunto ulteriore per interrogarsi sul futuro della panchina dei Reds.
Lo hanno fatto in particolare, su The Athletic, James Pearce e David Ornstein. La questione è sempre la stessa: a chi guarderà Richard Hughes, neo ds del Liverpool, per la panchina Reds dal prossimo anno? Alonso, l’eletto e il prescelto, ha fatto la sua scelta. Chi rimane dunque, di credibile perlomeno, per il post Klopp?
De Zerbi, Iraola e Nagelsmann: suggestioni
Tendiamo ad escludere la suggestione avanzata da Simon Hughes e Andy Jones sempre su The Athletic: Roberto De Zerbi. Pearce e Ornstein, più diplomatici, riflettono invece sullo stretto rapporto tra Hughes e Inaki Ibanez, agente di Xabi Alonso e – tra gli altri – di Andoni Iraola, allenatore del Bournemouth che sta facendo molto bene con le Cherries.
Basco come Xabi Alonso, ma legato ai colori biancorossi dell’Athletic Club, Iraola gioca un calcio spregiudicato e offensivo al pari del collega allenatore al Leverkusen. Al pari di quest’ultimo, anche Iraola è molto giovane (sono entrambi classe ’82) e in rampa di lancio. Certo, a differenza di quello, non è un ex leggenda del Liverpool. Anche se a quanto sappiamo, Hughes è più alla ricerca di un homo novus – esclusa l’ipotesi Xabi Alonso – che di un Anfield kiddo.
“Questa è la mia prima stagione completa da allenatore. Ho ancora tante cose da dimostrare e da sperimentare. In questo momento, ho una situazione in cui mi sento davvero stabile e felice. Questo è il posto giusto per crescere come allenatore”.
Xabi Alonso, 29.03.2024
Sull’allenatore del Bayer, Klopp ha detto in settimana: “Essendo un giovane allenatore in un club che sta andando molto bene, lo capisco. Ho fatto più o meno la stessa cosa e non me ne sono mai pentito. Sta facendo un lavoro incredibile lì. Il Leverkusen ha una buona squadra e probabilmente riuscirà a mantenerla unita. Questo è possibile quest’anno. Non tutti gli anni sono così. Capisco perché vuole farlo (restare)”.
E il Liverpool naturalmente ha capito perché Klopp vuole farlo a sua volta (di partire). La dirigenza Reds si è guardato intorno, ha adocchiato i nomi di De Zerbi, Nagelsmann – ora in forza alla Germania – e Iraola, ma non solo.
Amorim in lizza, poi Inzaghi, Fonseca e Frank
I profili più caldi per il dopo Klopp sono senza dubbio quelli di Amorim, Inzaghi, Fonseca e Frank. Il primo sta convincendo allo Sporting Lisbona, che allena ormai con successo da tre stagioni. Il portoghese, 39enne, è molto apprezzato avendo posto fine ai diciannove anni di attesa dello Sporting per il titolo in Liga ottenuto nel 2021, ma non sono solo i risultati ad averlo posto sotto i riflettori della dirigenza Reds: prima ancora di quelli, c’è la propensione al gioco offensivo e l’utilizzo costante del Gegenpressing, marchio di fabbrica di Klopp. Ha una clausola di 10 mln di € e un contratto fino al 2026.
Situazione diversa per Inzaghi, che ha un contratto fino al 2025 e che in queste ore sta discutendo un eventuale rinnovo con la dirigenza nerazzurra. Il tecnico piacentino a Milano sta bene, ma non ha mai nascosto un certo malcontento per i favori che la critica e l’ambiente gli hanno spesso negato.
In rampa di lancio come Inzaghi è anche Paulo Fonseca, che al Lille sta facendo grandi cose e che, soprattutto, è in scadenza di contratto col club francese. Occhio anche a Thomas Frank del Brentford, il cui stile di gioco ha molte somiglianze con il Liverpool di Klopp, «anche se trasferirsi ad Anfield sarebbe un passo troppo grande», commentano su The Athletic Pearce e Ornstein.
Che poi chiosano, sempre nello stesso articolo: «con due trofei ancora in palio, è improbabile che il Liverpool fissi un appuntamento ufficiale prima che cali il sipario sul regno di Klopp. Sono cauti nel causare sconvolgimenti a un altro club durante un periodo così cruciale. Ma dietro le quinte, Hughes saprà che il tempo stringe mentre contribuisce a definire la direzione futura».