L’ennesimo brusco risveglio è stato ieri, con la perdita dei punti guadagnati ai quarti di Acapulco 2024, che lo hanno scaraventato a un triste 154° posto nel ranking ATP. Ma la domanda che ci poniamo un po’ tutti, da mesi a questa parte, rimane la stessa: Matteo Berrettini può tornare a essere un top player?
Matteo Berrettini e l’incredibile sfilza di infortuni
Dire che per Matteo Berrettini gli ultimi due anni non sono stati semplici appare persino banale, ma è così.
Nel febbraio 2022, appena poche settimane dopo aver raggiunto il suo best ranking con il numero 6, la sorte ha deciso di voltare bruscamente le spalle all’azzurro. Il primo problema era stato un infortunio agli addominali, quindi il mese dopo il romano si era dovuto fermare per un intervento chirurgico alla mano destra.
Tutto sembrava comunque far pensare a una rivincita nella stagione sull’erba, che vedeva Matteo tra i candidati più nobili per Wimbledon, anche perché l’italiano aveva appena vinto per la seconda volta consecutiva il Queen’s. Poi, però, la doccia gelata: il Covid. La positività alla pandemia, al tempo non ancora pienamente scongiurata, aveva costretto Berrettini al ritiro poche ore prima del suo debutto sull’erba londinese.
Da allora l’incubo è stato sempre peggiore. In autunno un problema al piede gli impedisce di tornare per la stagione indoor, mentre nel marco dell’anno scorso il suo rientro era stato ulteriormente rallentato da un infortunio al polpaccio destro, seguito da un problema agli addominali.
Il colpo più brutto, però, arriva al secondo turno dello US Open 2023. Mentre gioca contro il francese Rinderknech, in quella che è ancora oggi la sua ultima partita ufficiale, cade male e si procura una grave distorsione alla caviglia.
Sembrava tutto pronto per un rientro all’Australian Open, ma nei primi giorni del 2024 ecco un nuovo problema al piede.
Gli infortuni in sintesi
- Febbraio 2022: problema agli addominali
- Marzo 2022: problema alla mano destra e intervento chirurgico
- Giugno 2022: Covid
- Ottobre 2022: problema al piede sinistro con versamento
- Marzo 2023: contrattura al polpaccio destro
- Aprile 2023: problema agli addominali
- Agosto 2023: grave distorsione caviglia destra
- Gennaio 2024: problema al piede destro
Perché Matteo Berrettini si infortuna così spesso?
La sequela di infortuni che avete appena letto fa impressione e non c’è alcun dubbio che Matteo Berrettini sia stato sfortunato. In questa sorta di via crucis, c’è sicuramente una parte di infortuni abbastanza standard per i tennisti odierni, che sono molto più sollecitati di un tempo nel fisico, e poi c’è una parte legata alla specifica struttura fisica di Berrettini.
I problemi agli addominali, così come quelli alla schiena, sono abbastanza frequenti nei big server. Inoltre, Matteo ha delle gambe molto sottili in rapporto al busto, e questo sicuramente carica molto articolazioni e muscoli in particolare di piedi e caviglie.
Paradossalmente, i problemi sono aumentati quando Berrettini ha operato il salto di qualità, da ottimo giocatore a potenziale campione. Con il servizio e quel fenomenale diritto si era costruito la classifica, mentre il rovescio è sempre stato colpo più interlocutorio. L’italiano aveva però lavorato molto sulla velocità e gli spostamenti laterali, aiutato da un rovescio in back che aveva raggiunto un ottimo livello per permettergli di non perdere campo. Purtroppo, maggior velocità negli spostamenti laterali implica anche un proporzionale aumento delle sollecitazioni.
La speranza è che con il nuovo coach Francisco Roig Matteo stia lavorando anche sulla sostenibilità del suo tennis.
Come può risalire Matteo Berrettini e come funziona il Protected Ranking
Il programma 2024 di Matteo è già stato comunicato nelle scorse settimane. L’ex numero 1 italiano giocherà il Challenger di Phoenix e, in base a come andrà, deciderà se provare il Masters 1000 di Miami. Gli obiettivi lunghi sono però altri: Roma e Wimbledon, appuntamenti ai quali si spera che il nostro arrivi integro.
La classifica si è fatta difficile, ma in aiuto di Matteo può arrivare il cosiddetto Protected Ranking, grazie al quale si può elaborare una strategia per provare a risalire posizioni.
Il PR è stato implementato da ATP e WTA per andare incontro alle esigenze di giocatori e giocatrici alle prese con infortuni seri o, nel caso delle donne, di gravidanza. Il ranking protetto può essere richiesto dal giocatore o giocatrice ai vertici ATP (o WTA per le donne), e permette di riottenere una classifica migliore solo allo scopo di iscrizione ai tornei, mentre non può essere utilizzato per ottenere teste di serie.
La conditio sine qua non per accedere a questo beneficio è l’assenza dalle gare ufficiali per un periodo minimo di sei mesi. E questa è una condizione che per Berrettini è già acquisita, visto che il suo ultimo match ufficiale risale al 28 agosto scorso.
Una volta approvato, il PR assegna al giocatore una classifica determinata dalla posizione media detenuta durante i primi tre mesi dell’infortunio. Nel caso di Matteo Berrettini, grazie al Ranking Protetto dovrebbe ritrovarsi circa al 76° posto.
Il ranking può essere utilizzato nei primi 9 tornei a cui il giocatore partecipa, escludendo ovviamente i casi di accesso diretto ottenuto con la classifica reale e le eventuali Wild Card assegnate. Il periodo valido per beneficiare del ranking protetto è di 9 mesi dal primo evento a cui il giocatore partecipa (con o senza Ranking Protetto).
Se un giocatore rimane fermo almeno 12 mesi, il PR sarà valido per i primi 12 tornei da singolare e i primi 12 tornei di doppio, sempre con le stesse regole (non contano i tornei in cui si ha accesso diretto per classifica o in cui si ottengono Wild Card).
Dove può arrivare Matteo Berrettini
Con il PR, Matteo Berrettini potrebbe seriamente programmare un rientro graduale. Al netto dei problemi strutturali a cui si accennava prima, a 27 anni l’italiano è ancora pienamente in grado di tornare ai livelli che gli competono.
Ok, ma quali sono questi livelli? Difficile, soprattutto oggi, dire se Matteo potrà tornare in top 10. Sicuramente, se la salute lo assisterà, per lui la top 30 si può considerare come una sorta di obiettivo minimo. Poi ci sono tantissime altre variabili, non ultime quelle legate a fattori mentali. Dopo che si sta fuori per molto, e soprattutto in casi come quello di Matteo di infortuni in serie, forzare in partita può risultare problematico. L’augurio è quello che alla salute si accompagni la convinzione di poter tornare al top.