Se c’era un possibile pericolo per l’Inter di Simone Inzaghi questo era il rischio di specchiarsi troppo nella propria forza e bellezza e iniziare a peccare di presunzione: la soffertissima vittoria contro il Genoa ha decisamente scacciato questi pensieri.
Ennesima pietra tombale posata sul campionato: Inter lanciata verso la 2ª stella
L’Inter è scesa in campo contro il Genoa dopo 3 vittorie consecutive per 4-0 (contro Salernitana, Lecce ed Atalanta) ma soprattutto dopo la sconfitta della Juventus a Napoli che lasciava i bianconeri a distanza di 12 punti in classifica e offriva ai nerazzurri la possibilità di incrementare il vantaggio a 15.
Nonostante il filotto di vittorie (sempre vincenti i nerazzurri in questo 2024, proprio dalla gara di andata con il Genoa), Inzaghi ha chiaramente fatto ben presente ai suoi giocatori il rischio di questo match: contro il Genoa a Marassi, lo scorso 29 dicembre, l’Inter non era andata oltre l’1-1, raggiunta da un gol di Dragusin a fine primo tempo e incapace poi di abbattere la difesa rossoblù nella ripresa.
I nerazzurri, come di consueto, partono relativamente piano nei primi minuti, come a prendere le misure agli avversari e a trovare le giuste distanze per riuscire a fare male alla difesa avversaria.
Dopo i primi 20 minuti (coincidenza, in concomitanza con l’ingresso allo stadio della Curva Nord, in “sciopero” ad inizio partita), Barella e compagni hanno alzato i ritmi riuscendo a trovare quelle triangolazioni e quelle verticalizzazioni che sono ormai il marchio di fabbrica di Inzaghi, a prescindere dagli interpreti in campo.
Cambiano gli interpreti, non la sinfonia: Asllani e Sanchez marcatori inediti.
È infatti un marcatore inedito quello che sblocca la gara, Kristjan Asllani, che segna con uno splendido inserimento in area dettato da un Alexis Sanchez sempre più ritrovato.
Nel giro di 8 minuti l’Inter continua a spingere, trovando il raddoppio grazie ad un rigore trasformato da Sanchez (al primo centro in campionato dopo i due gol in Champions) concesso per un contatto di Frendrup su Barella che ricorda molto l’episodio tra Maignan e Castellanos visto in Lazio-Milan di venerdì: intervento sul pallone ma giocatore travolto subito dopo.
Il VAR richiama Ayroldi all’on-field review ma l’arbitro conferma la sua decisione iniziale: il designatore arbitrale Rocchi, commentando l’episodio di venerdì, ha affermato che in un caso del genere qualsiasi chiamata dell’arbitro non può considerarsi errore. Dinamica che lascia sicuramente molte perplessità, ma più in generale vantaggio decisamente meritato per l’Inter che costruisce un gran numero di occasioni nel finale di frazione.
L’Inter chiude quindi i primi 45 minuti lasciandosi alle spalle una certe emergenza in fatto di organico, assorbita senza allarmismi ma comunque non di poco conto: alle assenze di Bastoni (squalificato), Calhanoglu e Cuadrado e alla disponibilità limitata di Acerbi e Thuram (al rientro in panchina), durante il riscaldamento si era aggiunto un fastidio accusato da Frattesi nel riscaldamento.
La fiducia che aleggia su tutta la squadra ormai però è tale che qualsiasi giocatore scenda in campo si inserisce alla perfezione nel meccanismo nerazzuro: le prove di Asllani, Sanchez e Carlos Augusto sono a dimostrarlo.
Un Genoa organizzato e generoso: ottima esperienza in vista dell’Atletico
Il Genoa è una squadra che ha sempre ben figurato con le grandi in stagione: due pareggi con il Napoli, sconfitta di misura con il Milan, vittorie contro Roma e Lazio e pareggio contro la Juve oltre che contro l’Inter all’andata.
Nella ripresa Gilardino ha riorganizzato la squadra, trovando un bellissimo gol con Vazquez e alzando il baricentro della squadra, con un attaccante in più (Vitinha) a schiacciare la linea difensiva nerazzurra e un centrocampo maggiormente propositivo e pronto ad aggredire l’uscita di palla nerazzurra fin dalla trequarti.
Per difendere il vantaggio l’Inter ha dovuto così tornare a quella versione da battaglia che non si vedeva dalla partita contro la Roma. Un bel risveglio per una squadra che non subiva una rete da più di 450 minuti, e una sorta di esercizio salutare in vista dell’impegno contro un Bologna lanciato verso la Champions League e già responsabile dell’eliminazione dei nerazzurri dalla Coppa Italia e soprattutto in vista del ritorno di Champions contro l’Atletico Madrid: al Metropolitano sarà una battaglia senza esclusione di colpi e per difendere l’esiguo vantaggio conquistato a San Siro l’Inter dovrà soffrire come fatto nella ripresa contro il Genoa, se non di più.
Dati i 15 punti di vantaggio sulla seconda, ormai il campionato può essere visto come una sorta di campo di allenamento per la Champions: Genoa e Bologna sono forse le due sessioni migliori in vista dell’Atletico.