L’Inter tampona quella che poteva essere definita un’emergenza (assenze per infortunio di Thuram, Acerbi, Calhanoglu e Sommer oltre ai “soliti” Sensi e Cuadrado) grazie ad un’ottima prestazione delle “seconde linee” come Sanchez, Frattesi e Asllani.
A Lecce i nerazzurri mantengono 9 punti di vantaggio sulla Juventus con la possibilità di aumentare questo vantaggio mercoledì sera nel recupero contro l’Atalanta, in un campionato che ormai è completamente nelle mani di Lautaro e compagni.
Una prova di forza anche senza otto titolari
Nonostante gli infortuni di Thuram, Sommer, Acerbi e Calhanoglu, l’Inter decide di effettuare comunque un massiccio turnover lasciando a riposo altri quattro titolari come Bastoni, Pavard, Darmian e Barella.
La squadra di Simone Inzaghi però appare ormai come una macchina che non appena si scalda il motore diventa inarrestabile e travolge tutto quanto le si para davanti, a prescindere dai giocatori in campo.
In particolare colpisce la ferocia con cui assalta gli avversari nei momenti di maggior fragilità.
Nella partita contro un Lecce che ad onor del vero ha disputato un ottimo primo tempo, i nerazzurri sono andati in vantaggio con il 100° gol di Lautaro in Serie A dopo un quarto d’ora grazie ad un pasticcio difensivo dei salentini, ma il match è rimasto vivo e intenso fino a una decina di minuti nella ripresa.
Al 54° Alexis Sanchez si è inventato una sequenza di passaggio filtrante, inserimento in area, finta e cross che ha permesso a Frattesi di segnare il 2-0. Non lasciando nemmeno il tempo al Lecce di metabolizzare cosa era successo, lo stesso Frattesi due minuti più tardi si è involato servendo all’accorrente Lautaro la palla del 3-0, che ha di fatto chiuso la partita e spento qualsiasi iniziativa dei pugliesi. Una decina di minuti più tardi, infatti, sul calcio d’angolo battuto da Dimarco la difesa pugliese era talmente frastornata che ha permesso a de Vrij di colpire di testa indisturbato per il 4-0.
Alexis Sanchez è vivo e lotta insieme all’Inter
La grande incognita riguardante l’Inter in questa stagione è sempre stata quella del peso specifico della coppia di attaccanti di riserva, Arnautovic e Sanchez. Non è certamente facile vivere una stagione alle spalle di due titolari come Lautaro Martinez (22 gol in 23 partite di campionato, 25 totali in stagione) e Marcus Thuram (10 gol e 10 assist in campionato), ma al di là dei paragoni improponibili i due si stanno comportando bene.
Se Arnautovic sembra essersi lasciato alle spalle la “depressione” che l’attanagliava dopo aver segnato due gol in sequenza a Salernitana e Atletico Madrid (al netto di alcuni errori sottoporta, l’atteggiamento in campo è decisamente cambiato ed è sempre presente nel match), c’era un po’ di curiosità nel vedere Alexis Sanchez in campo dall’inizio.
Il cileno è tornato all’Inter con un contratto di una sola stagione, dopo un’anno all’Olympique Marsiglia, come ultimo correttivo per un reparto offensivo che è stato completamente rifondato attorno a Lautaro Martinez. A 35 anni, dopo una carriera spesa tra River Plate, Barcellona, Arsenal e Manchester United, il fatto che accettasse di tornare all’Inter per fare la quarta scelta in attacco, dopo che nella precedente esperienza aveva lamentato il suo scarso utilizzo, suscitava qualche interrogativo sul suo effettivo livello di impegno.
Contro il Lecce invece Sanchez ha dimostrato la sua dedizione alla causa nerazzurra, non facendo mai mancare per tutti i 90 minuti il suo apporto non solo nella costruzione della manovra offensiva, ma anche nel primo contrasto agli avversari.
Lo scatto e la velocità non sono certamente quelli degli anni migliori, ma il suo movimento sul fronte offensivo è stato costante e coniugato ad una tecnica sopraffina, che gli ha permesso di risultare decisivo nella rete di Frattesi che ha di fatto chiuso la partita.
L’assenza di un paio di settimane di Thuram aveva fatto tremare i tifosi nerazzurri, ma le prestazioni di Sanchez e Arnautovic fanno ben sperare che in termini di presenza offensiva il francese possa essere sostituito adeguatamente in questo periodo. Forse non in termini di gol, ma con il ritmo attuale Lautaro Martinez segna letteralmente per due e non mancano i gol dagli altri reparti (11 giocatori in gol esclusi gli attaccanti).
Cosa possiamo ancora aspettarci dalla panchina dell’Inter
La profondità della rosa dell’Inter è uno dei segreti del successo dei nerazzurri in questa stagione, ma non è una semplice questione di qualità dei giocatori quanto del loro coinvolgimento e della disponibilità che mettono in campo.
L’elemento chiave sono lo spirito di gruppo e il lavoro di Simone Inzaghi e del suo staff che riescono a far sentire tutti parte del progetto sia dal punto di vista psicologico che della forma fisica. Da questo punto di vista c’è da dire che l’Inter, per quanto forte, ha ancora delle frecce al proprio arco che non ha ancora scoccato e che potrebbero essere particolarmente utili nei prossimi mesi.
Ad oggi per esempio è stato poco più di una comparsa Davy Klaassen, giocatore che ci ha messo un po’ per entrare in forma e assimilare i concetti di gioco di Inzaghi, ma che è pur sempre un centrocampista da 109 gol in carriera, uno dei migliori al mondo nell’andare alla conclusione sbucando dalle retrovie. E non parliamo delle capacità di dribbling di un giocatore come Tajon Buchanan, che abbiamo iniziato ad intravedere solo ora dopo due mesi dal suo acquisto: se dopo l’operazione ad aprile dovesse tornare in forma anche Juan Cuadrado, Inzaghi avrebbe a disposizione due giocatori capaci di scardinare le difese avversarie palla al piede.
Inoltre, grazie anche al vantaggio accumulato in classifica, il tecnico nerazzurro non ha nemmeno paura di pescare dalla Primavera di Christian Chivu, che sta guidando il campionato di categoria. Contro il Lecce, quando Frattesi ha chiesto il cambio per affaticamento, ha giocato un quarto d’ora abbondante senza sfigurare il giovane nigeriano Ebenezer Akisanmiro, nigeriano classe 2004. Vuoi per il risultato acquisito, vuoi per la fiducia che ormai aleggia su tutta la panchina, Inzaghi si è fidato di un ragazzino all’esordio quando probabilmente tempo fa avrebbe chiesto al jolly Darmian di sacrificarsi in un ruolo non suo.