Niente mercato? Eh no, aspettate. Se è vero che il calciomercato possa concretamente migliorare (o anche peggiorare) una squadra, non dimentichiamo i percorsi. Specialmente se possono beneficiare di un discorso di continuità. Ad Allegri serviva tempo ed è sempre più chiaro. Addirittura, l’allenatore l’ha svelato ai microfoni di DAZN dopo l’ennesimo successo contro il Lecce: “Nel 2021 forse eravamo troppo sicuri, un po’ presuntuosi”. Cioè? Max e il club pensavano di poter tornare immediatamente alla vittoria. Del resto c’era riuscito Sarri in un ambiente certamente più complicato. Pirlo aveva raggiunto picchi incredibili, poi il castello era crollato, pur con due trofei portati a casa.
Allegri avrebbe dovuto rappresentare la calma, la velocità di crociera, il normalizzatore di un ambiente che aveva bisogno di un nuovo scossone per tornare ai fasti di un tempo. Non ce l’ha fatta il primo anno, perdendo Ronaldo. Non ci è riuscito il secondo, quando gli hanno pure tolto 10 punti. Potrebbe riuscirci al terzo: ha mandato via giocatori ingombranti – vedi Di Maria, vedi Bonucci -, ha tenuto i giovani di cui si è fidato. Quasi ciecamente. E ha scoperto pepite lungo la strada: Cambiaso, McKennie, soprattutto Yildiz.
La differenza tra la Juventus dell’anno scorso e quella di oggi
Chiaro: Vlahovic fa sognare. Ha segnato 6 gol nelle ultime 5 partite, più l’assist per Rabiot in Juventus-Roma. Di cosa parliamo? Di un giocatore che si sta “Lautarizzando“, cioè sta diventando un trascinatore a quel livello lì, con quella costanza lì. Le differenze tra Inter e bianconeri si assottigliano domenica dopo domenica e quelle fette di crescita le sta ingrossando proprio DV9. Di un altro livello. Così come lo sono quelli che gli girano attorno: Yildiz gli dà più soluzioni di gioco, le fasce sono tornate a funzionare (persino Kostic) con costanza e… E la Juve vola. Viaggia. Conferma tutte le certezze acquisite e ne incamera altre.
Giusto un po’ di numeri: da inizio gennaio 2024, Dusan Vlahovic è il miglior marcatore nei maggiori cinque tornei europei. Cinque reti per lui. Inoltre, il serbo ha trovato il gol in tre trasferte di fila per la prima volta nella sua carriera in Serie A. Ah, e neanche Ronaldo era arrivato a due doppiette di fila. Magic moment, che cancella definitivamente il fantasma di Romelu Lukaku. Ora Dusan ha 11 gol contro i 9 del belga. E vanta una media-gol certamente superiore.
Allegri, alla 300esima vittoria in A, si ritrova ora primo in classifica davanti all’Inter. E per almeno una settimana, come non capitava ai bianconeri dall’estate 2020 e dall’ultimo dei 9 tricolori con Maurizio Sarri. La Juve è imbattuta da 120 giorni, è in serie positiva da 18 partite tra campionato e Coppa Italia. Ha chiuso il girone d’andata con 46 punti, gli stessi della prima stagione di Max a Torino. Finì con lo scudetto sul petto. Così come nel 2019-2020: la Juventus di Sarri aveva 51 punti dopo 21 giornate. Uno in meno di adesso. Rispetto all’anno scorso, sono 11 punti in più.
Tre giocatori “diversi”
Ora: non può essere tutto frutto del caso, ma non può nemmeno essere tutto frutto del lavoro. La verità, come sempre, sta nel mezzo. E Lecce è una chiara indicazione: questo è il vero vantaggio del giocare una volta a settimana, è nella crescita della condizione fisica, è nel mantenerla partita dopo partita sempre ad altissimo livello. Così la Juve si toglie da un primo tempo così e così, crescendo nei secondi quarantacinque minuti e portando definitivamente la partita a casa. Così la Juve riscopre uomini importanti in passato – Danilo e Kostic – e quelli sempre più determinanti in questo presente, come Bremer e appunto Vlahovic.
In più, però, Allegri ha tre uomini diversi rispetto al passato recente. Il primo è inevitabilmente Andrea Cambiaso: lo mette ovunque e risponde sempre alla grande. Il secondo è un Weston McKennie che richiama alla memoria il primo Vidal: gioca, lotta, si butta dentro e decide. Il terzo è Kenan Yildiz: la Juve ha trovato la seconda punta che cercava, e che aumenta il rendimento di Dusan Vlahovic. Un colpo di genio dello scouting, una gestione saggia dello staff tecnico. Poi, certo: in annate così, davvero tutto pare possa farsi virtuoso…