Nel campionato di calcio della Serie A 1981-1982, la Juventus raggiunse la sua ventesima vittoria, conquistando così la prestigiosa seconda stella.
Fu l’anno dei Mondiali, ma non solo. L’inizio di stagione fu segnato da gravi infortuni, come quelli che colpirono Bettega e Antognoni, mentre la retrocessione del Milan e l’attesa dei convocati per il Mondiale si fecero sentire.
L’episodio significativo per il campionato fu il rigore trasformato da Brady a Catanzaro, un’azione che, quasi paradossalmente, ne segnò il commiato, poiché Michel Platini lo sostituì poco dopo.
In quegli anni, emergono i contorni di uno dei campionati più emblematici della storia, testimoniato dalla vibrante rivalità tra la Juventus e una tenace Fiorentina, tra emozioni contrastanti e teatro di scontri memorabili.
Juventus determinazione e ostacoli, Fiorentina bella e sfortunata
Come uscire dalle ombre degli scandali che avevano attanagliato il calcio italiano?
Ci pensò la Juventus, che iniziò il campionato con slancio e vittorie, inclusa un’impressionante goleada contro il Cesena. Ma non fu tutto rose e fiori. Il neoacquisto Paolo Rossi fu costretto a un ritorno in campo posticipato a primavera a causa del coinvolgimento nei fatti incresciosi citati poco fa. Al Milan, Baresi dovette fermarsi per un’infezione virale rara e la Roma perse Ancelotti, una colonna del centrocampo, per infortunio.
Insomma, lo spettacolo rischiò di essere minato dall’assenza di grandi nomi a cui si deve aggiungere Antognoni, vittima di un gravissimo infortunio nella gara interna contro il Genoa: lo scontro con il portiere avversario Martina gli causò la frattura delle ossa craniche e una momentanea interruzione del battito cardiaco. Fu uno shock per l’ambiente viola e per tutto il calcio, con il numero 10 gigliato lontano dai campi per oltre due mesi. Ma nonostante questo la bella Fiorentina allenata da “picchio” De Sisti non si perse d’animo, e riuscì ad issarsi in cima alla classifica anche senza il suo uomo guida.
La Viola e la Vecchia Signora continuarono a duellare fino alla fine, con la Fiorentina che concluse la prima metà del torneo in vantaggio di un solo punto. Entrambe mantennero un passo sicuro, non lasciando spazio alle rivali e, dopo sei vittorie consecutive, la Juventus si riappropriò della cima. Mentre la Fiorentina rispondeva decisa agli assalti bianconeri.
Nell’ultimo atto, le squadre erano appaiate in classifica, ma fu la Juve a sigillare il destino del campionato trasformando un decisivo rigore a Catanzaro, mentre la Fiorentina a Cagliari non riuscì ad andare oltre lo 0-0 non senza polemiche per un gol annullato ai viola.
Roberto Pruzzo e le polemiche pre-mundial
Roberto Pruzzo, con il suo instancabile fiuto per la rete, sigla 15 gol e difende il titolo di capocannoniere ottenuto nell’anno precedente.
Le prestazioni di Pruzzo accesero nel bomber giallorosso speranze per la convocazione nel campionato mondiale che seguì, ma la nazionale richiamò lo spirito del Blocco Juve, con Rossi in un ruolo chiave, nonostante il suo rientro recente e le poche apparizioni.
Furono polemiche a non finire con Bearzot chiamato a rispondere dalla critica, che gli imputava di non tenere in considerazione il capocannoniere della Serie A in favore di un giocatore rimasto inattivo per gran parte della stagione.
Nonostante le critiche, la fiducia di Enzo Bearzot in Rossi fu confermata, e la sua scelta fu rivelatrice nel momento culminante del torneo: con iul senno di poi la scelta fu clamorosamente centrata, ma all’epoca gli echi delle polemiche furono estremamente accesi.
Per Pruzzo fu una innegabile delusione, ma questo non scalfì l’anima da bomber del celebre “O’Rey di Crocefieschi”, che intanto, proseguì la sua straordinaria carriera, lasciando una traccia indelebile nella storia della Roma.
La sorpresa del Catanzaro
La squadra calabrese del Catanzaro, in questa edizione, ha sorpreso tutti con uno straordinario settimo posto. Sotto la guida di Bruno Pace, rivelò Edi Bivi, l’eccezionale attaccante che segnò ben 17 gol tra campionato e Coppa Italia, risultando un fattore decisivo per la rincorsa del Catanzaro.
Un seme piantato molto tempo prima diede frutti sorprendenti, e sebbene nella seconda metà del campionato il ritmo subì un rallentamento, il Catanzaro chiuse la stagione con un risultato di rilievo: il migliore nella sua storia calcistica fino a quel momento.