La sfida casalinga del Milan ha visto i rossoneri interrompere una striscia di 5 vittorie consecutive in campionato. È necessario riconoscere al Bologna i propri meriti. Thiago Motta è riuscito a dare una forte personalità alla compagine emiliana nonché la capacità di creare una coesione ed una manovra collettiva non indifferente. Tuttavia, gli uomini di Pioli non sono esenti da colpe. Anzi, hanno un difetto che in più occasione nel corso di questa stagione li sta condannando: l’incapacità di gestire il risultato.
Questo match di San Siro ha mostrato anche i capisaldi del Milan vittime di indecisione, poca convinzione e conseguentemente esigua cattiveria agonista. Quella che il più delle volte segna la linea tra una buona squadra e dei campioni. Al 16′ tutto lo stadio si è fermato per mostrare la propria vicinanza a Mike Maignan dopo gli incresciosi fatti di Udine. Questo tributo pare però aver destabilizzato l’estremo difensore rossonero. Quasi come se questo bel gesto avesse sortito su di lui l’effetto contrario ed ha perso così la concentrazione.
Al Milan manca uno specialista
Se c’è un fattore che sta qualificando in negativo la rosa del Milan è la mancanza di uno specialista. Nel corso del match, ai rossoneri sono stati assegnati due rigori a favore. Entrambi sbagliati, da due giocatori diversi e tutti e due colonne portanti della squadra. Ora, si può discutere sulla mancanza di pratica su questi fondamentali e questo è già grave di per sé. Lo è ancora di più se si pensa che negli anni è stato svolto un mercato che non si è mai concentrato sull’eventualità di rimpiazzare coloro che di questo si occupavano.
Kessié era il rigorista designato quando vestiva la maglia rossonera. L’ivoriano era uno cecchino che difficilmente sbagliava davanti al dischetto. Lo stesso valeva per Çalhanoğlu, nel periodo in cui lo stesso si trovava tra le fila del Milan. Ora, il turco sta svolgendo la stessa funzione all’Inter. Nonostante Lautaro Martinez, capitano nerazzurro, stia guidando la classifica capo cannonieri in scioltezza è il numero 20 a prendersi sempre la responsabilità del penalty. Gerarchie chiare e riconoscimento delle qualità intrinseche di ognuno.
A dover far riflettere sono i nomi di coloro che hanno hanno sbagliato i rigori. Il primo a fallire è stato Olivier Giroud. Il francese ha una sorta di rapporto odio-amore con questo fondamentale. Nessun tifoso ha ancora dimenticato la bruttezza del penalty vanificato in occasione del match contro il Borussia Dortmund. Lì c’era la chiara possibilità di provare a proseguire il percorso in Champions League, nonché di centrare uno dei chiari obiettivi stagionali del Milan. Quello è stato l’inizio della fine del percorso rossonero della massima competizione europea.
Lo stesso è nuovamente accaduto in occasione della sfida contro il Bologna. Il Milan era in svantaggio dopo aver subito un rocambolesco gol siglato da Zirkzee. Poco dopo arriva l’occasione per i rossoneri di pareggiare i conti e la responsabilità del rigore viene affidata a Giroud. Già la gestualità da sola avrebbe dovuto indicare che non era il caso fosse lui a tirarlo. Sguardo poco convinto e approccio verso il dischetto piuttosto opinabile. Questa opportunità si è infatti concluso con un nulla di fatto.
Il Bologna gioca un calcio eccellente e nel corso della stagione è riuscito ad imporsi su compagini ben più blasonate. Basti solo pensare che è stata proprio la squadra di Thiago Motta ad eliminare l’Inter dalla Coppa Italia. Difatti, ha mostrato il suo valore anche a San Siro contro il Milan. Tuttavia, i rossoneri non si sono dati per vinti e dopo il pareggio siglato da Loftus-Cheek – tra l’altro primo gol casalingo dell’inglese. A circa 15 minuti dal termine, Leao subisce fallo in area ed agli uomini di Pioli viene assegnato un secondo calcio di rigore.
Stavolta sul dischetto si reca con decisione Theo Hernandez. Il francese, dopo un inizio di stagione in sordina, sembra essere parzialmente sui livelli che gli appartengono. Il terzino è potenzialmente uno dei migliori giocatori in quel ruolo, peccato ancora troppo di rado metta in campo il 100% delle sue qualità. È stato lui stavolta a prendersi la responsabilità del penalty ed anche stavolta termina con un nulla di fatto. Palo pieno ed a seguire una scena alquanto patetica che denota o sufficienza o totale incompetenza rispetto al regolamento.
Le conseguenze
Il punto ottenuto a San Siro all’alba della 23a giornata di campionato rende già attuabili alcune analisi. Se da un lato il Milan ha sostanzialmente messo in cassaforte il terzo posto (si trova a +10 sulla diretta inseguitrice, quindi l’Atalanta), dall’altro sembra improbabile unirsi alla corsa a due per lo scudetto. Dopo il pareggio casalingo della Juventus, l’Inter si ritrova a +1 sui bianconeri con una partita ancora da giocare. Numeri che non lasciano spazio a fantasiose ipotesi.
Ora, al Milan non resta che puntare all’Europa League. Gli uomini di Pioli dovranno approcciarsi alla competizione europea con la massima concentrazione e con la consapevolezza di alcune evidenti lacune. Nota positiva del match è stata la prima doppietta di Loftus-Cheek. L’inglese sta sfruttando al meglio la sua duttilità tant’è che adesso viene impiegato come trequartista. La capacità di adattamento non è un fattore da sottolineare e su questo dovranno puntare i rossoneri per perseguire i loro obiettivi stagionali.