Eppure il vento soffia ancora, esattamente come cantava Pierangelo Bortoli. E il vento è quello della speranza, dell’attesa, della voglia di “raggiungere anche l’impossibile”. Come sempre, sono le parole di Allegri ad aiutare a fotografare perfettamente la situazione della Juventus. Che contro l’Empoli è crollata davanti all’imprevisto, che dopo Fiorentina-Inter 0-1 l’ha ancor più realizzato: la corsa scudetto non è solo un percorso a tappe, ma è pure in salita.
Beh, un aiuto non di poco conto è arrivato da parte di Arek Milik. Il polacco era stato scelto praticamente a sorpresa, titolare nella gara sulla carta più abbordabile di tutti. Un quarto d’ora di frustrazione, ennesimo stop sbagliato ed eccoci qui: a raccontare un disastro. Ha chiesto scusa, Arek, subito dopo, attraverso i suoi social: “Mi dispiace – ha scritto – non volevo mettere in difficoltà i miei compagni, non era mia intenzione… chiedo scusa. Forza Juve”.
Scuse accettate da tutti, Allegri compreso. Che però sa benissimo di aver sprecato un’occasione madornale: sarebbe arrivato a San Siro con il vantaggio di un asterisco, ma pur sempre un vantaggio. Ora rischia di finire a meno sette, in proiezione. Tutt’altra vita.
Juventus-Empoli: cosa non ha funzionato?
L’espulsione ha sicuramente gettato nello sconforto la Juventus, ma sin dall’inizio del match con l’Empoli si è vista una squadra meno appariscente rispetto alle ultime uscite. Certo: non si può sempre vincere e ancor meno si può farlo in maniera netta, larga. Su questo i bianconeri hanno abituato i tifosi alla sofferenza e non da poco. Però… però l’arrembante Juve, versione Coppa Italia più Sassuolo e Lecce, proprio non s’è vista. Testa all’Inter? Chissà. Di sicuro anche il tecnico ha dato dimostrazione di pensare al sogno, non schierando Danilo per salvarlo dalla diffida.
Si può sicuramente vincere contro l’Empoli senza il capitano, però un segnale è un segnale. E si fa prova quando le cose finiscono per non girare. A proposito: oltre alla squadra, adesso è di nuovo il tecnico a non sembrare infallibile. Dopo settimane di elogi e di richieste di scuse a tutto social, la scelta di inserire Milik per Yildiz rappresenta il classico peccato di tracotanza tanto decantato nelle tragedie greche. E la partita di Arek, una tragedia, lo è stata davvero.
Tifosi e critica non hanno lesinato commenti alla decisione di Max, che ha voluto “dare una lezione” al giovane turco, come raccontato dallo stesso allenatore nel post partita: “Ha fatto bene? Sì, gli ha fatto bene a stare in panchina…”. E ancora: “Molto semplice: quando un giocatore fa 5 partite bene, va sui giornali… Ti cala un attimo l’attenzione, tendi a rilassarti. Così l’ho visto dopo Lecce e infatti poi oggi quando è entrato ha fatto bene, Milik stava bene e in una partita del genere ho scelto lui. E ora rifarei la stessa scelta”.
Verso l’Inter: quale Juventus vedremo?
La sensazione è che Chiesa possa far tornare la Juventus di nuovo competitiva. Pure per San Siro. Con i recuperi dell’esterno e di Rabiot, la squadra bianconera recupera un po’ di umore e torna pure a far paura ai nerazzurri, che a loro volta riprenderanno Calhanoglu e Barella. Sarà sfida al top, come dovrebbe sempre essere Inter-Juve. E sarà forse la penultima chiamata scudetto per i bianconeri, che a Milano dovranno avere la presunzione di andare a vincere. Senza accontentarsi, un po’ come fatto all’andata.
Stavolta una delle due dovrà farsi male per non rosicare successivamente. Classifica alla mano, lo sforzo in più toccherebbe alla Juve, mentre l’Inter conserva i due risultati su tre. Comunque, una certezza: la sfida ha perso un po’ di fascino dopo l’harakiri bianconero dello Stadium, e la vittoria nerazzurra a Firenze mette ulteriormente in risalto la strepitosa stagione degli uomini di Inzaghi. Episodi determinanti? Sì, ma per punti e gol rasentano la perfezione. Dati superiori a tutti.
Allegri può consolarsi paradossalmente proprio qui: un po’ come si diceva delle sue finali di Champions perse, anche stavolta sta inseguendo qualcosa d’incredibile e ben oltre gli obiettivi (spiegati dalla società). Se perde, lo fa contro la migliore di tutte. In bocca al lupo: a San Siro un’altra finale.